Oggi vi dico come organizzare un viaggio fai da te in Madagascar, anche se vi avviso subito che è fattibile, ma per molti aspetti è anche poco facile.

Un viaggio in Madagascar ha molto da offrire soprattutto in tema di natura, ma bisogna tener conto della logistica del luogo, che non sempre è il massimo ed è per questo che molti preferiscono appoggiarsi a viaggi organizzati. In ogni caso non fate la sciocchezza di partire senza assicurazione di viaggio, è una precauzione sempre molto importante.

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Dove si trova il Madagascar?

Prima di scendere nel dettaglio su come organizzare un viaggio, cerchiamo di capire qualcosa di più del Madagascar.
È uno Stato insulare che si trova nell’emisfero australe a sud-ovest della costa dell’Africa, di fronte al Mozambico ed è attraversata dal Tropico del Capricorno.
Le stagioni sono quindi invertite e si ha il vantaggio che la differenza oraria è minima – due ore che si riducono ad una quando in Italia è in vigore l’ora legale – quindi l’effetto jet leg è minimo.
Quanto è grande il Madagascar?
A vederlo sul planisfero non se ne percepiscono le dimensioni, paragonato all’Africa sembra quasi un’isoletta. Invece il Madagascar è grande, più di quanto si possa immaginare, vi dico solo che misura 1500 Km di lunghezza. Quindi più dell’Italia (che in media è 1300 Km).
Lo sapete che non solo è la quarta isola del pianeta, ma è anche il 48esimo paese per estensione (collocato tra il Botswana e il Kenia)?
Questo è un elemento importante da tener presente quando iniziate ad organizzare, perché dovete sapere che non basta un solo viaggio in Madagascar non solo per sperare di visitare tutto il Paese, ma anche solo le zone più importanti.
Strade pessime e viaggi via terra molto lenti

Oltre alle dimensioni bisogna fare i conti con le pessime condizioni delle strade e da un territorio segnato da altipiani e montagne, che spesso rendono i trasporti via terra piuttosto lenti. Viaggiando via terra dovete necessariamente utilizzare spesso delle auto 4×4, altrimenti non andate da nessuna parte. Ad esempio le jeep sono fondamentali per raggiungere Bekopaka da Morondava.
Chi sceglie di fermarsi a Morondova non ha bisogno di noleggiare un’auto, per l‘escursione al tramonto al viale de baobab può optare per un tour organizzato. ‘

In quel tratto di strada tra l’altro scoprirete che le auto non viaggeranno solo via terra, ma anche via fiume a bordo di chiatte a motore. E non è questo l’unico caso in cui potreste prendere in considerazione di dover fare un tratto di strada, se così la possiamo chiamare, via fiume.
Quindi quando pianificate gli spostamenti sappiate che fare un calcolo basandosi solo sui chilometri non serve a nulla, un po’ come accade in Islanda.
Pro e contro dei voli interni

Una valida alternativa sono i voli interni. Non fateci però molto affidamento perché non lo sono. I ritardi e gli annullamenti sono all’ordine del giorno e – come se non bastasse – a volte tra un volo e l’altro ci sono troppi tempi morti. In compenso vi consentono di spostarvi molto velocemente da un punto all’altro del Madagascar. E come se non bastasse i voli interni sono molto costosi.
Capirete dunque che per organizzare bene un viaggio in Madagascar tutti questi aspetti vanno valutati con molta attenzione.
Cosa fare ad Antananarivo
La capitale del Madagascar non offre tantissimo da vedere, eppure le logiche dei voli interni potrebbero portarvi più volte a passare per Antananarivo e allora che fare per ottimizzare?
Tra le cose da non perdere c’è sicuramente un’escursione alla collina reale d’Ambohimanga, sito Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO che è anche una delle zone archeologiche più importanti del Madagascar. La collina d’Ambohimanga dista una ventina di chilometri da Antananarivo e il tour richiede una mezza giornata, ma vi assicuro che non ve ne pentirete. Se non avete un’auto a disposizione, per arrivare ad Ambohimanga avete due alterantive: prendere un taxi o affidarvi ad un tour organizzato, soluzione quest’ultima che costa meno del taxi anche considerando che include il prezzo del biglietto di ingresso e della guida.
Tra le cose da vedere in città vi segnalo inoltre il giardino botanico e zoologico di Tsimbazaza dove avere un primo incontro con i lemuri, il palazzo della regina, sulla collina di Analamanga, il mercato Analakely e il Museo dei pirati che si trova vicino alla stazione centrale di Antananarivo.
Meglio concentrare l’itinerario in un settore dell’isola
La cosa migliore, a meno che non abbiate molto, moltissimo tempo a disposizione, sarebbe quella di concentrare il viaggio in un’area del Madagascar ed evitare troppi spostamenti aerei.
Capisco che la tentazione di fare la maggior parte di must è tanta, ma questo rischia comunque di penalizzare il viaggio. Il Madagascar mica scappa, potete sempre organizzare successivamente un secondo viaggio.

