
Tra le cose che sapevano fare bene i Romani c’erano gli acquedotti i ponti e le strade, tra questa anche la via Appia Antica chiamata la “Regina viarum“, la regina di tutte le strade.
La regina viarum da Roma a Brindisi
La via Appia lasciava Roma da a Porta San Sebastiano e da qui iniziava la sua strada verso sud. Un strada lunga. Inizialmente fino a Capua dove andava ad incrociare la via Latina, poi pian piano sempre più avanti: 360 miglia che univano Roma e Brindisi dove ancora oggi possiamo ammirare una delle colonne che ne segnava la conclusione.

Un tracciato che oggi attraversa quattro regioni italiane: Lazio, Campania, Basilicata, Puglia. Circa 533 Km che hanno visto passare nel tempo derrate alimentari, legioni, pellegrini e tanti viaggiatori, illustri e non.

Paolo Rumiz e l’Appia Antica
Tra questi ce n’è uno particolare. è lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz che nel 2015 – insieme a Riccardo Carnovalini, Irene Zambon e Alessandro Scillitano – ha percorso a piedi l’intero tracciato – ed ha raccontato questo straordinario viaggio ai suoi lettori.
“Non è vero che tutte le strade portano a Roma, – sottolinea Rumiz – semmai partono da Roma”. Perché in effetti così era. Da Roma, cuore dell’Impero, partivano le tante strade destinate a collegare la capitale con i territori più remoti. “Quando, cinque anni fa, ci siamo incamminati – preìosegue Rumiz –non riuscivamo a credere di essere i primi dopo due secoli a farla tutta a piedi. Un percorso costellato di monumenti il cui valore va al di là dell’archeologia, perché l’Appia riassume millenni di storia del Paese” con “accesso al parco archeologico più grande del mondo”.

Un viaggio, quello di Rumiz, molto proficuo dal quale sono nati articoli, un libro, film, la mostra “L’Appia ritrovata in cammino da Roma a Brindisi”, che dopo un lungo tour è tornata a Roma (può essere visitata fino al 13 settembre al Casale di Santa Maria Nova) e un progetto del Mibact che è stato presentato ieri a Roma.
Un importante progetto culturale
Un progetto importante, come si intuisce già dal titolo “Appia Regina Viarum – Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano”. Un cammino lungo oltre duemila anni destinato a diventare il “primo cammino laico al mondo”.

Già perché i cammini più famosi, a partire da quello di Santiago, sono tutti cammini religiosi. Il cammino dell’Appia si distinguerà anche per qualcosa di altro. “A differenza del cammino di Santiago, che finisce nel nulla, – continua Rumiz – è un grande inizio e una grande ripartenza con la Via della Seta”.
Un progetto da 20 milioni di euro
Per questo progetto sono stati 20 milioni di euro, 9 milioni 150mila dei quali destinati ad importanti lavori logistici, dalla cartellonistica all’installazione dei cippi miliari e non ultime le colonnine che segnaleranno l’inizio e la fine di ciascuna tappa.

Poco meno di 7 milioni saranno poi ad appannaggio delle Soprintendenze coinvolte che li potranno utilizzare per restauri e ricerche scientifiche, volte, tra le altre cose, anche a sciogliere alcuni dubbi su quello che era – in alcuni tratti – l’effettivo tracciato della via Appia Antica.
“La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei. È nostro preciso dovere – ha detto il Ministro Dario Franceschini – investire in questo progetto, che ha il merito di puntare sulla cultura per promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno.”
I punti di forza del progetto
La prima fase durerà 210 giorni, poco meno di un anno, e coinvolgerà tre grandi gruppi di progettisti al termine dei quali si presenteranno i quattro lotti di lavori, uno per ogni regione interessate.

“Il progetto – conclude Rumiz- avrà bisogno del coinvolgimento di tutte le popolazioni locali. Molte associazioni si sono già fatte vive e sono nate maratone di corsa tra comuni che fino a qualche tempo fa non si parlavano neanche. Un’operazione che attraverso un ‘turismo leggero’ riuscirà a “valorizzare aree ‘dimenticate’” riportandole al centro di un importante progetto.
Sono tanti i punti di forza di questo progetto, prima di tutto si tratta di un cammino culturale, ma che ha anche degli aspetti naturali.
Un cammino lungo 29 tappe
Il cammino sarà articolato in 29 tappe, caratterizzate da diversi gradi di difficoltà. Si passa a tratti dove si cammina tranquillamente in pianura per diversi chilometri calpestando l’antico basolato a tratti decisamente più problematici, quelli che vedono l’Appia antica e quella moderna coincidere e soccombere al traffico quotidano dei veicoli. Per questi tratti si sta già lavorando per trovare delle soluzioni.
I tempi previsti sono abbastanza celeri, dal Mibact promettono che “ìn un paio di anni il cammino sarà interamente percorribile” .
Queste le 29 tappe
- Roma – Albano Laziale
- Albano – Cisterna
- Cisterna – Foro Appia
- Borgo Faiti – Terracina
- Terracina – Fondi
- Fondi – Gaeta
- Formia – Minturnae
- Minturnae – Sinuessa
- Sinuessa – Capua
- Capua – Maddaloni
- Maddaloni – Montesarchio
- Montesarchio – Benevento
- Benevento – Passo Di Mirabella
- Passo Di Mirabella – Borgo Le Taverne
- Borgo Le Taverne – Bisaccia
- Bisaccia – Ponte S.ta Venere
- Ponte S.ta Venere – Madonna di Macera
- Madonna di Macera – Venosa
- Venosa – P.zzo San Gervasio
- P.zzo San Gervasio – M. Tripputi
- M. Tripputi – Gravina
- Gravina – Maccaronaro
- Maccaronaro – M. Miseria
- M. Miseria – Palagiano
- Palagiano – Taranto
- Taranto – M. Le Monache
- M. Le Monache – Oria
- Oria – Mesagne
- Mesagne-Brindisi
Pronto il sigillo del cammino
Intanto è già pronto il sigillo ufficiale del cammino un monogramma alfabetico a doppia “A” che segna la via numero uno del mondo antico con due linee prospetticamente convergenti come una strada che punta sull’orizzonte.
Il monogramma- ideato dal calligrafo Pietro Porro – trasposto su timbro, verrà apposto sui pani, cibo proprio della cultura italiana e in particolare delle regioni attraversate dall’Appia Antica.
Per maggiori informazioni è disponibile un sito internet www.camminodellappia.it dal quale sarà possibile anche seguire l’avanzamento dei lavori