Arcipelago Toscano, sette perle nel Tirreno

Le sette perle di Afrodite

Arcipelago toscano

Sette perle, sette isole

La leggenda

Sette isole bellissime quelle dell’Arcipelago Toscano, e non poteva essere altrimenti, visto che le isole, secondo la leggenda, sarebbero le perle della collana di Afrodite, dea dell’amore e della bellezza. La collana si ruppe accidentalmente e le perle, cadendo nel Tirreno, non andarono a fondo, ma diedero origine alle sette isole:

  • Elba
  • Giglio
  • Giannutri
  • Capraia
  • Pianosa
  • Gorgona
  • Montecristo
Sette perle preziose, la cui fragile bellezza è stata tutelata con l’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Uno scrigno che custodisce mare e terra, un tesoro fatto di piante endemiche e specie rare di animali, compreso il gabbiano corso, il meno diffuso in assoluto di tutto il Mediterraneo.

Arcipelago toscano

Elba

Sette isole che ho nel cuore, anche se ancora devo mettere piede su tutte, anche se non sono sbarcata però, almeno dalla costa le ho viste tutte.
 
La mia prima volta all’Elba risale a tanti anni fa. Non vi dico quanti, ma avevo forse 6 o 7 anni, ma sapevo già chi fosse Napoleone. Forse è per questo che il ricordo più nitido è proprio quello della visita alla residenza dell’Imperatore. Mi colpì molto il letto di Napoleone che trovai particolarmente piccolo. Che non era alto si sa, ma forse per una bambina era già tanto sapere chi fosse Napoleone! 
 
Sull’isola sono poi tornata altre due volte. Con un gruppo di amici l’avevamo scelta come meta per un ponte del 1 Maggio. Un periodo perfetto non tanto per fare i bagni al mare, ma per le escursioni. Eravamo una decina di persone e per l’occasione avevamo affittato due appartamenti nella zona di Marciana. Una scelta non casuale, ma voluta, visto che il clou della nostra breve vacanza doveva essere un trekking sul monte Capanne, che con i suoi 1018 metri non solo è la vetta più alta dell’isola, ma dell’intero arcipelago. 
Arcipelago toscano
Se si pensa ad isole si pensa subito al mare, ma tra le attività che è bello fare all’Elba ci sono proprio le escursioni. In fondo che così un’isola, se non una montagna in mezzo al mare?
Sul trekking l’Elba punta molto, per questo gli appassionati troveranno numerosi sentieri tracciati che li porteranno a camminare in una natura ricca di flora e fauna. 

La mia ultima volta all’Elba risale a pochi mesi fa, un’occasione per socprire tra i vari aspetti, anche quello minerario e archeologico, che poi sono l’essenza della storia di questa isola.

Il trekking è stata anche la motivazione che mi ha portato per la prima volta all’isola del Giglio, la seconda per grandezza dell’Arcipelago Toscano. Una passeggiata lungo la rete di sentieri che vi porta a scoprire un ricca natura e panorami dalla vista mozzafiato con le falesie a picco sul mare. Giglio però per me è anche il posto dove ho fatto la mia prima vera immersione in mare, durante la quale ho visto sul fondale la più grande conchiglia del Mediterraneo: la pinna nobilils. Forse avrei dovuto inserirle anche questo nel post dei miei più incontri marini più belli. Comunque non serve avere un brevetto da sub per scoprire la ricchezza dei sui fondali, i suoi fondali bassi e trasparenti ben si addicono anche allo snorkeling.mare

 Le altre cinque perle, quelle più piccole, ma non per questo meno preziose, le ho ammirate solo dalla costa. Anni fa ho lavorato su una nave e ogni giorno navigavamo tra Livorno ed Olbia costeggiando le isole dell’arcipelago, la rotta non era sempre la stessa, a volte passavamo a sud dell’Elba, altre volte a Nord. Ed è così che la navigazione ci svelava le coste di Giannutri e Montecristo, altre di Gorgona e Capraia. 

area marina delfini toscana

Puntuale invece l’appuntamento con Pianosa. All’epoca ancora ospitava il carcere e così dalla nave vedevamo le motovedette che circumnavigavano l’isola e puntuali ci salutavano gruppi di delfini, in particolare delle stenelle e occasionalmente si avvistavano anche balenottere. Mi sarebbe piaciuto vedere anche il capodoglio, ma quel “capoccione” non si è voluto mostrare. Nessuno stupore, non ci troviamo solo nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma anche nel Santuario dei Cetacei, una vasta superficie marina tra Toscana, Sardegna, Liguria a Francia.

Ora che Pianosa non è più un carcere è diventata visitabile, anche se solo a numero chiuso. Lo stesso vale per Montecristo, che essendo una riserva integrale, può accogliere solamente mille visitatori all’anno, dietro autorizzazione del Corpo Forestale dello Stato.
 
Altra isola carceraria è Gorgona, la più piccola isole dell’arcipelago è lunga appena 3 km e larga 2. Lungo le sue coste si aprono delle calette, la più famosa è la Cala dello Scirocco dove si apre la Grotta del Bue Marino che un tempo ospitava la foca monaca. Due i nuclei abitati più importanti: l’istituto penitenziario e il borgo dei pescatori. L’accesso è consentito, ma limitato.

Piccola e selvaggia anche Giannutri, la più meridionale dell’arcipelago. Abbastanza vicina all’Argentario, l’isola è collegata in estate con Porto Santo Stefano da un servizio di traghetto giornaliero. Importante anche per il suo ruolo di area di sosta per gli uccelli migratori.
 
Parlando di avifauna ecco Capraia,ex isola carceraria, che tra i suoi “abitanti” più illustri vanta il falco pellegrino, che grazie ai versanti montuosi selvaggi e coperti da una ricca vegetazione trova il migliore dei rifugi.
 

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