Cosa fare e vedere a Pechino

Pechino è piena di cinesi. Non ridete. sono seria. Sto parlando di turismo e una delle cose che mi ha sorpreso di Pechino è proprio il fatto che, nonostante questo sia un periodo di alta stagione, il flusso turistico sia quasi esclusivamente interno. Insomma a visitare Pechino sono quasi solo i cinesi.

Di europei ne abbiamo incontrati davvero pochi e di italiani pochissimi. Mi rendo conto che la Cina non sia esattamente dietro l’angolo. È lontana e forse per i turisti europei questo può aver rappresentato un freno, eppure ha tanto da offrire ai visitatori di tutto il mondo.

Nuovo volo diretto Alitalia Roma-Pechino

Pechino

Su Pechino recentemente Alitalia ha deciso di puntare con una nuova tratta diretta da Roma, pensata non solo per chi si muove per affari, ma anche per il mercato turistico, sia italiano che europeo. Una rotta che indubbiamente favorirà i flussi turistici da e per la Cina. 


Un viaggio a Pechino rappresenta non solo la base di partenza per muoversi in una zona più ampia della Cina, ma anche l’occasione per un viaggio più breve e più localizzato a Pechino.
Per un’appassionata di Asia come me, Pechino e più in generale la Cina hanno sempre rappresentato una meta in cima alla lista dei viaggi da fare. Un sogno nel cassetto che si è concretizzato alcuni giorni fa quando, finalmente, anche io sono volata a Pechino, approfittando proprio del nuovo volo diretto Alitalia (e, per non farmi mancare niente, all’andata ho viaggiato in Premium Economy e al ritorno in Bussines Class. Di questo ve ne parlerò presto). Un viaggio breve, solo 5 giorni interamente dedicati a Pechino, ma con tante sfaccettature, che mi ha fatto scoprire una città che in parte non mi aspettavo.

Cosa fare a Pechino in pochi giorni

Volo Alitalia Pechino


Visto che il mio viaggio era solo a Pechino ho avuto il modo per dedicargli più tempo ed entrare maggiormente in contatto con la città e con la sua cultura millenaria. Il tutto senza andare di corsa, come spesso accade in viaggio, ma con tempi più distesi.
Con una settimana a Pechino si ha tutto il tempo non solo per visitare i luoghi più famosi della città, ma al anche fare delle esperienze dirette ed entrare a contatto con la vita quotidiana della capitale Cinese.
Cinque giorni pieni sono sufficienti per immergersi nelle sue atmosfere, conoscere non solo parchi e monumenti storici, ma anche alcuni altri aspetti più contemporanei, come ad esempio quello che accade dopo il tramonto. Forse non lo sapete, ma a Pechino c’è una vibrante vita notturna. In estate di giorno fa molto caldo e allora la gente la sera ne approfitta per uscire, “invadere” le strade dello struscio per fare shopping fino a tardi, mangiare nei ristoranti sempre affollatissimi, ballare in strada, ascoltare musica.

Lanterna cinese

Una Pechino, tante Pechino

Questa è solo uno degli aspetti che mi ha sorpreso di Pechino, la città è davvero grande e offre tante sfaccettature diverse. Non c’è una sola Pechino, ce ne sono tante pronte a rivelarsi al viaggiatore più attento. Una città forse diversa da quella che molti immaginano.


Arrivando dall’aeroporto colpiscono i molti grattacieli e le ampie strade piene di auto, ma in Cina non andavano tutti in bici? Quello una volta, oggi Pechino è una città moderna, con i suoi pregi e difetti, che convive con la Pechino antica, la Pechino dei grandi palazzi imperiali, dei templi e degli hutong. Ecco una delle cose da fare a Pechino è sicuramente quella di fare un giro tra questi vicoli, magari in bicicletta o in risciò. E’ un po’ come fare un viaggio nel tempo in quella che era la vecchia Pechino.

Il viaggio nel tempo a Pechino prosegue con gli edifici e i giardini dell’antico passato imperiale, dal tempio del Cielo alla Città Proibita, dal Palazzo d’Estate ai giardini, tutti patrimoni dell’Umanità Unesco.

Tempio del Cielo

Tempio del Cielo a Pechino

Il Tempio del Cielo è un complesso dei edifici taoisti molto caro agli imperatori delle dinastie Ming e Qing che ogni anno si recavano qui per compiere delle cerimonie annuali durante le quali rivolgevano preghiere al cielo per il buon raccolto. Qui il colore dominante è il blu delle tegole, blu come il cielo. Il tempio è molto amato dai pechinesi che oggi lo vivono quotidianamente come parco. Per accedere c’è un biglietto di ingresso, ma i residenti acquistano un abbonamento che gli consente il libero accesso, ecco perché qui la mattina è facile vedere persone ballare o impegnate nel Tai Chi, ma c’è anche chi più semplicemente si ritrova per giocare a carte, a scacchi o fare altre attività in compagnia.

