Quando si pensa a cosa fare e vedere a Caserta la prima, e a volte unica, cosa che viene in mente è la Reggia. Ecco allora che la scelta diventa quella di un viaggio toccata e fuga. Sicuramente la Reggia di Caserta è un ottimo motivo per visitare la città, anzi vi consiglio di acquistare i biglietti in anticipo on line e vi ricordo che è visitabile dal mercoledì al lunedì con orario 8,30 – 19,30, ma Caserta è molto di più.

Niente di più sbagliato. Ammetto che io stessa sono caduta in questo errore. Venendo da Roma Caserta è abbastanza vicina e ben si presta ad una gita in giornata per vedere la Reggia e i suoi Giardini.
In occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione Italiana Travel Blogger- che si è svolta la settimana scorsa – ho avuto modo di trascorrere in zona tre giorni pieni che mi hanno dato l’occasione di visitare luoghi ai cuori pensavo da tempo.
Tra questi l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e Caserta vecchia, ma al tempo stesso di scoprire anche delle cose nuove grazie alla collaborazione di Reggia.it che ci ha organizzato un fitto programma di attività.
Senza contare che fermarsi più tempo consente anche di dedicarsi anche al palato, parliamo di Campania, una regione dove la scoperta dei sapori è parte stessa del viaggio.

Ecco allora alcuni suggerimenti per trascorrere un weekend lungo a Caserta e dintorni. Questo perché il territorio di Caserta va oltre a quello strettamente comunale e abbraccia una zona molto più ampia con tante cose da fare e da vedere.
Come arrivare a Caserta
Caserta si raggiunge facilmente in treno, tramite alcuni collegamenti ad Alta Velocità, sia con Italo che con Trenitalia.
Noi però abbiamo scelto di andare in macchina, tramite l’autostrada A1, Roma – Napoli. Ci vuole un po’ più di tempo, ma questo ci ha garantito maggiore autonomia negli spostamenti.
La vicinanza da Roma e la consapevolezza che sarebbe stato un weekend molto intenso ci ha fatto prendere le cose con calma: siamo partiti alle 10 e siamo arrivati a Santa Maria Capua Vetere verso mezzogiorno.
Primo giorno
Santa Maria Capua Vetere
Questo per me è un luogo particolarmente importante che conosco sulla carta, è proprio il caso di dirlo, da anni. È proprio a Santa Maria Capua Vetere, l’antica Capua, che un tempo la via Latina finiva il suo percorso il suo percorso e si incrociava con la via Appia. Capirete quindi che il punto di incontro di quelle che sono state le due vie più importanti del mondo antico, inevitabile quindi trovare i segni di questo passato. Quello più evidente è spettacolare è senza dubbio il cosiddetto anfiteatro Campano del quale mi aveva tanto parlato il mio amico Nicola Spina, blogger di Viaggiatori low cost.
Anfiteatro Campano

