Una visita a Delos è forse il motivo più valido per andare a Mikonos, da cui dista, dal punto più vicino, appena 1 miglio marino.
Un servizio di battelli in poco più di mezz’ora porta a Delos quei i turisti che, all’eccessiva confusione di Mikonos, preferiscono il fascino senza tempo di questo sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Un’isola molto piccola, appena 3,4 Kmq, ma di una grandezza di tutt’altro tipo. Non fatevi ingannare dalle dimensioni, qui potete trascorre l’intera giornata, quindi il mio consiglio è quello di muovervi abbastanza presto, anche per evitare di arrivare nelle ore di punta.
Un po’ di mitologia
Delos non è solo un’isola delle Cicladi, è anche un grande sito archeologico, è anche il luogo dove, secondo la mitologia, nacquero Apollo e Artemide, figli di Latona e Zeus.
Sarebbe infatti questo il rifugio di Latona giunse qui per sfuggire alle ire di Era che poco gradiva la sua relazione con il padre degli dei.
Zeus precedentemente aveva messo gli occhi anche su sua sorella Asteria, lei
pur di sfuggirgli si tramutò in quaglia, ma la sua fu una fuga con un triste epilogo. Cadde in mare e morì. Zeus allora la trasformò in un’isola che prese il nome di Ortigia, “isola delle quaglie”. Il nome dell’isola cambiò in quello di Delos dopo la nascita di Apollo. Quando il dio del Sole venne al mondo l’isola si riempì di luce e prese il nome di Delos, che deriva dal verbo greco deloo che significa “mostrare”
Dalla mitologia alla storia
Tutto questo è mitologia, la storia invece ci parla di un’isola, Ortigia, abitata fin dal 3mila a. C. e dove, a partire dal 1000 a. C., gli abitanti si dedicarono al culto di Apollo. Erano i tempi in cui qui si svolgevano le celebri feste panelleniche.
I resti archeologici che caratterizzano l’isola sono il segno tangibile di una civiltà importante, qui sorgeva la più grande città antica del mar Egeo.
Oggi è un’isola abitata solo dai segni di una storia millenaria che la vide, tra il 478 a. C. e il 454 a. C., sede della lega Delio-attica.
Dopo essere stata una città-Stato indipendente (III-II sec. a. C.) arrivò a decadenza con il saccheggio di Mitridate VI re del Ponto. Era l’86 a. C e in poco tempo l’isola vide i monumenti distrutti e gli abitanti cadere sotto i colpi del nemico.
Quanti furono i morti? Non si sa con precisione, ma si parla di 20mila vittime, un numero oggi considerato un po’ esagerato.
Cosa vedere a Delos
Parlando di Delos la prima cosa che viene in mente, dopo Apollo, è la terrazza dei Leoni, di cui oggi, dei 16 di un tempo, ne restano solo cinque (un sesto è a Venezia), che, immobili nel marmo, sembrano essere a guardia dell’isola.
Sono un ex voto del popolo dei Nessi, che li fecero scolpire in onore di Apollo (fine VII sec. a. C.). Quelle che vedete sul sito sono solo copie, gli originali sono conservati nel museo, dove si trovano anche i frammenti di altri due.
Tra le altre cose che si possono vedere a Delos c’è il museo, una visita qui è anche occasione per ammirare statue e marmi rinvenuti sull’isola.
Elencare le cose di pregio da vedere a Delos sarebbe troppo lungo, tutta l’isola è un immensa area archeologica, oggetto di studio e scavi sistematici che, fin dal 1872, hanno permesso di portare alla luce belle case alcune delle quali decorate da splendidi mosaici, come la Casa dei Delfini, la Casa delle Maschere, la Casa del Tridente, la Casa di Dionisio.
Tra le cose di maggior rilievo ci sono la Stoà di Filippo, il teatro da 5500 posti, il Santuario di Apollo e ancora i Propilei, il tempio di Hermes e le varie Agorà. A me è piaciuto molto anche il Tempio di Isis, un piccolo gioiello architettonico in stile dorico (II sec a. C.).
Il mio consiglio è anche quello di non perdere i resti del santuario di Zeus sul Monte Cinto, non tanto per il tempio in sé, quanto per la salita (meno impegnativa di quello che possa sembrare) che vi regalerà una vista unica e suggestiva. Anche perché quest’isola è anche e soprattutto uno “scrigno di suggestioni”.