Da TourismA – Salone dell’Archeologia e del turismo culturale di Firenze arriva una notizia che aspettavo da tanto: L’appia Antica Sara candidata come sito patrimonio dell’umanità Unesco.

Il prossimo passo avverrà nei prossimi mesi quando la candidatura verrà formalizzata, con la presentazione ufficiale che avverrà entro il prossimo primo febbraio. Prima però dovrà passare attraverso un complesso e lungo iter di valutazione da parte dell’organismo consultivo del Comitato del patrimonio mondiale (ICOMOS).

Per il riconoscimento dell’appia Antica come patrimonio UNESCO bisognerà attendere l’estate 2024
Sono molto contenta di questa proposta un forte legame con la Appia Antica, soprattutto con il tratto che attraversa la zona di Roma, la mia città

Per chi non lo sapesse la più antica è la prima strada romana ad essere stata è stata pavimentata, ma una delle due vie più importanti dell’antica Roma, l’altra era la via Latina. Entrambe lasciavano Roma e seguendo itinerari diversi arrivavano fino a Capua, l’odierno Santa Maria Capua Vetere, la cui importanza è testimoniata anche dalla presenza di un grande anfiteatro, l’anfiteatro Campano, un po’ più piccolo del Colosseo ma costruito prima.
Lasciata Capua la via Appia continuava il suo percorso passando prima in Basilicata poi in Puglia fino ad arrivare a Brindisi.
Il punto in cui terminava la via Appia era segnato con due Colonne, una delle quali visibile ancora oggi.

Brindisi era anche uno dei porti più importanti dell’antichità, da dove partivano le rotte commerciali per la Grecia. A Brindisi la via si fermava necessariamente incontrando il mare, ma dall’altra sponda dell’Adriatico idealmente proseguiva il suo percorso nei Balcani, fino in Turchia, con il nome di via Egnazia.
La via Appia fu realizzata in più fasi, a partire dal 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco, nella metà del III sec. a.C. raggiunse Maleventum, (Benevento) e successivamente Taranto. L’intero percorso fu completato intorno al 190 a.C. con l’arrivo al porto di Brundisium (Brindisi).
Oggi la via Appia Antica attraversando 4 regioni (Lazio, Campani, Basilicata e Puglia) e il territorio di 74 comuni.
Per la sua importanza i Romani la chiamavano Regina viarum, cioè regina delle strade. Un titolo legato non solo al suo ruolo economica e sociale, ma anche perché si tratta di una delle opere ingegneristiche più strategiche e all’avanguardia del mondo antico.
Pensate che fino a Terracina è un rettilineo quasi perfetto e che in terra Pontina la presenza delle paludi non rappresentò un ostacolo così ostico da modificarne il tracciato. Semplicemente e romani andarono ad adottare la tecnica di costruzione più adeguata per superare le caratteristiche del territorio.

Nel presentare la candidatura Angela Maria Ferroni del Ministero della Cultura Ufficio Unesco ha spiegato come questa sia la prima candidatura promossa e finanziata dal Ministero della cultura, che sta investendo anche ingenti risorse per il restauro e la valorizzazione di alcune testimonianze monumentali presenti lungo il percorso.

La Ferroni ha poi sottolineato che esiste, lungo il tracciato, un forte senso di appartenenza tra le comunità locali e di come l’Appia sia un brand, con “tanti prodotti, tanti negozi, portano ancora oggi il nome di “Appia”.