A Barumini per l’Unesco Festival Experience

 Su NuraxiVi siete mai chiesti il significato della parola Nuraghe?

Ce lo dice Giovanni Lilliu,  considerato il massimo conoscitore della civiltà nuragica, nato a Barumini.  Insomma una vera garanzia visto che proprio a lui dobbiamo la scoperta del sito patrimonio Unesco di Su Nuraxi,  che poi è anche l’oggetto di questo post.

 Vi ho lasciato tempo per pensare e vedo che qualcuno ha già dato la risposta giusta. A tutti gli altri la do io, ma con l’aiuto di Lilliu.

La radice del nome nuraghe è nur ed è di origine prelatina.  Significa semplicemente mucchio di pietre. A dire il vero c’è anche chi la collega alla radice indoeuropea nor, che poi sta alla base di altri nomi di siti antichi come Nora, che si trova sempre in Sardegna e Norba, nel Lazio.

 Su Nuraxi

A me piace più la prima perché rende veramente idea di un nuraghe:  un mucchio di pietre,  ma anche un mucchio cavo.

Sono pietre,  ma non semplici massi. Sono come un antico libro a cielo aperto che racconta, a chi la sa a leggere, una storia millenaria.  

Una storia è che la stessa delle origini della Sardegna e che ho imparato a scoprire sul campo in occasione dell’Unesco Festival Experience, al quale ho partecipato per conto dell’Associazione Italiana Travel Blogger.

Che cos’è Unesco Festival Experience

L’Unesco Festival Experience è un progetto che ha coinvolto, per circa tre mesi, 5 regioni del Mezzogiorno (Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata) per promuovere il progetto Patrimoni del Sud, per la valorizzazione dei beni UNESCO dell’Italia Meridionale, con l’obiettivo di metterli in rete. Il risultato è un effetto a cascata che vede la promozione a vicenda di siti e con il coinvolgimento dell’intero territorio.

Ecco allora che chi si reca a visitare un sito può trovare informazioni sugli altri beni Unesco della Regione e più in generale dell’Italia del Sud, ma al tempo stesso scoprire anche altre perle della zona che meritano di essere valorizzate.

Strumento base per questo progetto è un sito internet https://www.patrimonidelsud.net/ che consente di muoversi virtualmente tra le varie località e da lì costruire i propri percorsi di visita, contattare gli operatori di zona che hanno aderito al progetto, avere sott’occhio il calendario degli eventi e tutta una serie di servizi collegati. Insomma per passare da un viaggio virtuale ad uno reale con estrema facilità.

Convegni, spettacoli e cultura allìUnesco Festival Experience

A proposito di eventi, uno di questi è stato proprio l’Unesco Festival Experience che si è sviluppato nell’arco di circa tre mesi abbinando la visita dei siti interessati ad un ricco calendario fatto di momenti di spettacolo, confronto, dibattito ed altro ancora.

Io e Roberta Zennaro a Su Nuraxi

Noi, perché io sono partita con la mia amica blogger Roberta Zennaro, siamo volate in Sardegna alla scoperta del famoso sito di Su Nuraxi che si trova ad una sessantina di chilometri da Cagliari. Un vantaggio, ma anche un limite. La vicinanza del sito con la città fa si che venga spesso considerato solo una bella escursione da fare in giornata. Non che sia sbagliato, ma in questo modo si perde l’opportunità di scoprire anche tutto quello che c’è nei dintorni.

La nostra visita di Barumini è iniziata con un approccio con la storia del territorio e la visita dei luoghi di interesse. A seguire una conferenza per illustrare il progetto dei Patrimoni del Sud e a conclusione uno spettacolo di musica e poesia all’aperto, con la luna piena a fare da scenografia naturale.

Cosa a vedere a Barumini

Casa Zapata

Casa Zapata è, per dirlo in modo molto semplicistico, il centro visite di Barumini, ma al tempo stesso è anche un museo nel museo.

Intanto già il nome vi avrà fatto intuire che c’entrano in qualche modo gli spagnoli. 

Si tratta infatti di una residenza fatta costruire dalla famiglia aragonese degli Zapata, arrivati in Sardegna nel 1323. Un paio di secoli dopo si stabilirono a Barumini e questa fu la loro residenza. La proprietà rimase alla famiglia Zapata fino agli anni ’80 del secolo scorso con la morte dell’ultima baronessa.

Prima seguì un periodo di abbandono, poi l’edificio diventò proprietà del Comune che lo trasformò in un polo museale. Quello che nessuno sapeva era che Casa Zapata custodisse un incredibile segreto, venuto alla luce solo nel 1990 quando iniziarono i lavori di ristrutturazione.

Fu allora che sotto il pavimento vennero scoperti i resti di un nuraghe che era stato spianato e utilizzato come fondamenta dell’edificio. Una scoperta improvvisa che cambiò completamente il progetto iniziale. Il pavimento fu rimosso e sostituito da passerelle e da un fondo in vetro per consentire ai visitatore di ammirare al tempo stesso il percorso espositivo e le antiche vestigia su cui poggia Casa Zapata. Elementi che si vanno a completare a vicenda.