Città Proibita e piazza Tienanmen  

Dal blu del Tempio del Cielo al giallo imperiale della Città Proibita. Prima di entrare si attraversa la piazza Tienanmen che per le sue dimensioni (880 x 500 metri, e una superficie di 440.000 metri quadrati) è anche la più grande del mondo. La piazza non solo è circondata da numerosi edifici (Musei, edifici governativi e il Mausoleo del Presidente Mao), ma attraverso la Porta Celeste si accede alla Città Proibita. 

Questo vi fa capire come sia sempre molto affollata. Ci sono lunghe code da affrontare per entrare, chi invece, come noi, è accompagnato da una guida autorizzata ha un canale preferenziale di accesso. La fila c’è sempre, ma molto più scorrevole e veloce.

In un viaggio a Pechino questa è una tappa obbligatoria. La Città Proibita era l’antico palazzo imperiale, anche se in realtà è molto di più, si tratta di un complesso unico al mondo dai grandi, anzi grandissimi, numeri:

  • 980 edifici
  • 8.707 camere
  • una superficie di 720.000 m²

In poche parole il più grande palazzo del mondo. Conviene arrivare la mattina presto, prima che i visitatori siano troppo numerosi. Qui accedono in media ogni giorno 70mila persone e se al botteghino si stacca il biglietto numero 80mila, si chiude l’accesso. Fondamentale quindi fare in anticipo on line il biglietto per la Città Proibita per non perdere questa meraviglia.

Capirete allora che gran fatica sia fare le foto, c’è sempre un braccio o una testa di troppo che entra nell’inquadratura.

Parco Jingshan


Per avere un’idea della vastità del complesso della Città Proibita basta guardarla dall’alto della collina del Carbone, all’interno del Parco Jingshan. Basta un’occhiata per capire che per questo palazzo imperiale il termine città è decisamente il più adeguato.

Palazzo d’Estate


Visto che in estate a Pechino fa molto caldo, durante la metà del ‘700 iniziarono i lavori per una nuova residenza, il Palazzo d’Estate, che si affaccia su un lago, destinato ad accogliere la corte nei mesi più caldi. Così come lo vediamo oggi è anche frutto delle ingenti risorse economiche impiegata dall’imperatrice Cixi, che lo volle ancora più bello e vasto.

Tante le costruzioni degne di nota, tra queste il grande corridoio coperto, il più lungo al mondo, che consentiva di passeggiare riparati dal sole o riposarsi in una delle quattro pagode che rappresentano le stagioni. Visto che il lago è parte integrante del Palazzo sono in molti che ne approfittano per raggiungere la riva opposta a bordo di grandi imbarcazioni gialle a forma di drago, un modo comodo non solo per attraversare il lago, ma anche per osservare il colpo d’occhio del palazzo nel suo inseme.

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Parco Beihai

Parco Beihai Pechino


Un altro grande giardino imperiale da non perdere a Pechino è quello di Beihai, fino alla fine della dinastia Qing era part della Città Proibita. Il parco, circa 700 mila mq si affaccia su un lago dove crescono molte piante di fuori di loto. Al centro dello specchio d’acqua c’è un’isola, raggiungibile con un ponte, su cui si innalza una piccola collina dominata da uno stupa bianco

Tempio Lama


A Pechino si trova anche il Tempio buddista tibetano più grande fuori dal Tibet, è il Tempio Lama, un luogo di culto ancora molto attivo. Tra le cose notevoli che si trovano nel complesso religioso c’è anche la più grande statua in legno del mondo che raffigura un Buddha scolpito in un unico pezzo. Numerosi i fedeli che ogni giorno vengono qui per pregare e bruciare incensi. Un rito quest’ultimo che coinvolge anche tanti visitatori. All’entrata infatti a tutti viene regalata un scatolina di incensi. Se ne accendono tre per volta e poi di depositano accesi in un grande braciere.

Distretto 798

Prima parlavo di una città dove convivono antico e moderno. Tra i luoghi moderni maggiormente degni di nota c’è il distretto dell’arte 798, realizzato all’interno di una fabbrica militare abbandonata. Un esempio di archeologia industriale e al tempo stesso un’interessante galleria d’arte contemporanea dove trovano spazio anche un Centro Arti, aziende di design, negozi di moda, bar e molto altro.

Grande Muraglia Cinese

monica nardella simonetta clucher sulla grande muraglia

Pechino, e più in generale la Cina sono anche sinonimo di una delle più grandi opere mai

costruite dall’uomo: la Grande Muraglia Cinese, una delle sette meraviglie del mondo moderno. Per me una visita a questo patrimonio Unesco rappresentava una delle 100 cose da fare prima di morire ed ora posso dire “Fatto”!

