Vi ho mai raccontato come mi sono imbucata negli hotel più lussuosi di Dubai? Vi dico subito che non scrivo questo post per darvi delle dritte su come fare, anzi non seguite il mio esempio, anche perché tutto era iniziato con le migliori intenzioni, poi mi sono fatta prendere un po’ la mano.

Tutto è iniziato al Medinat Jumeirah
Tutto è iniziato mentre ero in visita al Medinat Jumeirah. Prima però, per chi non conosce Dubai serve una piccola premessa per spiegare che cos’è il Medinat Jumeirah. Si tratta di un grande e moderno complesso, esteso su circa 40 ettari, che riprende le architetture della penisola arabica. Anzi è stato ideato proprio con l’intento di ricreare una tipica città araba. O meglio una città in particolare, Dubai, prima che diventasse la moderna città dei grattacieli. La Dubai che si voleva ricreare qui, con un po’ di fantasia, è quella della Old Dubai, la zona del Creek. Ecco perché si sviluppa attorno a specchi d’acqua, con tanto di abra (l’imbarcazione tipica) con la quale navigare nel complesso tra canali, fiumi e laghetti.
Medinat Jumeirah è diviso in due zone ben distinte. Da un lato il centro commerciale, una sorta di elegante souq con negozi e ristoranti, e dall’altro alcuni tra gli alberghi più lussuosi di Dubai: Mina A’Salam, il primo ad essere stato inaugurato, Al Qasr, che con molta modestia vuole riprodurre una delle residenze dello sceicco, il Jumeirah Beach, e a proprio lì accanto c’è anche il Burj Al Arab, la vela, uno degli edifici simbolo di Dubai. Se mettiamo insieme gli hotel del Medinat Jumeirah, abbiamo tante stelle da fare un firmamento. Gli alberghi sono tutti moderni, ma di stile molto diverso. Mina A’Salam, Al Qasr sono molto arabeggianti, un po’ da Mille e una notte, con tanto di canale artificiale da percorrere in barca. Gli altri due sono più avveniristici.
Ecco io all’inizio ho fatto quello che fanno tutti a Dubai, un giro al Medinat Jumeirah souq, anche perché da qui si possono fare delle belle foto con il Burj al Arab sullo sfondo. Ecco l’dea era quella, ma alla fine, per un puro caso, l’ho visto molto più da vicino di quanto avrei dovuto.
Ecco allora come mi sono imbucata in alcuni degli hotel più lussuosi di Dubai
Le intenzioni all’inizio erano buone, ci avrebbe fatto piacere visitare il Burj Al Arab, il simbolo di Dubai, ma sapevamo che senza prenotazione in questo i più lussuosi della città, non si accede. Visti i costi abbiamo, ovviamente, escluso il pernottamento, ma anche una cena in uno dei ristoranti. La soluzione meno costosa poteva essere quella di prenotare un più economico (ma non tanto) aperitivo.
Era uno sfizio che vi volevamo togliere, ma il nostro è stato un tentativo vano perché era il periodo di Capodanno ed era tutto prenotato.

Però non ci volevamo arrendere del tutto Trascorrere almeno un notte in uno di questi hotel è un sogno di molti, anche se i prezzi non sono certo alla portata di tutti, questi grandi e lussuosi alberghi sono una delle caratteristiche di Dubai. Allora mi sono detta: Anche se non ci posso dormire, non posso partire senza averli visti, anche se solo da lontano. Capito le intenzioni iniziali: vederli solo da lontano. Il Burj al Arab, uno dei pochi alberghi al mondo a 7 stelle (anche se ufficialmente ne ha “solo” 5) si può vedere dalla spiaggia oppure andando al Medinat Jumeirah. Ed è così abbiamo fatto.
Missione numero 1, entrare al Al Qasr
Le intenzioni erano sempre buone, anzi buonissime. Visto che non avevamo abbandonato l’idea di fare qualcosa di speciale, abbiamo pensato che potevamo regalarci, come alternativa all’aperitivo al Burj al Arab, una cena al Magnolia, il rinomato (e costoso) ristorante vegetariano in stile olistico che si trova a Al Qasr.

