Cosa vedere ad Anagni

Considero Anagni, una delle mete religiose, artistiche e culturali più sottovalutate dai grandi circuiti del turismo nazionale. Eppure, cose da vedere ad Anagni ce ne sono tantissime e tutte caratterizzate da un altissimo valore storico.

Antico spartito del  XIV che si può vedere nel museo della cattedrale

Cose da vedere ad Anagni: tra storia e religione

La storia di Anagni è una storia nobile, fatta di eventi storici che hanno influenzato il mondo cristiano, a partire dal fatto che diede i natali a ben 4 Papi, motivo per il quale è conosciuta come la Città dei Papi.

Affresco cattedrale di Anagni

Una visita ad Anagni, cittadina dell’alta Ciociaria, vi porterà indietro nel tempo, facendovi immergere completamente nel passato, raccontandovi e facendovi sentire parte di quegli eventi a cui accennavamo prima.

Chi non conosce infatti l’episodio dello schiaffo di Anagni?

Beh forse non è proprio grandissimo il numero di persone che ne sono a conoscenza ed è per questo che oggi vi porterò (anche) nel 1303, in mezzo a una cittadina intenta a difendere il suo Papa, dall’esercito francese di Filippo il Bello e dalle truppe mercenarie guidate dall’irascibile Sciarra Colonna. Esploreremo i sotterranei della Cattedrale di Anagni per stupirci alla vista della cripta. Assisteremo alla scomunica dell’Imperatore Federico Barbarossa e altro ancora.

Vogliamo cominciare?

Il Palazzo Papale

Di tutte le cose da vedere ad Anagni, il palazzo papale è forse quello meno appariscente. Collocato lungo la strada fatta di sanpietrini che porta alla Cattedrale, viene segnalato solo da un piccolo cartello che invita ad entrare dentro una sorta di proprietà privata.

Appena all’interno si nota un antico palazzo ma a prima vista, non sembra assolutamente nulla di eccezionale se lo si mette a confronto con la maestosa cattedrale che si può raggiungere facendo qualche decina di metri ancora.

Eppure questo è un luogo affascinante, dove vi si svolse un fatto unico al mondo da quando esiste lo Stato Pontificio. Qui, in una di queste sale, un Papa è stato schiaffeggiato e umiliato.

Devo dire la verità: l’idea di entrare non ha suscitato in me alcuna aspettativa particolare, ma grazie alla bravissima guida che accompagnava il mio piccolo gruppo, ben presto mi sono ricreduta, al punto che sarei voluta restare anche al termine della visita per scoprire i segreti di ogni singolo mattone che compone il Palazzo Papale, oggi chiamato Palazzo Bonifacio VIII.

Il Palazzo Bonifacio VIII

Il palazzo Bonifacio VIII non deve assolutamente mancare nella vostra check-list delle cose da vedere ad Anagni. Questo edificio è stata le residenza-fortezza di tutti i Papi anagnini che si sono succeduti e, nel corso dei secoli ha visto calcare i suoi pavimenti nobili, principi, re e Imperatori, uno su tutti Federico II.

Ma vi si svolse anche un episodio che è diventato famoso come lo “schiaffo di Anagni”.

Lo Schiaffo di Anagni

Correva l’anno 1303, quando Anagni venne assediata dalle truppe Francesi inviate dall’Imperatore Filippo il Bello e comandate da Filippo Nogaret, con l’ordine di catturare il Papa. Insieme ai francesi, c’era l’esercito mercenario di Giacomo Colonna, detto Sciarra, un uomo iracondo che provava un astio molto forte verso Papa Bonifacio VIII.

Tra le cose da Cosa vedere ad Anagni anche la sala del celebre schiaffo

Ma come si giunse a tutto questo? Dobbiamo fare un passo indietro di qualche anno.

Filippo IV, detto il Bello, era un re salito al trono appena diciassettenne che ereditò dal predecessore un debito di “8 tonnellate d’argento”. Le guerre dell’epoca misero in crisi ancora di più le sue finanze, al punto che decise addirittura di far arrestare i mercanti e i banchieri che lo avevano finanziato per poter estinguere almeno una parte del debito.

Ma non si accontentò di questo: decise di imporre una tassa (la Decima) anche sui possedimenti della Chiesa in Francia, autorizzato in realtà da Papa Nicola IV. La cosa non fece di certo piacere ai chierici che non tardarono a sporgere i propri reclami al Papa stesso.

Richiesta che rimase inascoltata, fino a quando salì al soglio pontificio Papa Bonifacio VIII. Bonifacio era un personaggio molto colto, abile diplomatico e dalle idee molto innovative (una su tutte fu l’istituzione del Giubileo), idee che lo portarono in contrasto con alcune famiglie nobili dell’epoca, tra cui quella dei principi Colonna con cui ebbe sempre parecchi contrasti.

