A Venezia, il ghetto più antico d’Europa

 

Una visita a Venezia ha dei must, delle cose che assolutamente non si possono non vedere, soprattutto per chi ci viene per la prima volta. Ci sono però itinerari insoliti che, anche se meno battuti dagli itinerari turistici, hanno un loro fascino e forse in alcuni casi offrono una Venezia autentica, più di quella delle cartoline.

E’ il caso del Ghetto Ebraico, che si conserva piuttosto integro.

Pochi lo sanno, ma è proprio qui a Venezia che fu istituito il primo della storia europea. Era il 29 marzo 1516 (il secondo è il Getto di Roma del 1555). il governo della Serenissima scelse a questo scopo la piccola isola del sestiere di Cannaregio. A questo punto non vi stupirà scoprire che il termine ghetto deriva dal termine veneziano getar, che significa fondere. Sull’isola infatti all’epoca c’erano molte fonderie. Da Venezia il termine ghetto si diffuse in tutta Europa, ad indicare i quartieri dove veniva segretati gli ebrei. In quello di Venezia furono confinati gli ebrei fino al 1797, anno della caduta della Repubblica e dell’arrivo di Napoleone.

Con i francesi il ghetto fu eliminato da ogni cancello, anche se oggi, guardando bene è possibile individuare alcuni cardini.

 
Nel ghetto gli ebrei dovevano rientrare al tramonto e non potevano uscirne fino all’alba. Ad assicurare che il divieto fosse rispettato pensavano i cancelli che delimitavano la zona. 
L’area era limitata e per garantire la presenza di un numero elevato di persone le case si sviluppavano in altezza. Ancora oggi, appena entrati nell’area del ghetto si notano le case-torri, che raggiungono gli otto piani. Questo non fu sufficiente e così si resero necessari più ampliamenti, e da uno, i ghetti divennero tre, tanto che oggi parliamo di Ghetto vecchio, Ghetto Nuovo e Ghetto Nuovissimo.
 
Il Ghetto Ebraico di Venezia si raggiunge con la linea 1 o 82 del vaporetto, scendendo alla fermata S. Marcuola – Ghetto, oppure con le linee 41, 42, 51 o 52, scendendo alla fermata Ponte delle Guglie – Ghetto. Da qui si entra nel ghetto vecchio attraverso sotoportego, uno degli antichi accessi.
Di particolare interesse le sinagoghe, o “Scole”, che nel ghetto veneziano vennero fatte costruire, tra il primo quarto del 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi etnici: sorsero così le Scole askenazite Tedesca e Canton, la Scola Italiana, le Scole sefardite Levantina e Spagnola. Oggi nel ghetto di Venezia sono presenti e aperte al pubblico, cinque sinagoghe, ritenute le più antiche del vecchio continente.
 
Nel Ghetto Novo da non perdere il Museo Ebraico di Venezia, aperto nel 1955 e un bassorilievo, opera dell’artista lituano Arbit Blatas, in ricordo delle vittime dell’olocausto, impresso sul muro dell’antica Casa di Riposo ebraica.
 
Il ghetto di Venezia ancora oggi continua ad essere un punto di riferimento per la comunità ebraica. Qui inoltre è possibile acquistare prodotti gastronomici e oggetti di artigianato ebraico. Questa zona, non lontano dalla stazione, può essere anche un’ottima soluzione per chi cerca un pernottamento in città. Di hotel a Venezia ce ne sono molti, ma se quello che cercate è un hotel low cost, questa potrebbe essere la zona giusta dove trovare una sistemazione decorosa e a buon mercato, con in più il vantaggio di dormire in una zona unica nel suo genere.

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