Tra i borghi del Lazio che meritano una visita c’è Priverno e il suo territorio, ma cosa c’è da vedere a Priverno? Tanto! Io conoscevo solo l‘Abbazia di Fossanova, poi grazie all’Instameet organizzato da Igers Latina, con tanto di visite guidate e degustazioni, ho scoperto tutto il resto, ovvero un territorio che racconta una storia lunga secoli.

La Priverno moderna è situata in collina e prende origine da un antico insediamento dei Volsci, ovvero l’antica Privernum, i cui resti si trovano nella pianura della valle dell’Amasento.
Priverno, quella attuale, nasce, con la fine della Privernum archelogica. Ad un certo punto i suoi abitanti iniziarono, pian piano, a lasciare la pianura – e di conseguenza la città antica – per trasferirsi più in alto. Fu così che nacquero nuovi centri abitati come Maenza, Sonnino, Rocca Gorga e Priverno.

Non sappiamo esattamente quando fu abbandonato il sito. Sappiamo però che il primo nucleo abitato della nuova città – in zona Colle Rosso – risale all’11 secolo e che nell’area archeologica sono state rinvenute tombe del 13 secolo. Migrano dunque lentamente e come si addice ad ogni città dell’epoca vennero costruite anche delle mura come mezzo di difesa dai nemici. Sulle mura si aprivano sette porte, di queste ne restano solo due l’Arco di Porta San Marco e l’Arco di Porta Posterola o Napoletana. Le mura sono state restaurate e offrono una bella vista sulla vallata.

Un abbandono graduale che ha visto sì, alcune trasformazioni della città di Privernum, ma poi con il suo abbandono totale, una vera e propria cristallizzazione dell’antico abitato.
Il nome attuale di Priverno, che riprende antico, risale al 1927, prima, infatti, si chiamava Piperno.

Cosa vedere a Priverno?
Intanto vi dico subito che Priverno ha l’appellativo di Città d’Arte, quindi di cose da vedere ce sono tante a cominciare con il centro storico, con le sue strade, piazze, chiese e palazzi. Pensate che qui c’erano 32 famiglie importanti che hanno lasciato la loro impronta nel tessuto urbano e questo rende molto piacevole anche fare una semplice passeggiata. Tra i gioielli di Priverno ci sono le sue delle chiese, molto belle e ricche, considerate una vera e propria scuola per gli studiosi dell’arte. Molti gli studenti che sono venuti a Priverno per studiare chiese e affreschi e molte le tesi di laurea che hanno come soggetto le chiese dei Priverno.

Tutelare e difendere tanta ricchezza però però è poco facile, ecco perché la maggior parte delle chiese sono sono accessibili al pubblico solo durante le funzioni religiose o su richiesta.
Le più belle sono la cattedrale di Santa Maria, la chiesa di San Benedetto, la chiesa di Sant’Antonio e la Chiesa di San Giovanni.
Restando in tema di edifici religiosi, del territorio di Priverno fa parte anche l’Abbazia di Fossanova, che si trova appena fuori città.

Tra le cose da vedere a Priverno anche alcuni musei
Imperdibile il Museo Archeologico, che consente di avere un’idea generale della storia di Priverno e che rappresenta una momento propedeutico alla visita del sito archeologico di Privernum (riaperto al pubblico dal luglio 2018).

Altro museo interessante è quello medievale di Fossanova.
È invece da tempo chiuso al pubblico il Museo della Matematica, ospitato al Castello di San Martino, per il quale è in corso una risistemazione. Ci auguriamo riapra al più presto.
Parlando di storia, da non dimenticare che il territorio è anche attraversato dalla Via Francigena del Sud.
Priverno e le sue chiese
Cattedrale di Santa Maria
La Cattedrale di Santa Maria con il tempo è stata molto rimaneggiata, lo capirete facilmente dopo aver salito la scalinata che porta all’ingresso. Appena varcata la soglia – e aver lasciato alle spalle una chiesa romanica – vi troverete all’interno di una chiesa barocca. Decisamente il contrasto è notevole.

La facciata, infatti, è in stile romanico, con tre grandi arcate sorrette da colonne che poggiano su basi a forma di animale, altri soggetti simili li troviamo anche nei capitelli. E sempre restando in tema di bestiario medievale, ai piedi della scalinata c’erano 2 statue di leoni che – dopo essere state trafugate – scomparvero per 10 anni e furono poi rintracciate a Londra presso un privato e fatte quindi rientrare in Italia.

La chiesa, che fu consacrata nel 1183, è divisa in tre navate, nelle quali si aprono 8 cappelle laterali. In una di queste sono conservate alcune reliquie, la più importante delle quali è il cranio di San Tommaso d’Aquino, patrono di Priverno.
San Tommaso d’Aquino
Mentre era in viaggio verso Lione- dove papa Gregorio X aveva indetto un Concilio – San Tommaso si fermò a Maenza presso la nipote Francesca e qui si ammalò. Qualche giorno dopo riprese il suo viaggio, ma si fermò all’Abbazia di Fossanova, dove il 7 marzo 1274 morì. Il corpo fu in seguito traslato a Tolosa, mentre il cranio restò a Priverno, a testimonianza della sua autenticità c’è una pergamena del 1600.

