
Prima di dirvi cosa vedere a Chichen Itzà voglio raccontarvi che era davvero tanto che sognavo di vederla. Durante il mio primo viaggio questa tappa era saltata e finalmente era l’occasione per rimediare. Avevo ancora in mente i racconti di mio fratello che era salito sulla piramide ed era sceso velocissimo con la tecnica da ex vigile del fuoco.
Le aspettative erano alte, forse troppo. Dopo aver visitato tanti siti archeologici del Messico, dove il rapporto con le antiche pietre era sempre stato molto intimo, qui a Chichen Itzà, ho trovato una situazione completamente diversa. Sapevo che dal 2006, dopo il terribile incidente costato la vista ad una turista americana, era vietato salire sulla piramide, ma non che tutti i monumenti del sito fossero di fatto inavvicinabili. Questo rende la visita un po’ più distaccata, ma al tempo stesso rende indispensabile scegliere di effettuare una visita guidata a Chichen Itzà altrimenti quello che vi resterà sarà ben poco. Solo una guida potrà farvi cogliere le particolarità di questo importante sito archeologico.

Dove si trova Chichen Itzà
Il sito archeologico Maya di Chichen Itzà si trova nello Yucatan in una posizione molto strategica, dista un’oretta di viaggio dalla capitale Merida e circa il doppio Cancun. Questo ne fa una meta molto ambita anche per i turisti che scelgono il Messico come vacanza da mare. Chichen Itzà, insieme a Tulum, rappresentano i due siti Maya più facilmente raggiungibili dalle spiagge caraibiche dello stato del Quintana Roo. Il risultato sono pullman che quotidianamente portano turisti migliaia in entrambe le località.

Quando visitare Chichen Itzà
Il momento migliore per andare a Chichen Itzà è la mattina presto, sia per questioni climatiche che di sovraffollamento. In realtà anche arrivare arrivare presto non vi risparmierà dalla folla dei pullman che invadono quotidianamente il sito. Un fenomeno di overtourism che ha costretto le autorità locali a prendere dei provvedimenti per tutelare i resti archeologici. Come vi accennavo prima, i visitatori sono debitamente tenuti a distanza dalle corde che delimitano il sentiero. Non si può accedere a nessun edificio né si può toccare niente. Ci si limita a camminare lungo le stradine segnate da corde e bancarelle e guardare a destra e sinistra.
A poco serve leggere le indicazioni della guida che spiega cosa vedere in quello o in quell’altro monumento. Di fatto è tutto inavvicinabile.

Stiamo parlando non solo di un sito Patrimonio Unesco, ma anche di una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa di più.
Non posso dire che il sito mi abbia delusa, è sicuramente spettacolare, su questo non c’è dubbio, ma l’ho trovato davvero molto, troppo, affollato. Chiche Itzà è affascinante nonostante la folla , ma nulla a che vedere, almeno per me, rispetto a molti siti che ho visitato nei miei due viaggi, come ad esempio Uxmal. Davvero non c’è paragone!
Come arrivare a Chichén Itzà
A Chichèn Itzà si può arrivare facilmente da Cancun o con i pullman di linea oppure in alternativa con delle escursioni organizzate in giornata che partono prestissimo da Cancun per arrivare a Chichèn Itzà alla primi luci dell’alba.
A proposito di folla, le giornate di maggior affollamento durante l’anno sono quelle degli equinozi d’autunno e di primavere quando sole e ombre creano un effetto particolare che dà l’illusione di vedere il serpente piumato salire o scendere dalla scalinata della grande piramide di Kukulkan. Tanta la folla in quei giorni, anche se in realtà il fenomeno è visibile anche nei giorni precedenti e seguenti gli equinozi.
Cosa vedere a Chichen Itzà

Il sito Maya di Chichen Itzà è molto grande, le rovine coprono un’area di circa 3 kmq dove sono disseminati diversi edifici in pietra, tra edifici adibiti a culto, palazzi di rappresentanza e due cenotes e un campo di pelota, considerato uno dei meglio conservati dell’intero Yucatàn.
I resti presenti appartengono a quella che è stata non solo una grande città, ma uno dei più importanti centri della zona
El Castillo, la piramide di Kukulkan

L’elemento più celebre, famoso in tutto il mondo, è la piramide a gradoni Kukulkan, detta El Castillo. Questa è una delle più celebri tra le piramidi a gradoni precolombiane del Messico.
La piramide, che fu realizzata sui resti di un tempio più antico nasconde un segreto. Al suo interno infatti sono celate altre due piramidi più piccole. La scoperta avvenne nel 1930 durante una campagna di scavi che in seguito hanno portato anche alla scoperta di una statua Chac Mool e di un trono a forma di giaguaro con inserti di giada. Tutto ciò non è visibile, anche se in passato, grazie ad un tunnel scavato alla base della scalinata nord era possibile accedere all’interno.

Singolare poi la scoperta che la piramide sia stata realizzato sopra un cenote che potrebbe essere collegata al legame tra Kukulkan e l’acqua.
Un grande calendario in pietra
Che i Maya fossero molto abili conoscitori del cielo è risaputo e la piramide di Kukulkan altro non è che un grande calendario in pietra. Nullo è casuale, dalle terrazze ai gradini
El Caracol

Tra gli edifici più interessanti di Chichen Itzà c’è El Caracol che deve il suo nome (in spagnolo significa lumaca) che prende il nome da una scala a chiocciola situata all’interno della torre. El Caracol, un osservatorio astronomico che ancora una volta ci ricorda l’abilità dei Maya in questo settore.
Il gioco della pelota

Tra le cose da vedere a Chichen Itzà c’è anche il grande campo della pelota, uno degli otto presenti in città. Ancora visibile la grande spianata del gioco e gli anelli di pietra fissati in alto dove i giocatori, sette per squadra, si passavano la palla utilizzando particolari parti del corpo, mani escluse. Le partite potevano durare molto, chi perdeva veniva ucciso e sacrificato agli dei.
Si trattava di un gioco rituale legato al culto del Sole che ogni giorno doveva rinascere per poi tornare nelle tenebre. Ecco allora come ogni elemento aveva un proprio significato simbolico: il campo da gioco stava a rappresentare la Terra, la palla invece era simbolo del Sole. Ecco spiegato anche il significato del sacrificio umano di chi, facendo cadere la pelota aveva la responsabilità di aver impedito la rinascita del Sole.
Lungo il campo di gioco alcuni rilievi ritraggono fasi di gioco, compresa la decapitazione dei giocatori. L’acustica del campo è straordinaria e non è difficile immaginare il clamore echeggiare durante le partite.
La Piattaforma dei Teschi

Le teste delle vittime dei sacrifici venivano esposte in quella è chiamata la Piattaforma dei Teschi. Oggi il visitatore può vedere la piattaforma decorata in immagini di teschi e di aquile
La piattaforma delle aquile e dei giaguari
Poco lontano un’altra piattaforma con immagini di aquile e giaguari che tengono tra gli artigli dei cuori umani
Il Cenote Sacro
A Chiche Itza sono presenti due cenotes, grandi riserve d’acqua che con molta probabilità sono stati determinanti per la scelta di realizzare una città proprio in questa zona.
Uno sei più interessanti è il Cenote Sacro, detto anche pozzo dei sacrifici. Il cenote è profondo una quarantina di metri con un diametro di 60 e un’altezza oltre 26. Pozzo dei sacrifici che si va a collegare con l’abitudine da parte dei Maya di praticare sacrifici al dio della pioggia Chaac, che venivano praticati lanciando esseri umani all’interno dei cenotes.