Al 54esimo Salone Nautico trionfa il made in Italy

 

Prue da sogno

Biglietti FS, accredito stampa, B&B. prenotato, fotocamera…ok. 

 
Ci hanno accompagnato stupende giornate di sole e una città che ha saputo essere davvero ospitale.
Inizierei da “Pierrot e la rosa”, il nostro B e B, dove i titolari, Salvatore e Dina, hanno pensato ad un ambiente letteralmente da favola per i loro ospiti.
B&B genovese: particolare dell’ingresso
No, non è un modo di dire: non c’è un angolo del grande appartamento che non sia tappezzato, rivestito, guarnito, con fiori, angioletti, lumi, tovagliette… La colazione, servita con grande eleganza con bricchi di raffinata porcellana, è il momento in cui ti senti davvero a casa. Una casa delle bambole dove l’ospite è di famiglia.
Pensate che a Genova persino i Vigili sono gentili!
 
Giunti in fiera con l’autobus navetta dedicato, e puntuale, onestamente non sapevo cosa aspettarmi. Dopo che lo scorso anno non si parlava d’altro che di crisi del settore, di un Salone in tono minore, degli strascichi dell’effetto Monti…
La domotica entra in barca

 

Invece la prima impressione, ed in questo concedetemi un po’ di sano patriottismo, è stata di un paese che di buttarsi giù non ne vuole proprio sapere; alla faccia di chi, dalla propria poltrona pensa solo alla sua pancia e… alla sua barca, come un tale “baffetto”, purtroppo ancora in pista, il quale affermava che chiunque, in Italia, avrebbe potuto permettersi una barca a vela…
 
Ok, non è così, ma sognare non costa nulla, solo il biglietto d’ingresso.
 
Cominciamo col dire che i cantieri stranieri non erano moltissimi e che almeno la metà della produzione esposta era orgogliosamente indigena. Probabilmente Cannes, Montecarlo, Dusseldorf ed altri avranno un’esposizione di respiro maggiormente internazionale, ma la cosa non ci è dispiaciuta affatto. 
Gommoncino …da pesca

Va sottolineato che mentre all’estero c’è chi produce imbarcazioni in grandi serie, rivolte ad un mercato reale, possibile, insomma… di minori pretese, la produzione nostrana è quasi esclusivamente una produzione d’eccellenza. 

La camera del padrone di casa

Lascio agli appassionati una diversificazione tra i vari marchi, ma di sicuro, tra la raffinata progettazione, l’impeccabile realizzazione e la continua ricerca di materiali sempre più performanti, la produzione nostrana consolida la nostra fama internazionale di “popolo di Santi, poeti e navigatori”. Non ultimo il

Camera d’albergo?
No, catamarano nostrano

design, che esportiamo ormai più degli spaghetti. Non è un caso se sono sempre più numerosi i cantieri stranieri che si affidano, per il disegno e l’ottimizzazione degli interni ad importanti studi di architettura italiani.

 
Ecco allora emergere, di poco rispetto all’altissima media, sia chiaro, produzioni customizzate che adottano soluzioni inedite, come il quadrato con l’intera parete d’accesso a vetri curvi ed un pianoforte digitale inserito in ambiente; o il giovane cantiere siciliano che affida le linee d’acqua del suo immenso catamarano ad un progettista di lungo corso e gli interni ad una giovanissima designer, che forte delle tradizioni della sua terra, riveste in pietra lavica alcune pareti interne, donando agli ambienti un’eleganza ed una luminosità tale da accorgersi di essere su una barca solo grazie alle onde alzate di tanto in tanto dai motoscafi di passaggio.
 

E poi la tecnologia: l’infusione degli scafi per qualcuno avviene in un unico blocco, in modo tale da annullare scricchiolii e torsioni durante la navigazione, conferendo rigidità e robustezza d’insieme a quella che potrebbe essere una barca definitiva.

Italica perfezione in italico stile

Ed il design che la fa sempre da padrone. Bitte d’ancoraggio a scomparsa alla stregua di opere d’arte moderna, torniture dal pieno di oggetti di coperta in metallo che fanno davvero pensare ad una mostra galleggiante. Non solo legno, ma anche materiali compositi per gli interni. Spazio, eleganza, praticità.