Forse ad una prima vista non ce siamo resi subito conto, ma l’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere è molto più grande di quello sembra.
Fece da modello al Colosseo
Quello di Santa Maria Capua Vetere è il secondo anfiteatro romano più grande al mondo. Il primo – lo sapete – è il Colosseo mentre il terzo quello di El Jem in Tunisia, che ho visitato qualche anno fa.
Secondo al Colosseo, ma solo per grandezza. L’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere fu Infatti costruito a cavallo fra il primo e secondo secolo d. C..
Non è più vecchio del Colosseo, ma molto probabilmente rappresenta una sorta di prove generali di quello che poi sarebbe stato l’anfiteatro Flavio. Solo questo dovrebbe far capire che è una di quelle cose da vedere assolutamente se si progetta di fare un viaggio nella zona di Caserta, eppure è ancora oggi poco conosciuto e frequentato. Sembrava quasi incredibile, un luogo così belle e con così pochi visitatori! È anche possibile visitare gli ambienti sotterranei e avere un’ampia panoramica del piano arena. La visita è davvero affascinante e non ci stanchiamo di girarlo.
Me ne andavo solo tra le rovine dell’anfiteatro campano, dove rimanevo molte ore, pensando all’antica grandezza di Capua, ad Annibale, a tutta la storia di Livio [Luigi Settembrini, 1830]
Anche noi, come Settembrini, abbiamo dedicato molto tempo alla visita. Volevamo esplorare ogni angolo. Non abbiamo però messo in conto che attualmente nell’anfiteatro sono in corso lavori di restauro. Ad un certo punto abbiamo anche oltrepassato, senza accorgercene, il limite del cantiere, tanto che uno degli operai ha dovuto lasciare il suo lavoro per venirci educatamente a far notare che in quella zona non erano ammessi visitatori. Così siamo tornati indietro mentre lui, dopo essersi accertato che eravamo usciti dall’area interdetta, ha chiuso il cancello.
Biglietto e orari
Il biglietto di accesso all’anfiteatro ha un costo di 2.50 euro e dà anche diritto alla visita del piccolo museo dei gladiatori, annesso all’anfiteatro, e al locale museo archeologico. Prima di avviarci verso il museo, vista l’ora, decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa nel punto ristoro dell’area archeologica.
L’anfiteatro è aperto dal martedì alla domenica con orario 9-19
Museo archeologico dell’Antica Capua
Il Museo archeologico si trova a circa 700 metri dall’anfiteatro e raccoglie molti dei ritrovamenti emersi nel corso degli scavi effettuati nella zona nel secolo scorso.

Ad accogliere i visitatori è la copia di età romana della statua del Satiro in riposo di Prassitele, un po’ il fiore all’occhiello del museo.
Il museo è organizzato secondo un percorso di tipo cronologico che parte dall’età del Bronzo e attraversa i vari periodi storici fino alla decadenza post-romana. Una visita fatta con estrema calma anche perché se all’Anfiteatro eravamo in pochi, qui eravamo solo noi.
Biglietti e orari
Il museo è aperto con orario 9-19.30 e il biglietto è incluso in quello dell’anfiteatro.
Caserta
All’antica Capua abbia dedicato una mezza giornata scarsa, poi ci siamo trasferiti a Caserta nelle nostre camere del Cas’E Charming House Family per una doccia e un po’ di riposo prima di uscere di nuovo per raggiungere l’Antica Hostaria Massa. per un aperitivo servito nella cantina ipogea e poi la meritata cena a base di fritti, pizza e buon vino.
Secondo giorno
Lungo il sentiero del Conciato Romano
Ad una quindicina di chilometri da Caserta si trova Piana del Monte Verna una zona che ben si presta a fare un trekking nella natura con delle soste golose per scoprire alcune eccellenze del territorio.
Il punto di partenza del trekking è il sentiero che parte dal Cimitero di Villa Santa Croce.

Azienda agricola la Sbecciatrice
Più che un trekking è una vera e propria passeggiata bucolica nel corso della quale si incontrano non solo paesaggi, ma anche persone speciali, come Mimmo e Lino, i nostri accompagnatori dell’azienda agricola La Sbecciatrice. Contadini per amore e per passione, la loro filosofia è quella della Resistenza contadina che vuole recuperare sapori e prodotti di un tempo.
Il pomodoro riccio
L’esempio che più mi ha colpito è quello del pomodoro riccio, un pomodoro locale che dopo essere stato coltivato per un paio di secoli era stato dimenticato, messo da parte per far posto a pomodori più commerciali, più grandi, belli e regolari. Ma chi lo ha detto che la regolarità sta nella perfezione? Ecco il pomodoro riccio è tutt’altro che regolare, osservando direttamente il frutto sulla pianta notiamo subito che si tratta di pomodori non molto grandi e di forme tutt’altro che regolari.

