Cena al Pantheon

La turista nella mia città… ecco che cosa ho fatto in questi giorni.

Ma prima occorre fare un passo indietro. Il venerdì mattina avevo ricevuto una telefonata da Morena, lei ed Annamaria erano arrivate improvvisamente a Roma. In quel momento erano ai Musei Vaticani, poi il loro programma prevedeva una visita alla Basilica di San Pietro, ma ci mettiamo d’accordo per vederci nel pomeriggio per un aperitivo.

L’aperitivo in realtà è una scusa per vederci a distanza di un anno. L’anno scorso infatti, in questo stesso periodo, eravamo in Marocco.

 

Il nostro pomeridiano è diventato serale e così l’aperitivo è diventato una cena. Loro, da perfette turiste, hanno voluto cenare in zona Pantheon.

Abbiamo trovato un localino che sembrava carino e con i prezzi anche contenuti. La sorpresa però è arrivata dal menù. Fatta eccezione per le verdure crude e le bruschette era tutto precotto e surgelato. Compresi gli spaghetti al pomodoro! Ovvero il piatto più banale della lista.

Per le pizze ci hanno detto che ad essere surgelata era solo la base… un pensierino di andarcene e cercare un altro posto lo abbiamo fatto, ma alla fine abbiamo ritenuto che tutto sommato, troppo schifo non doveva fare, In fondo io mangio spesso le pizze surgelate del supermercato e cotte al forno tradizionale (non microonde) non sono male. In questo caso erano mollicce e gommosette. In compenso sono state servite con una birra annacquata.

scorcio roma

Io speravo di riuscire a prendere l’ultima metropolitana, ma la “splendida” cena è finita alle 21.

L’ultima metro era quindi perduta. Non tutto il male viene per nuocere, quindi abbiamo proseguito la nostra serata passeggiando tra le vie del centro, con tanto di sosta sulla scalinata di Trinità dei Monti.

Quando ci siamo avviate verso la navetta sostitutiva della metro, mi sono improvvisamente resa conto che tutti i bar erano chiusi e che qui pochi aperti non vendevano i biglietti. In strada, forse per motivi di decoro urbano, nessuna emettitrice automatica, Siamo arrivate a piedi fino a piazza Barberini per trovare forse l’unico bar che a quell’ora vendeva il sospirato ticket. Che vita dura quella del turista!

 

 

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