Le cappelle della cattedrale conservano anche altre interessanti opere d’arte, tra queste due opere in legno raffiguranti il Cristo Crocifisso, realizzato nel 1600 da un falegname di Maenza e il Cristo Deposto.

Quest’ultimo ogni anno, nel giorno del venerdì santo, viene portata in processione accompagnata dai sacconi dei personaggi incappucciati, vestiti di nero e con le catene che fanno il giro delle 13 chiese. Un processione in cui domina il silenzio, rotto dal rumore delle catene.

Tra le altre opere degne di nota, c’è una tavola molto pregiata raffigurante la Madonna d’Agosto, rivenuta – secondo la tradizione – nel 1143 da un contadino che stava arando nella zona dell’area archeologica di Privernum. All’immagine della Madonna è dedicata una festa religiosa che si tiene il 14 agosto e coinvolge l’intero paese.

All’esterno della cattedrale la Fontana dei delfini ricorda l’arrivo dell’acquedotto a Priverno. La fontana, opera dell’architetto Giuseppe Olivieri (1877), poggia su una sorta di tempietto con colonne che ospita il sacrario ai caduti delle due Guerre Mondiali. Oltre a questa furono realizzate altre due fontane.

Chiesa di San Benedetto
La Chiesa di San Benedetto è considerata, insieme a quella di San Giovanni, una delle prime chiese costruite in città. La troviamo proprio a ridosso delle mura. Fu edificata, probabilmente intorno al VII secolo.

Il campanile invece risale al 1786, in sostituzione di quello originale distrutto l’anno precedente da un fulmine. La Chiesa al suo interno si presenta divisa in tre navate e conserva numerosi affreschi di grande pregio, alcuni realizzati dagli stessi artisti che lavorarono anche al Duomo di Amalfi.
Gli affreschi che possiamo vedere vanno dal 1200 al 1600, e sono venuti alla luce negli anni ‘70 in seguito a lavori di restauro dell’edificio, che ha permesso di rimuovere lo strato di intonaco che li copriva. Affreschi che a loro volta coprono opere precedenti.
A vederla dall’esterno, si fa fatica a a immaginare che questa semplice chiesa in pietra a capanna possa celare dipinti di tale importanza. Uno dei più antichi (1240-1260) è quello della Madonna della Misericordia che rappresenta Maria con le braccia aperte che protegge con il suo mantello i fedeli. A sua volta dall’alto Cristo benedice la madre.

Alla prima metà del XV secolo risale una bella annunciazione attribuita a Pietro Coleberti. Tra gli affreschi di questa chiesa ce ne sono due un po’ particolari, uno rappresenta Maria Maddalena coperta solo dai propri capelli, e forse anche per questo coperta dall’intonaco, e un battesimo di Cristo dove sul corpo nudo si vedono le ombre delle onde del fiume Giordano.

Chiesa di San Giovanni
Così come la chiesa di San Benedetto anche questa è molto antica. Risale infatti all’XI secolo e, grazie alla presenza di interessanti affreschi risalenti al XIV secolo – è forse la chiesa più interessante di Priverno.
Anche in questo caso gli affreschi erano coperti dall’intonaco. La prima scoperta risale al 1906 e successivamente ne vennero rinvenuti altri durante i lavori del 1979. Non si tratta solo di un gran numero di affreschi antichi, ma di una qualità straordinaria.

Nella navata di sinistra il più interessante è un fregio che racconta cinque scene della vita di Santa Caterina d’Alessandria. Compreso il martirio e la trasposizione del suo corpo – ad opera degli angeli – sul Monte Sinai, dove ancora oggi si trova un antico e importante monastero a lei dedicato.
Un ciclo molto importante e studiato nel quale è stata notata molta somiglianza con gli allievi di Giotto. Della stessa mano sembrano essere anche le immagini che, sulla navata opposta, narrano la vita di San Nicola.

Altro affresco notevole è quello della Madonna con Bambino e il Santo Vescovo attribuita al fiorentino Benozzo Gozzoli. Quella di Maria è una figura ricorrente, la troviamo anche in due Annunciazioni (entrambe di maestri privernati) e – in trono – nell’atto di allattare il bambinello.

Questa chiesa è una vera e propria scuola di affresco, importante anche per la presenza dell’Arcangelo Michele o meglio del suo disegno preparatorio, elemento questo che ci aiuta a capire come si lavorava all’epoca.
La chiesa di San Giovanni potrebbe riservare ancora nuove sorprese perché sappiamo che dietro l’organo si nascondo altri affreschi.

Capite dunque il perché questa chiesa rappresenti un vero e proprio laboratorio per gli studiosi di storia dell’arte e in particolare per gli studenti delle università.
Per ora mi fermo qui…

Una cosa l’avete capita, questa è solo una minima parte di ciò che si può vedere a Priverno. Per ora mi fermo qui anche se avrei ancora tanto da aggiungere. Vi prometto però che tornerò presto a parlare di Priverno, in particolare del sito archeologico di Privernum e dell’Abbazia di Fossanova, musei compresi.