La necropoli della Banditaccia di Cerveteri, è passata da regno dei tombaroli a Patrimonio dell’Umanità e quest’anno celebra i suoi 10 anni di iscrizione a Patrimonio Unesco.
Quest’anno ricorre il decimo anniversario dell’iscrizione della Necropoli della Banditaccia come Patrimonio dell’Umanità Unesco, un onore tutto meritato per quella di Cerveteri che è considerata una delle necropoli più grandi del mondo, ma che per troppo tempo è stata, così come molte altre necropoli etrusche della zona, terreno indiscusso dei tombaroli.
C’erano una volta i tombaroli
Gli bastava fare un buco per terra e trovare un tesoro. E’ stato calcolato che negli anni furono profanate qualcosa come 40mila tombe. Provate ad immaginare quanti tesori furono trafugati e quanto riuscirono ad arricchirsi illecitamente da un lato i tombaroli e dall’altro le collezioni di chi acquistava senza porsi troppe domande sulla provenienza degli oggetti.
Le tombe potevano essere ricchissime, anche perché gli Etruschi, abili navigatori, entrarono in contatto commerciale con le popolazioni del Mediterraneo, ed ecco spiegato il perché, ad esempio, di tanti vasi greci. E’ stato calcolato che una ventina di anni fa un tombarolo da una singola tomba era in grado di ricavare una settantina di milioni di lire. Molti oggetti sono così finiti in molte collezioni private, ma anche in musei.
Il Cratere di Eufronio torna a casa
Tra le tante opere venute alla luce in questo modo anche il Cratere di Eufronio, un vaso a figure rosse, realizzato nel 515 a. C. trafugato dai tombaroli nel 1971. Per questo capolavoro dell’arte greca il Metropolitan Museum of Art di New York pagò, nel 1972 un milione di dollari. E nella Grande Mela il vaso è stato esposto per decenni fin quanto, dopo una lunga trattativa, è stata riconosciuta allo Stato Italiano la proprietà del reperto ed il vaso è tornato in Italia.
Dal 2009 la sua casa è diventata il Museo di Villa Giulia.
Ancora una volta sono i musei delle grandi città, in questo caso Roma, ad ottenere il diritto di esporre i pezzi più importanti provenienti dalla provincia.
Museo Nazionale Cerite
Eppure Cerveteri ha un museo statale, anzi un bel museo che in questo ultimo tempo sta registrando un favore sempre più crescente del pubblico, grazie anche agli investimenti fatti per renderlo moderno e tecnologico e che, come vi ho già detto, nel 2013 ha fatto registrare un +26 % di presenze.
E qui la questione sarebbe lunga, da tempo ci si chiede perché molti importanti reperti archeologici vengano strappati dal loro contesto storico per essere esposti altrove, in molti casi addirittura all’estero. Una domanda però che stenta a trovare una risposta.
Al “Cratere di Eufronio” però tra qualche settimana viene offerta l’opportunità di tornare a far visita ai parenti. Si tratta di un’occasione straordinaria e, mi piacerebbe poter dire ripetibile, di vedere il reperto archeologico esposto nella sua Cerveteri. Per ora si tratta solo di un prestito temporaneo, ma tutti noi ci auguriamo che dopo anni di assenza possa finalmente tornare definitivamente in quella che dovrebbe essere la sua casa.
Non sempre però i tombaroli furono in grado di rendersi conto del valore inestimabile di ciò che trovavano.
E’ il caso dei buccheri, il cui valore artistico è da tutti riconosciuto, ma una volta erano considerati oggetto di scarso valore. La cecità dei tombaroli li fece concentrare sui pezzi decorati provenienti dalla Grecia e mandare irreparabilmente in frantumi i buccheri, colpevoli di essere completamente neri. Quando si capì che il colore era invece frutto di una particolare ed elaborata lavorazione con l’intento di realizzare vasellame che somigliasse al metallo, il loro valore balzò alle stelle, ma nel frattempo ne erano stati distrutti tantissimi.
Dei tombaroli c’è anche da dire che spesso operavano senza scrupoli. Accedere alle tombe dalla porta poteva essere complicato e allora molto meglio aprirsi un varco dall’alto, anche a costo di usare la dinamite. Ecco perché alcune tombe ancora oggi appaiono scoperchiate.
Ora a mettere un freno ai tombaroli ci ha pensato la legge. Chi viene trovato in possesso di un bene archeologico e non è in grado di dimostrarne la provenienza rischia la galera, mentre il reperto diventa di proprietà dello Stato, o forse è il caso di dire ridiventa.
E, per quanto riguarda la necropoli della Banditaccia, un altro freno lo ha messo certamente anche l’iscrizione nel 2004 tra i Patrimoni dell’Umanità Unesco. Dieci anni importanti che hanno acceso i riflettori non solo sulla necropoli, ma sull’intera zona di Cerveteri.
Trekking delle cascate di Cerveteri
L’ingresso della necropoli della Banditaccia rappresenta anche il punto di partenza per un trekking tra natura, archeologia le cascate di Cerveteri. Un’escursione di circa 13 chilometri che si sviluppa lungo la via degli Inferi, tra due file di tombe etrusche e poi nella campagna circostante fino a raggiungere alcune delle più belle cascate della zona.