Quando andare in Madagascar
Il clima è tropicale, ma, un po’ per le dimensioni – il Madagascar è stretto e lungo – e un po’ per la morfologia, non ha un clima unico in tutto il Paese.
Il periodo migliore per andare in Madagascar è considerato quello della primavera e dell’autunno, quindi i mesi che vanno da aprile a giugno e da settembre a dicembre. Anche perché da novembre-dicembre a marzo è la stagione delle piogge, con il rischio uragani. Quindi non fatevi tentare da possibile buone offerte, non solo non è il periodo migliore per andare in Madagascar, ma anche perché per via delle pessime condizioni meteo alcuni siti potrebbero non essere accessibili e le strade essere impraticabili.

Il periodo con un maggiore afflusso turistico è la nostra estate, ovvero i mesi di luglio e agosto. Siamo però nell’altro emisfero e in Madagascar è inverno. Le temperature di giorno sono molto gradevoli, ma la notte fa piuttosto fresco ed è necessario un giacchetto.
Io sono stata nel mese di agosto e devo dire che sono stata molto soddisfatta della mia scelta, anche se non siamo riusciti a vedere le balene. Già perché – questo ancora non ve lo avevo detto – quello tra luglio e settembre è il periodo migliore per avvistare i cetacei. Però a Nosy Be abbiamo visto un branco di delfini nuotare a lungo davanti al nostro catamarano.
Quanti giorni servono per visitare il Madagascar
A questa domanda non c’è una risposta precisa, tutto dipende dall’itinerario che volte fare, da come vi muovete e dalla “fortuna” con le coincidenze aeree. Quindi in base al tempo che avete a disposizione potete creare un itinerario più o meno lungo.
Posso dirvi che il mio viaggio è stato di 3 settimane, che ha toccato sia zone del sud come Fort Douphin, che zone , che possiamo considerare classiche sia ad est che a ovest, ma senza mai spingermi troppo a nord, come Morondava, Tsingy de Bemaraha, Tulear e Anakao, Isalo National Park e Ramotafana, Antanarivo. A nord sono stata solo l’ultima settimana, ma esclusivamente a Nosy Be e nelle isole limitrofe, con tanto di crociera in catamarano. Un itinerario che ci ha comportato comunque molte ore di macchina, diversi voli interni, con relativi tempi morti.

Per quanto riguarda i viaggi in auto il mio consiglio è quello di affidarsi ad un auto a nolo con conducente. Questo per molti motivi, intanto le strade sono pessime, i segnali stradali poco affidabili (quando ci sono) e se succede qualche problema all’auto gli autisti sono sempre anche un po’ meccanici e in poco tempo sono in grado di ripartire.
Gli autisti locali poi sanno stimare la durata del viaggio. Come vi ho già detto non basta vedere solo i km da percorrere, le variabili da considerare sono molte di più. Altro elemento a favore dell’auto con conducente è la sicurezza personale.