Dei tratti di muraglia raggiungibili da Pechino, noi abbiamo scelto quella di Mutianyu, un po’ più lontana, ma decisamente meno affollata. Dista una settantina di km da Pechino. Oltrepassato il cancello d’accesso prima di arrivare è necessario fare un tratto con una navetta. Da qui tre possibilità: la funivia, la seggiovia oppure si prosegue a piedi. La salita sarebbe anche fattibile, ma forse è il caso di non sprecare troppe energie, servono tutte se si vuole arrivare fino alla torre più alta a quota 800 metri. Ecco, detto questo posso svelarvi la nostra scelta: la funivia. Salendo. mentre si ammira il panorama dall’alto. improvvisamente si intravede il profilo della Grande Muraglia e realizzi che se sei veramente lì, che stai per camminare su quella grandiosa linea difensiva che per tanto tempo ha rappresentato la linea di confine tra Cina e il resto del mondo.

Grande Muraglia Cinese Pechino

Tombe Ming


Tra le altre cose da vedere fuori Pechino anche il complesso delle Tombe Ming che sono distribuite in un territorio molto vasto. Noi ci siamo limitati alla Tomba Changling, quella del terzo imperatore della dinastia Ming. In realtà quello che si vede è il grand mausoleo costruito nel 1413 su una superficie di 100.000 metri quadrati. La tomba vera e proprie è nascosta da qualche parte sotto la collina artificiale a cui il mausoleo stesso sembra fare la guardia. Poco distante si trova anche la strada santa, un percorso allegorico verso il paradiso lungo il quale sono presenti statue di guerrieri e di animali.

Mangiare a Pechino… e non solo

anatra pechinese


La parte del cibo a Pechino ha un ruolo importante ecco perché gli voglio dedicare ben quattro punti, anche se molto diversi tra loro
Mangiare almeno una volta l’anatra laccata   Pechino anatra   Mangiare cinese in Cina è già di per sé un’esperienza da fare, il mio consiglio è quello di lasciar perdere le più note catene di fast food, ma mangiare cinese, sperimentando di volta in volta i piatti più diversi. Tra questi non deve mancare quello che è davvero un must: l’anatra laccata. Ovvero uno dei piatti più tradizionali e famosi anche fuori dalla Cina. Poco importa se una porzione costa decisamente più di una qualunque altra pietanza, non potete lasciare Pechino senza aver provato l’anatra dalla pelle croccante e lucida . E visto che di un must si tratta, scegliete il locale giusto.

Fare un corso di cucina cinese

Ravioli pechino

Noi ci siamo limitate a imparare a fare i ravioli, i primi erano un po’ bruttini, ma una volta imparata la tecnica non avevano più segreti.

Street food   

Sicuramente un’esperienza di street food cinese tra i banchi del night market non è da tutti. Noi ci siamo arrivare un po’ per caso. Ad attirare la nostra attenzione era stata un’insegna gialla che dava su un vicolo, spinte dalla curiosità ci siamo addentrate e siamo finite in una dimensione completamente diversa dove a farla da padrone erano banchetti che vendevano cibo mai visto prima, o meglio mai visto prima sotto forma di cibo. Non ci potevamo certo perdere spiedini di scorpioni, stelle marine, cavallucci marini e ancora larve, serpenti, cavallette ed altre cose indefinite, cibi ai quali decisamente non siamo abituati. Per noi, lo ammetto, è stato solo un street food da guardare con curiosità, anzi no. A dire il vero uno spiedino lo abbiamo preso anche noi: uno spiedino di fragole caramellate. Vale?

The House  

E non potevano chiudere questo piccolo spazio dedicato al cibo tralasciando il tè, una bevanda diffusissima in Cina che segue anche un suo rituale. Anzi più di un rituale che cambia con il tipo di tè. La cosa migliore è partecipare ad una degustazione presso una tea house, bere il tè sarà solo una piacevole scusa per scoprirne i segreti. Al termine non potrete resistere alla tentazione di acquistarne una o più confezioni di qualità superiore. Noi ne abbiamo portato a casa anche uno invecchiato.

Lo zoo di Pechino


Ci sarebbe ancora un’ultima cosa da fare a Pechino, ma non so proprio se consigliarla perché vi lascerà una tristezza infinita. Sto parlando dello zoo. Anche se non siamo appassionate di giardini zoologici, abbiamo

scelto di visitarlo perché era l’unica occasione per vedere i Panda dal vivo. Qui ce ne sono diversi esemplari e nello spazio a loro dedicato è facile osservarli mangiare o giocare. La casa dei panda è abbastanza curata e il loro spazio ha anche un tocco di naturale, ma non è lo stesso per gli altri animali. Lo zoo di Pechino è dei primi del ‘900 ed ha mantenuto il concetto di zoo che c’era nel secolo scorso. Uno zoo che sembra non fare nulla, o forse fa ancora troppo poco, per mettersi al passo con i tempi e pensare per prima cosa al benessere degli animali. Niente di tutto ciò. Gli animali sono chiusi gabbie strette e spoglie, con pochissimo spazio per muoversi, dove la dignità dell’animale è calpestata. Ecco, io ve l’ho detto, a Pechino ci sarebbe da vedere anche lo zoo, io tornando indietro non ci andrei. A voi la scelta.

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