A piedi nudi nel parco, Oasi di San Daniele

Sul Sentiero degli Ezzelini

Oggi torno a parlarvi di #AsoloBlogTour, che ad ottobre ha portato un gruppo di blogger dell’Associazione Italiana Travel Blogger nella provincia di Treviso, alla scoperta del sentiero degli Ezzelini

Un weekend molto piacevole sotto vari aspetti, la cosa che ho apprezzato di più è stata l’oasi di San Daniele. Oasi di San Daniele

I motivi per cui mi è piaciuta tanto sono due:

  • La sua storia 
  • Il percorso geologico sensoriale

Da cava di argilla a oasi naturale

Da ambientalista convinta sono molto soddisfatta quando un’area degradata riesce a trasformarsi in qualcosa di meglio magari evitando, come in questo caso, la minaccia di diventare una discarica.
sentiero bosco
Quello che infatti oggi appare al visitatore come un area naturale di grande interesse, ricca anche di biodiversità, fino agli anni 80 era una cava di argilla e fu proprio quando cadde in disuso che qualcuno ebbe l’idea di trasformarla in discarica di fanghi industriali, cioè rifiuti altamente tossici.

Un’immagine oggi, per fortuna, molto lontana e questo grazie all’impegno dei cittadini che si sono organizzati in comitato spontaneo e all’impegno delle amministrazioni comunali che hanno appoggiato il recupero dell’area. Insomma, ci saranno voluti pure una decina di anni, ma oggi l’Oasi di San Daniele è un fiore all’occhiello del territorio. Un luogo dove poter trascorrere una giornata a contatto con la natura  fotografare gli uccelli e gli altri animali presenti grazie anche un capanno fotografico che rende l’ospite umano quasi invisibile. 
 

Prima si pedala, poi ci si toglie le scarpe

Noi qui siamo arrivati in bicicletta perché l’oasi di San Daniele altro non era che la tappa finale di una lunga passeggiata seguendo il sentiero degli Ezzelini. Appena arrivati posate le biciclette siamo stati coinvolti in un’attività molto particolare, anzi due.
Per prima cosa, armati di carta pastelli e pennarelli, abbiamo disegnato le sensazioni che ci suggeriva l’oasi. 
laboratorio verde
 
Disegnare per noi è stata un po’ anche occasione per riposare le gambe dopo la lunga pedalata. Poi finalmente è arrivato il momento che tanto attendevo, l’attività che più mi aveva messo curiosità quando avevo letto il programma di questo tour, cioè un percorso sensoriale a piedi nudi per scoprire la geologia del territorio dalle pendici del Monte Grappa fino all’oasi di San Daniele. 
 
Camminare a piedi scalzi mi è sempre piaciuto, fin da bambina e ancora oggi, ogni volta che ne ho l’occasione, mi tolgo scarpe e calzini per sentire la sensazione del terreno sotto i piedi. 
Percorso sensoriale all'Oasi di San Daniele
 

Questa volta il percorso organizzato all’interno del parco offriva sensazioni diverse, già vedendo le foto vi accorgerete come il percorso altro non è che un grande puzzle geologico che raccoglie tratto dopo tratto materiali diversi, a volte morbidi altre volte particolarmente pungenti. Un sentiero che vuole collegare idealmente il fiume Brenta con il Piave, passando per il Lastego e il Muson. tratti del percorso con ciottoli di fiume


Non a caso, 
infatti, una parte del materiale che compone il sentiero sono proprio i ciottoli provenienti da questi corsi d’acqua. Già perché la caratteristica del sentiero è quella di alternare, ogni quattro metri circa, elementi diversi provenienti dal territorio: ciottoli di fiume, pietre, aghi di pino, foglie, erba, argilla e molto altro ancora per offrire al visitatore sensazioni diverse, come sono diversi i materiali da cui è composto. Ecco allora che a volte ci si trova a camminare sul morbido, con un una base che quasi accarezza i piedi, in altri invece sono le pietre che mettono alla prova la pianta delle nostre estremità. 

sentiero oasi san daniele


Non a caso stiamo parlando di un percorso geologico sensoriale. I nostri piedi ci portano a percepire le sensazioni tattili, ma ad essere protagonisti sono anche altri sensi. Basta un po’ di attenzione ed ecco che le narici vengono investite da profumi, mentre le orecchie percepiscono i suoni dell’ambiente,  dal frusciare delle foglie mosse dal vento al canto degli uccelli. Quanto alla vista, noi eravamo nell’oasi in autunno, quando il paesaggio è caratterizzato dai colori decisi delle foglie che in questo periodo vanno dal verde al giallo al rosso.

E così per il mio #AsoloBlogTour, dopo il momento dei ricordi era arrivato quello delle emozioni sensoriali

percorso sensoriale 

Davvero complimenti a chi ha avuto l’idea di progettare questo sentiero che offre al visitatore un approccio davvero diverso e unico all’ambiente e in questo caso all’Oasi. Se posso darvi un consiglio non limitatevi a fare il sentiero in un solo verso, è incredibile come percorrendo a ritroso per una seconda volta i 120 metri dell’itinerario sensoriale le percezioni che si proveranno possono essere diverse. 

 

Vi ricordate che avevamo iniziato questa esperienza con un disegno? Era solo una bozza, al termine del nostro itinerario infatti abbiamo potuto aggiungere elementi che il percorso sensoriale ci aveva suscitato. 

Il risultato certo non è quello di grandi capolavori artistici, ma semplicemente immagini che raccontano, anche in modo molto semplice, delle emozioni. 
disegno

Flora e fauna

Il momento più brutto? Rimettersi le scarpe! Era però necessario perché prima di tornare verso Asolo ci attendeva una visita dell’oasi. 

passerella in legno


Cosa vedere, o meglio cosa sperare di vedere, cambia con il mutare delle stagioni. Tantissimi uccelli, dall’immancabile germano reale all’elegante airone cinerino e ancora rapaci,  picchi, sia il picchio verde che il picchio rosso maggiore, molti passeriformi e ovviamente uccelli acquatici.

 

Tra l’erba è possibile avvistare dei rettili come il ramarro, il biacco la natrice dal collare e la lucertola.

Però se parliamo di animali, qui un posto speciale è per gli anfibi, non a caso il simbolo dell’oasi è la raganella, è facile incontrare anche rane e rospi che si tuffano in acqua o che riposano sulla riva.
Presenti anche diversi mammiferi come il capriolo, la volpe, il tasso, il cinghiale, la faina e la donnola.
germano reale
 

E poi non serve aggiungere che se siamo in un oasi naturale non possono mancare gli insetti, Tra tutti vi segnalo le lucciole che aggiungono suggestione alle serate estive.

Gli insetti sono ovviamente richiamati dai fiori, in primavera qui, tra primule, campanule,viole e anemoni, è una vera e propria festa dei colori. 

Nei boschi inoltre è possibile incontrare anche alcune orchidee, rosa canina, rovo, sanguinella e fragola. 

Nella Cartelli segna sentieri zona umida crescono le cannuccia palustre e il giunco. Tra le particolarità botaniche segnalo la rarissima Typha a foglie strette e l’equiseto, pianta preistorica dalle eccellenti proprietà terapeutiche.

 

 

Dove si trova

L’Oasi di San Daniele si trova nel comune di San Zenone degli Ezzelini (TV), in via di San Daniele
Per informazioni e prenotazioni tel. 3408449399

 

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