Bonifacio VIII dunque scrisse non una sola volta a Filippo il Bello, chiedendogli di rinunciare alle tasse sui religiosi francesi, ma viste le sue mancate risposte, si decise a scrivere la “Bolla Salvator Mundi” con la quale privava il re di Francia del diritto di esigere la Decima.

Filippo bruciò questa e altre bolle papali e si mise in aperto contrasto con il Papa, il quale a questo punto si giocò la carta della scomunica.

Filippo era si un re senza scrupoli, ma a quell’epoca una scomunica era una questione molto grave, da non prendere alla leggera. Fu così che inviò le sue truppe per catturare il Papa per costringerlo a revocare la scomunica.

E siamo arrivati finalmente al 1303 quando, nottetempo, alcuni cittadini di Anagni corrotti e fecero entrare l’esercito Francese in città. Per il suo comandante e quello dell’esercito di mercenari assoldato dai Colonna, fu a quel punto facile irrompere nel Palazzo Papale.

Le fonti ci dicono che uno Sciarra Colonna infuriato si avventò contro l’odiato Papa, schiaffeggiandolo ripetutamente con un guanto di ferro e che solo l’intervento di Guglielmo da Nogaret gli impedì di ucciderlo.

A tal proposito, giova ricordare che il ramo della famiglia Colonna a cui apparteneva Sciarra, era stato scomunicato ed esiliato da Bonifacio VIII già da diversi anni. Il motivo per il quale si trovava li era perché trovarono rifugio alla corte di Filippo IV.

Il papa rimase prigioniero per 3 giorni, ma prima che fosse condotto in Francia, la nobiltà anagnina organizzò un proprio esercito e scacciò i Francesi. In quei 3 giorni, Papa Bonifacio VIII non toccò ne cibo né acqua per paura di essere avvelenato e quando fu liberato le sue condizioni erano molto gravi.

Sembra infatti che soffrisse di una malattia ai reni (forse insufficienza o calcoli renali) e la mancata idratazione causò una forte infiammazione che lo condusse alla morte dopo qualche giorno.

Piccola chicca: Bonifacio VIII passò gran parte del proprio pontificato ad Anagni per la vicinanza a Fiuggi, città termale, in cui grazie alle sue acque, poteva salvaguardare le proprie reni.

Gli interni del Palazzo Bonifacio VIII

Ora che conoscete tutta questa affascinante storia capirete bene il valore del Palazzo di Anagni e i suoi interni appariranno tutti in un’altra prospettiva. Ma andiamoli a scoprire.

Della nostra visita a Palazzo Bonifacio VIII, ci ha impressionato in maniera particolare la “Sala delle Oche” dove viene mostrato un atlante di aviofauna con la descrizione di 12 specie di volatili.

Poi ovviamente la Sala delle scacchiere dove troneggia al centro un grande tavolo da scacchi e degli affreschi che rimandano al simbolo cavalleresco di cavalleria e passatempo “cortese”. Fu proprio in questa sala che avvenne l’episodio dello “schiaffo di Anagni”.

La Cattedrale di Anagni

In questo articolo sulle cose da vedere ad Anagni, ho volutamente lasciato la visita alla Cattedrale alla fine, in quanto si tratta del monumento più importante in assoluto della cittadina ciociara.

Cattedrale di Anagni, esterno

La cattedrale si erge imponente con la sua facciata in marmo tartaro, manifestando nettamente il suo stile romanico, così come romanico è il campanile alto 30 metri che la affianca. La datazione della sua costruzione corrisponde a quella della cripta e fu edificata per volere del vescovo Pietro da Salerno.

Cattedrale di Anagni, interno

La costruzione dopo qualche anno dall’inizio dei lavori, subì uno stop e fu completata solo grazie ai denari inviati come segno di riconoscenza dall’imperatore di Bisanzio Michele VII, che proprio da Pietro fu guarito da una malattia, per intercessione di San Magno.

Se l’esterno è in stile romanico, curiosamente, l’interno della cattedrale è in stile gotico. Questo accade perché successivamente, nel 1250, subì un restauro voluto dal Vescovo Pandolfo.

Cattedrale di Anagni, interno

La cattedrale, in tutto il periodo medievale, ebbe un’importanza storica notevole vista l’ascesa al soglio pontificio di ben 4 Papi anagnini. E proprio qui avvennero la scomunica di Federico Barbarossa e dell’antipapa che si fece eleggere con il nome di Vittore IV.

Ma ripercorriamo la storia partendo da qualche anno prima, quando Federico I cullava il sogno di riunire tutta l’Europa come al tempo degli Antichi Romani. Ovviamente, i suoi progetti non potevano non passare da guerre e conquiste di territori, ma anche e soprattutto dalla questione del potere temporale che Federico rivendicava per sé, lasciando al Papa quello spirituale.

Pensate che a quel tempo il Papa fosse tanto contento di lasciare il potere “terreno” ad un Imperatore? Urgeva fare qualcosa per contrastarlo e questo qualcosa si concretizzò con la formazione della Lega Lombarda, un’alleanza tra i Comuni settentrionali appoggiati dal Pontefice, per ricacciare indietro il Barbarossa.