La particolarità del pomodoro riccio è soprattutto quella di crescere in pieno campo senza bisogno di sostegni e senza la necessità di un’irrigazione regolare, questo pomodoro è molto resistente alla siccità. Il risultato di tutto ciò è un pomodoro dolcissimo e dalla buccia sottile. Noi li abbiamo mangiati così semplicemente presi dalla pianta, ma anche sotto forma di panzanella nella stalla degustazione de La Sbecciatrice.
Uno spazio accogliente, un tempo era una stalla, ed oggi è un luogo accogliente dove degustare i prodotti dell’azienda come le marmellate a base di zucchine e limoni o quella di zucca e arancia. Un vero spettacolo per il palato che abbiamo assaggiato sia spalmata sul pane che sotto forma di crostata. La tavola imbandita la dice tutta, noi l’abbiamo trovata così e alla fine erano rimasti solo i piatti vuoti.
Prima di ripartire per il nostro trekking abbiamo fatto una piccola pausa per acquistare alcuni prodotti dell’azienda, decisamente i migliori souvenir da portare a casa dopo il viaggio.
Agriturismo Le Campestre
Il cammino riprende e qui un nuovo incontro, quello con Zio Giovanni che ci racconta con orgoglio del figlio scienziato e del pacco di prodotti della sua terra (nel vero senso della parola) che ogni volte che può manda ai suoi parenti in America. Ci dispiace quasi di andare via e non ascoltare i suoi racconti, ma il commino deve riprendere perché la destinazione finale di questo trekking è l’Agriturismo Le Campestre, dove Manuel e la sua famiglia, dopo un passato da emigranti, hanno ritrovato i sapori autentici della tradizione contadina e soprattutto del conciato romano.

Un formaggio molto particolare dal sapore molto deciso che vanta origini antichissime, tanto da essere considerato come il formaggio più antico del mondo. Un formaggio che arriva nel piatto solo dopo un lungo periodo di lavorazione e stagionatura.

Questa è stata anche la nostra pausa pranzo con una colazione contadina e gran finale con una degustazione di conciato romano con i fichi e liquore al basilico e limone. Peccato per la pioggia della sera prima che non ci ha consentito di pranzare sotto la grande quercia. Questo però non ci ha impedito di raggiungere l’albero e abbracciarlo.
Il Real Sito di Carditello

Una delle grandi novità di una visita a Caserta c’è il Real Sito di Carditello, chiamato anche Reggia di Carditello. Un grande edificio, attualmente in restauro, che un tempo era la fattoria ideale voluta dai Borbone, un po’ come San Leucio voleva essere invece un’industria modello.
La mozzarella di bufala è nata qui

Quella di Carditello è la fattoria dove è nata la prima mozzarella di bufala campana. Il Carditello era per i Borboni una tenuta di caccia e qui si allevavano anche cavalli di razza. Il sito nel tempo ha vissuto vicende molto alterne, compresi momenti di trascuratezza ed abbandono, ma questo appartiene al passato. I lavori di restauro in corso porteranno al recupero del complesso monumentale e alla sua riapertura al pubblico. Il recupero include anche la creazione di spazi dedicati, uno dei quali sarà il museo della mozzarella di bufala.
Cosa fare al Carditello
In attesa del completamento dei restauri del Real Sito di Carditello sono tante le cose che si possono fare in questo sito che fa parte del Patrimonio Unesco della Reggia di Caserta. Nella cappella vengono allestite delle mostre temporanee. Nel parco vengono organizzati una serie di eventi che vanno dallo yoga alle rassegne musicali, dalle degustazioni di vino alle passeggiate in bicicletta e poi c’è la mongolfiera.
Volare sull’arte in mongolfiera

Se al momento non è ancora possibile visitare gli interni della Real Sito di Carditello c’è però la possibilità di vedere il sito da una prospettiva del tutto inconsueta, quello della mongolfiera al tramonto, condizioni meteo permettendo.
Una mongolfiera pensato proprio per volare sul Real Sito di Carditello del quale riprende i colori. Un’esperienza che mi manca perché, purtroppo, abbiamo avuto la sfortuna di essere a Caserta in una giornata particolarmente ventosa una cosa che non va d’accordo con la mongolfiera. Pazienza, vuol dire che è l’occasione buona per tornare, magari proprio quando sarà ultimato il restauro del Carditello.