Casa Zapata

Oggi il museo di Casa Zapata ospita una ricca collezione di manufatti provenienti dagli scavi effettuati in zona a testimonianza della civiltà nuragica. Tra i pezzi più interessanti anche il modellino di una torre che ci dà perfettamente l’idea di come dovesse essere in origine la forma di un nuraghe.

Io, che amo panificare, sono piaciute le pintaderas, delle formelle in terracotta che venivano anticamente utilizzate per marchiare il pane.

Casa Zapata, museo etnografico

A Casa Zapata è possibile visitare anche un piccolo museo etnologico che racconta la vita contadina. 

Su Nuraxi

Fiore all’occhiello di Barumini è il sito UNESCO di Su Nuraxi. Le famose pietre di cui parlavo all’inizio e che hanno tanta storia da raccontare. 

Il villaggio di capanne di Barumini

La cosa che più mi ha colpito di questo sito, a parte la sua magnificenza, è il fatto che il suo scopritore sia un archeologo nato proprio a Barumini. Credo che non ci sia nulla di più straordinario per uno studioso, che fare una scoperta tanto importante nella propria terra.

Giovanni Lilliu avviò la sua campagna di scavi negli anni ’50, portando alla luce un grande nuraghe complesso e un villaggio di capanne che si era sviluppato tutto intorno.

La straordinarietà di questo sito è tale che nel 1997 l’UNESCO lo inserì nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.

Stretti passaggi a Su Nuraxi

Per capirne la grandiosità dovete venire qui, salire le ripide scale ed entrare in questi spazi, a volte angusti, osservare la grandezza dei blocchi di basalto sovrapposti fino a formare le torri e ripetervi più volte che furono realizzati nell’età del Bronzo.

Giuro che si fa fatica a crederlo. Quello che si trova qui a Barumini è il più rappresentativo dalla tipologia di nuraghe complesso, non una semplice torre, ma un insieme di più elementi che si ripetono. Quattro alte torri, per la precisione, che sfiorano i 20 metri.

Muoversi all’interno del nuraghe non è sempre facile, si passa da scalette a stretti passaggi, passando anche dalla sommità, da cui si gode di un panorama a 360 gradi sulla Marmilla, questa zona della Sardegna che deve il suo nome alla particolare forma di alcune alture che ricordano delle mammelle.

Da qui si ridiscende nella parte bassa per arrivare all’interno delle torri. Ed ecco che si fa una nuova scoperta: le torri, disposte secondo i quattro punti cardinali, hanno al loro interno una differente temperatura, dovuta proprio all’esposizione.

La visita al nuraghe si fa solo in gruppi accompagnati perché è importante anche controllare l’afflusso dei visitatori per motivi di sicurezza.

Devo dire che, per me che non avevo mai visto un nuraghe, è stata davvero una sorpresa scoprire che è molto più simile ad un castello medievale che ad una costruzione di tipo preistorico. Non so se lo avete capito, ma stiamo parlando del 1500 a.C. anche se il nuraghe rappresenta poi una stratificazione che arriva fino al VII secolo d.C.

Questo è sicuramente il nuraghe più famoso della Sardegna, ma per chi ne volesse visitare altri non c’è che l’imbarazzo della scelta: il nuraghe di Palmavera nella Sardegna Nord Occidentale, il Nuraghe Losa, Ad Abbasanta (OR), Tomba dei giganti di Su Monte de s’Ape, ad Olbia, Nuraghe Santu Antine che si trova a Torralba (SS) e il Villaggio nuragico di Tiscali a  Dorgali (NU).

Centro Giovanni Lilliu

Proprio di fronte al sito archeologico si trova oggi una costruzione recente, che ospita il Centro di Comunicazione e promozione del patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”. Luogo dove sono allestite sia mostre temporanee che permanenti. All’ingresso attrae l’attenzione una ricostruzione, in scala ridotta, del bastione trilobato di Su Nuraxi, come doveva apparire nel XIV sec. a.C.

Ricostruzione del nuraghe di Su NuraxiIl percorso espositivo mette in luce molte caratteristiche della vita nuragica con modellini e ricostruzioni. Per gli appassionati di realtà virtuale la possibilità di fare un viaggio indietro nel tempo grazie ad un visore 4D. 

La storia è più avvincente se è a 4D

Come vedete di cose da fare a Barumini ce ne sono abbastanza per trascorrere un’intera giornata, ma non finisce qui. La città e la campagna circostante offrono tante cose interessanti, una visita che io e Roberta abbiamo fatto con in ape calessino accompagnate dal mitico Aldo che ci ha raccontato il territorio con amore e passione.

Ape Calessino per un tour a Barumini

Barumini è una di quelle destinazioni della Sardegna che possono essere meta di una vacanza low cost ad agosto in Sardegna, in ogni caso dormire almeno una notte a Barumini poi vi consentirà di visitare anche i paesini della zona e soprattutto fare un’escursione alla Giara, per avvistare i celebri cavallini selvaggi. Noi lo abbiamo fatto, ma di questo vi parlerò un’altra volta.

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