Solo due giorni fa ho fatto un’intervista sul trend positivo del mercato del turismo legato alla formula crociera e alle lune di miele. Allegria, spensieratezza che l’altra notta si sono infrante contro uno scoglio. E così la vacanza, appena inziata, diventa tragedia e le cifra di questa sciagura del mare facendo aumentare di ora in ora il numero delle vittime, ma per fortuna quello dei sopravvissuti.
L’ultimo aggiornamento parla di 5 vittime e 15 dispersi.
Inevitabilmente scatta il confronto cono la più celebre delle sciagure del mare, quella del Titanic, di cui quest’anno ricorre il centenario e, sempre inevitabili, arrivano le polemiche. Una sciagura che poteva essere evitata? L’allarme, è vero che è stato lanciato con circa un’ora di ritardo? La nave viaggiava fuori rotta? Ed è vero che era troppo vicina alla costa? Forse, ma il compito di dare una risposta a tutte queste domanda spetta alle inchieste partita subito dopo il naufragio. Per ora il dito sembra puntato sul comandante, colpevole anche di non essere stato l’ultimo ad abbandonare la nave. Dal carcere si difende, dando la colpa alle carte nautiche che non avrebbero segnalato l’ostacolo… ma su di lui intanto pesano accuse pesanti: omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.
Ed ora, mentre la nave giace su un fianco, si teme che alla tragedia umana si aggiunga quella ambientale: asl momento pare non ci sia stata alcuna fuoriuscita di carburante, ma nei serbatoi della nave, appena partita da Civitavecchia, c’è ci sono ancora oltre 2000 tonnellate di gasolio.
E mentre è calata un’altra notte sul relitto della Costa, rimane forte una domanda: come può essere accaduto un episodio simile nel 2012?

La Costa Concordia passava troppo vicino alla costa… è vero, ma una delle caratteristiche di una crociera è anche quella di poter ammirare dal ponte della nave la bellezza dei paesaggi e delle città costiere e a Venezia accanto al dolore per le vittime cresce la protesta per il passaggio delle navi da crociera in laguna, un no deciso per preservare Venezia e il suo ambiente dalle possibili conseguenze di un incidente simile.
3 thoughts on “Costa Concordia…. troppi perché”