Tutte le informazioni per prenotare il volo in mongolfiera le trovate qui,
Caserta by Night

Il sabato sera ci ha riservato una cena presso l’enoteca Nerolo di via Maielli. Una cena all’aperto seduti in una tavolata allestita nel vicolo adiacente dove ci hanno servito una serie assaggini che, nonostante il diminutivo hanno saputo riempire pienamente ogni stomaco. Una cena dove, a sorpresa, abbiamo avuto anche un’incursione teatrale con gli attori della Fabbrica Wojtila che si sono esibiti per noi. Dopo cena immancabile passeggiata lungo l’area pedonale per respirare un po’ anche delle atmosfere del sabato sera a Caserta.
Terzo giorno
Reggia di Caserta

Per me è stata la terza volta alla Reggia di Caserta, ma questo volta la visita è stata del tutto originale e diversa da solito. Sì perché tra le chiavi di lettura che offre Reggia.it c’è quella di una visita guidata seguendo il filo conduttore dell’esoterismo, ispirato dal libro Culture esoteriche e significati nascosti – I segreti della Reggia di Caserta di Alessandro Meluzzi e Tiziana Barrella.

Una visita diversa da tante altre che consente al visitatore di scoprire una serie di segni che sono al tempo stesso nascosti e sotto gli occhi di tutti. Segni che sono lì da secoli e che aspettano solo di essere scoperti e interpretati. Una traccia che lega il mondo dell’esoterismo alla Reggia di Caserta che inizia nelle sale dell’edificio e prosegue nel parco e in particolare nel giardino inglese. Una visita che non si può spiegare qui in poche righe, merita un post a parte, ma soprattutto di essere fatta.
La visita delle Reggia ci ha impegnato l’intera mattinata. Sarebbe stato belle restare ancora e visitare bene il grande parco, ma ci attendeva l’assemblea dell’Associazione Italiana Travel Blogger dove siamo stati ospiti dell’Hotel dei Cavalieri. Si sa i lavori delle assemblee mettono appetito e allora il modo migliore è quello di rendere omaggio alla gastronomia locale. Insomma pranzare.

Per l’ultimo pranzo a Caserta siamo stati ospiti del Bar Serao, che ci ha offerto un ricchissimo aperitivo con i vini de Il Torchio accompagnati da sua maestà la mozzarella di bufala del Caseificio Pagliuca e poi tutta una serie di altre leccornie, a base di prodotti locali. Spettacolare soprattutto i fiori di zucca fritti ripieni di ricotta di bufala. Non si possono spiegare, bisogna assaggiarli.
Casertavecchia

Dopo pranzo eravamo tutti pronti per fare ritorno, chi prima chi dopo, a casa. Noi eravamo del gruppo del dopo. Non volevamo perderci una visita di Casertavecchia che dista appena 4 Km in linea d’aria, e una decina di strada, da Caserta.
Come si intuisce anche dal nome, questa era l’antica Caserta, la città che conosciamo oggi è nata solo successivamente, dopo la costruzione della Reggia e così, inevitabilmente ha fatto perdere importanza al borgo medievale. Questo però ha anche contribuito a conservare in gran parte l’aspetto originario.
La sua posizione elevata (401 m slm) e il fascino dell’abitato medievale ne fanno una meta molto apprezzata dai turisti che qui vengono accolti, tra vicoli, stradine e piazzette, da un gran numero di bar, ristoranti e negozietti.
Casertavecchia inoltre ospita tutto l’anno un ricco calendario di eventi religiosi e folkloristici a cominciare con gli eventi legati al Natale, primo fra tutti il presepe vivente e le celebrazioni legate alla settimana Santa. Per chi come noi sceglie di arrivare a Casertavecchia in macchina appena fuori dal centro abitato trova degli ampi parcheggi dove lasciare l’auto pagando 2 euro per l’intera giornata. Per tutti gli altri c’è una comodissima linea di bus che fa servizio da Caserta o in alternativa c’è anche il taxi.
Per saperne di più
Per maggiori informazioni potete consultare il sito della Fondazione Carditello e quello di Reggia.it che organizza una serie di attività ed esperienze a Caserta e dintorni, comprese molte di quelle di cui vi ho parlato in questo post. Di cose da fare e vedere a Caserta ce ne sarebbero molte di più, ma 3 giorni non bastano, queste sono quelle che hanno caratterizzato il mio weekend
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8 thoughts on “Cosa vedere a Caserta in 3 giorni”