Alcune strade sono a rischio banditi e solo gli autisti locali sanno valutare come comportarsi. Ad esempio il mio autista ha preteso di partire molto presto da Antsirabe per arrivare a Morondava prima del tramonto, proprio perché aveva paura dei banditi.
Capirete quindi che un autista locale, banditi o non banditi, rappresenta comunque una sicurezza, soprattutto in un Paese come il Madagascar nel quale si assiste, sempre più di frequente, ad episodi di criminalità anche a danno di turisti.
Internet e wifi
Nel mio viaggio ho capito che non si può fare affidamento totale sul wifi degli alberghi (quando c’è). Questo perché spesso non hanno la capacità si sopportare un numero elevato di connessioni. Molto meglio quindi, per chi ha l’esigenza di essere connesso spesso, di affidarsi ad una sim locale.
Quale sim scegliere?
Questo dipende molto dalle esigenze personali. Si può scegliere anche semplicemente una solo dati, ma – soprattutto se si affronta il Madagascar con un viaggio fai da te – è più utile averne una dati e voce, fondamentale per poter comunicare all’interno del Paese con hotel, ristoranti guide locali o, non ultimi, con gli stessi autisti. C’è anche la possibilità di acquistare una sim pensata per i turisti che oltre al traffico dati e voce nazionale, garantisce anche un tot di minuti verso l’estero. Utile per chi deve comunicare necessariamente via telefono con casa, magari con un parente anziano che non fa uso di Whatsapp.
L’acquisto delle sim – e relative ricariche – può essere fatto comodamente dai tanti punti vendita che trovate nel Paese, sappiate però che la procedura per l’acquisto della sim è un po’ lunga e necessita anche del passaporto. Una volta fatta però le eventuali ricariche si fanno rapidamente.

Attrezzatura indispensabile
Un viaggio in Madagascar è soprattutto un viaggio nella natura, con camminate nei parchi per scoprire la sua particolare biodiversità, sia terrestre che marina. Tra le cose da portare assolutamente quindi ci sono delle scarpe da trekking e tutta l’attrezzatura necessaria per lo snorkeling (maschera, pinne e boccaglio).

Se noleggiate una barca è possibile trovare qualcosa a bordo da poter utilizzare, ma non è mai una certezza. Molto meglio avere l’attrezzatura personale, anche perché noleggiarla sul posto è tutt’altro che semplice.
Utili anche delle scarpette da roccia. Questo anche se le rocce non ci sono, le scarpette servono a difendersi dalle pulci della sabbia che si trovano in alcune spiagge. Da non dimenticare poi una crema solare ad alta protezione, cappello e occhiali da sole.
Pensiamo anche alla salute
Organizzare un viaggio in Madagascar significa anche premunirsi per quanto riguarda l’aspetto sanitario.

Verificate sempre prima di partire se ci sono particolari situazoni di rischio, ad esempio quando sono andata io era in corso un’epidemia di morbillo, e valutate la necessità di eventuali vaccinazioni.
Non esiste una regola unica per quanto riguarda le vaccinazioni, questa variano a seconda del periodo e durata di viaggio, del periodo, dell’età del viaggiatore e anche dalla zona specifica in cui si va, perché non tutte le aree sono soggette allo stesso rischio sanitario.
Portate con voi una scorta essenziale di farmaci, perché in Madagascar non è sempre facile trovare le medicine di cui avete bisogno e non dimenticate di fare un’assicurazione prima di partire.
Io prima di partire ho consultato il mio medico che mi ha consigliato cosa portare. Alla fine ho usato solo una compressa di Tachipirina, ma molto meglio avere i medicinali e non usarli, piuttosto che il contrario.

Nell’organizzare il viaggio in Madagascar tenete conto che andrete in un Paese molto povero, dove un vostro piccolo aiuto può fare la differenza. Vi accorgerete che, soprattutto nei villaggi, hanno davvero bisogno di tutto. Portate con voi degli abiti usati da regalare, ve ne saranno grati.
A fine viaggio potete poi lasciare i medicinali avanzati, soprattutto gli antibiotici, ad un’associazione umanitaria che si occuperà di distribuirli (con criterio) in caso di bisogno.

Bene, ora se non vi ho scoraggiato siete pronti per partire, se scegliete di fare un viaggio vero in Madagascar, e non solo le spiagge di Nosy Be (che poi sono la cosa che meno mi è piaciuta del viaggio) sappiate che sarà un viaggio a volte faticoso, ma la bellezza dei paesaggi incontaminati (anche se spesso devastati da incendi dolosi) vi ripagherà ampiamente.
Una curiosità
La bandiera del Madagascar ha gli stessi colori della bandiera italiana, ma disposti in modo diverso
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