Museo della Cattedrale di Aanangni

La Cripta di San Magno

La vera sorprese che offre la cattedrale di Anagni la Cripta di San Magno, protettore di Anagni, che ci sorprende per la sua bellezza e soprattutto per il fatto che un qualcosa di così prezioso si trovi in un posto ignorato dai grandi Tour Operator.

Qualcosa del genere ce lo aspetteremmo a Roma, o dovrebbe far parte di un tour che da Roma conduca sin qui. E invece gli unici visitatori che si trovavano insieme a noi erano stranieri che si erano organizzati il viaggio in totale autonomia.

Una delle cose più belle da Cosa vedere ad Anagni è la Cripta di San Magno

Se vedeste la Cripta di San Magno, capireste del perché utilizzo toni tanto netti al riguardo. Prima di descrivervela, vi anticipo solo una cosa: è stata ribattezzata dagli storici d’arte come “La Cappella Sistina del 200”.

La Cappella Sistina del Medioevo

La Cripta di San Magno fu costruita nei sotterranei della Cattedrale di Anagni tra il 1072 e il 1104, contemporaneamente all’edificazione della cattedrale stessa e aveva la funzione di luogo di conservazione delle reliquie dei santi.

Si tratta di una piccola cripta a 3 navate con le pareti completamente affrescate in stato di conservazione ottimale. I colori sono brillanti e in alcuni tratti sembra veramente che siano stati appena dipinti.

D’altronde anche le visite sono contingentate, un piccolo gruppo alla volta a intervalli di mezz’ora. Non è consentito fotografare con il flash.

Il motivo del divieto è molto semplice. Per salvaguardare l’integrità degli affreschi, questi devono essere illuminati il meno possibile e infatti, anche l’illuminazione interna, viene attivata giusto il tempo delle visite. Tra un gruppo e l’altro viene spenta.

Gli affreschi della cripta sono tematici e divisi per zone. Troviamo affreschi relativi alla creazione e alle storie dei Santi, storie dell’antico testamento e naturalmente quelle relative a San Magno, patrono di Anagni, a cui la cripta è intitolata.

L’accesso alla Cripta è subordinato all’acquisto di un biglietto che da diritto anche alla visita della Cattedrale e al museo del tesoro della Cattedrale (a proposito: se capitate in queste zone vi segnalo 7 musei da visitare nella campagna romana). Consiglio vivamente di acquistare il biglietto con la guida, perché vi permetterà di apprezzare ancora più profondamente, l’immensa bellezza di questo luogo sacro di enorme valore artistico.

Per info su costi e biglietti visita il sito cattedraledianagni.it

La Scomunica di Federico Barbarossa

Federico Barbarossa aveva già operato una prima discesa in Italia alla testa di un esercito per sottomettere al suo potere vari territori e per recarsi a Roma a farsi incoronare Imperatore dal Papa. Era il 1155 e fu Papa Adriano IV a compiere questo gesto all’interno della Basilica di San Pietro.

Il gesto provocò feroci tumulti che costrinsero sia Papa Adriano che Federico Barbarossa a lasciare Roma. Ma l’Imperatore se ne andò con una promessa ben precisa. Quella di tornare e sottomettere Roma.

Il ritorno avvenne nel 1158 motivato dalla necessità di riconquistare le città del nord Italia che nel frattempo stavano sfuggendo al suo controllo. Ristabilita la situazione, Federico iniziò a emanare editti che costringevano a sottoporre alla sua approvazione, tutte le questioni sui diritti signorili, vietò di formare alleanze tra città e di scatenare guerre tra le stesse.

Si spinse talmente in la che, oltre a scontentare tutti, fece riemergere la questione del potere temporale.

Passò quindi mesi impegnato a distruggere le città del nord Italia che non volavano riconoscerlo come Imperatore (rase al suolo Milano, Brescia e Piacenza per dirne alcune), e fu così che nel 1160, Papa Alessandro III ritiratosi ad Anagni, decise di scomunicarlo.

Fu l’inizio della fine del Barbarossa che culminò con la resa dopo la sconfitta della battaglia di Legnano del 1176.

Anagni: Storia, arte e Bellezza

Ecco, se vi trovaste come me in visita ad Anagni, pensate al valore storico di questo posto, quando camminerete sui pavimenti della Cattedrale, sulla stessa superficie dove passarono Federico Barbarossa, e Papa Alessandro III. Quando invece calcherete i ciottoli delle sue strade, pensate che in quella notta lontana del 1303, gli zoccoli dei cavalli dell’esercito francese hanno fatto lo stesso percorso.

E quando vi troverete nella sala degli scacchi del Palazzo Bonifacio VIII, provate ad avvertire la dignità di un Papa umiliato da un nobile assetato d’odio e di vendetta. Questa è Anagni: storia, arte e bellezza.

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