Cucina in villa…galleggiante

Non mi soffermo sui particolari tecnici, che rimando ai colleghi delle riviste specializzate, ma essendo un appassionato velista, non posso non sottolineare

Signore e…signore, il bidet!

la presenza di dettagli volti ad un continuo miglioramento delle prestazioni e della sicurezza, anche in mare aperto. E stiamo parlando di barche a vela.

Per quanto riguarda la sezione dei grandi yacht a motore, i limiti sono imposti soltanto dalla fantasia dei progettisti.
 
Un appunto è doveroso, nel dividere la categoria dei diportisti in motoscafisti e velisti: in effetti sembra che la seconda sia quella che unisce gli appassionati in misura maggiore. É più raro tra i velisti fare a gara a chi ce l’ha più lungo, lo scafo, anche perché spesso si regata tutti insieme sulla barca di un armatore oppure si soffre tutti insieme in crociera, a causa degli spazi ristretti. Il mondo dei superyacht è ad appannaggio di facoltosi personaggi, di grandi società di charteraggio nautico.
Salone doppio
Ville galleggianti, senza limiti di opulenza, a bordo delle quali vengono conclusi affari milionari e a volte, a nostra insaputa, decisi anche i nostri destini. Economici e non.
 
In fondo chi ama il mare cerca il vento.
 
Nel caso non vi bastasse l’acqua intorno

Conferma di quanto esposto mi è parsa la difficoltà riscontrata nell’ottenere il permesso di visitare una di queste regge, rifinite in pelle, velluto e cristallo, con consumi orari di 4-500 litri, costruite su quattro livelli o più e magari una Jacuzzi a cielo aperto: è evidente che…se c’è da perdere del tempo con un giornalista…o con un blogger…!

 
Solo i titolari di un cantiere sanremese ci hanno aperto le porte, fornendoci anche la presenza di un addetto, che ha esaurito tutte le nostre curiosità, dal momento che ci trovavamo in ambienti con pareti rifinite…in ardesia. Avreste mai pensato di trovarvi su una barca? Italiana, ovvio!
Vento e musica…si può desiderare di più?
Appena finito di sognare ci siamo spostati nei padiglioni dell’esposizione interna, stracolmi di gente, anche perché stracolmi di barche “possibili”. Salendo ai piani alti una parolina breve breve mi rimbombava nel cervello e faceva eco insieme all’amore per il mio paese e alla riconosciuta ottusità, ormai credo volontaria, dei suoi governanti: indotto.
 
Vetro, alluminio, leggerezza

Avete presente tutta quella serie di prodotti che servono per arredare, pulire, mantenere un’abitazione? Beh, aggiungete quelli per arredare, pulire, mantenere uno scafo ed il suo armamento. Vi siete fatti una vaga idea di quanto denaro, e di conseguenza tributi, potrebbe muovere la nautica, se la finissero di demonizzare anche l’appassionato, che, ormai terrorizzato, svende il suo 12 mt. per paura di finire nelle grinfie dell’agenzia delle entrate? Ci sono imbarcazioni dismesse in cantieri che non sanno che farne, perché non si possono nemmeno vendere, rottamare, smaltire…perché se l’armatore paga il rimessaggio scatta subito un controllo fiscale che darà quasi sempre esito positivo. La ricerca del classico pelo nell’uovo. E allora la regala al cantiere, e allora una barca in meno, pensata, progettata, fabbricata, distribuita, venduta, verrà, acquistata, cambiata, mantenuta, rimessata, pulita con prodotti pensati, progettati, fabbricati, distribuiti, venduti…da un cospicuo numero di contribuenti. Il ristagno di un intero settore.

Terrazza vista mare

 

Fortunatamente siamo sopravvissuti a Monti e sopravviveremo anche a questo periodaccio, me lo dice quello che ho visto con i miei occhi nel paese delle italiche meraviglie. E ringrazio chi, per mestiere o per passione, non smette di credere in quello che fa, per se e per i suoi concittadini, magari evitando di spostare la produzione all’estero e di mandare a casa migliaia di padri e madri di famiglia. 
 
A nome di tutti gli appassionati, grazie.

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