Pensavamo fosse semplicissimo: andiamo, prenotiamo e poi ceniamo
Non avevamo ben chiaro che non sarebbe stato così semplice Arrivati a Medinat Jumeirah ci siamo avviati verso uno dei due ponticelli che separa – e al tempo stesso collega – la zona commerciale da quella alberghiera. L’omino di guardia ci ha subito fermato. Noi gli abbiamo spiegato che volevamo cenare al Magnolia. Lui un po’ sconcertato ci ha informato che non era possibile perché quella sera c’era un matrimonio. Ora una persona normale avrebbe ringraziato e se ne sarebbe andata. Noi no. Lo abbiamo tempestato con una domanda dietro l’altra e all’ultima – non mi ricordo quale fosse – ci ha risposto che potevamo chiedere al maitre e ci ha lasciato passare.
Insomma, lui ci ha detto di chiedere al maitre, ma di fatto ci ha dato il via libera al complesso alberghiero. Visto? Imbucati sì, ma per caso.

Una volta entrati, non serve specificarlo, siamo andati in giro in lungo e in largo. Anzi dentro e fuori, mi vedete qui sopra sul divano del Al Qasr a fare la principessa?
Comunque, missione compiuta, siamo entrati al Al Qasr e abbiamo anche dato un’occhiata al Magnolia, il ristorante dove non avremmo mangiato. E il maitre? Non lo abbiamo neppure cercato!
Potevamo dirci soddisfatti e tornare a casa. No, ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare. A questo punto c’erano altri alberghi dove volevamo entrare: il Jumeirah Beach, il Mina A’Salam e, ovviamente il Burj al Arab.
Abbiamo iniziato, anzi continuato, con la missione numero 2, che sembrava più la semplice.
Missione numero 2, entrare al Jumeirah Beach

Entrare al Jumeirah Beach è stato facilissimo. Ormai eravamo all’interno del complesso alberghiero del Medinat Jumeirah ed era semplice muoversi da una parte all’altra. Unica difficoltà le distanze perché, come vi dicevo è tutto molto grande, ma non è stato certo questo a scoraggiarci. Camminando lungo la spiaggia ci siamo diretti a passo sicuro verso il grande albergo, dove siamo entrati senza problemi, salutando con un sorriso

Anzi, sono anche andata in bagno, quando scappa, scappa! Poi ci siamo fermati ad ascoltare la musica di una pianista che suonava nella grande hall, in una sorta di isoletta posta in una grande fontana. Volevamo prendere l’ascensore e provare a salire ai piani più alti, ma in quel momento avevamo in mente solo la missione successiva, quella più impegnativa.
Missione numero 3, entrare al Burj Al Arab
In quel momento tutto ci sembrava possibile, la Vela era lì, molto vicino a noi. Il Burj al Arab sorge dal su un’isoletta artificiale – appena fuori Medinat Jumeirah – ed è collegato con un ponticello alla terraferma. Il filtro lì è davvero stretto, ma noi avevamo un piano con un paio di stratagemmi. Per accedere al Burj al Arab è necessario avere una prenotazione, noi abbiamo provato a prenotare un aperitivo allo Sky Bar del Burj Al Arab, ma eravamo a Capodanno e non ‘era più disponibilità, nonostante non sia esattamente economico, ma stiamo parlando dell’hotel più famoso al mondo e Dubai vale una piccola follia. Follia per follia abbiamo tentato la strada più semplice (apparentemente), ovvero imbucarci al Burj Al Arab
Sapevamo che questa volta sarebbe stato meno facile ma ci abbiamo provato lo stesso così:
- trucchetto 1: farci portare all’ingresso del Burj Al Arab da una macchinetta elettrica (tipo quelle da golf) in uso ai clienti del Medinat Jumeirah. Avevamo pensato che questo ci avrebbe reso più credibili, nonostante i jeans e le scarpe da ginnastica. Abbiamo fermato una di queste auto e abbiamo chiesto, con sicurezza, di portarci al Burj al Arab per l’aperitivo. L’orario era quello giusto e non appena l’autista ci ha aperto lo sportello ci sembrava già di avercela fatta.
- trucchetto 2: inventarci un numero di prenotazione per il fantomatico aperitivo. Arrivati all’inizio del ponticello che ci separava dal Burj al Arab ci siamo dovuti fermare perché, ovviamente non c’era nessun nome in lista e non c’è stato modo di procedere oltre. A questo punto per salvare la faccia abbiamo dato la colpa alla reception del Jumeirah Beach per aver fatto pasticci con la prenotazione.

Missione fallita, questa era davvero una Mission Impossible. Anche non siamo entrati al Burj Al Arab, ci siamo andati molto, molto vicino, come dimostra la foto al tramonto. Che fare ora? L’autista della nostra auto elettrica aveva sentito tutto, non potevamo chiedergli altro che riportarci al Jumeirah Beach per “chiarire con la reception”. A dire il vero mi facevano male i piedi, era tutto il giorno che camminavamo e io mi sarei fatta volentieri accompagnare all’uscita, ma a quel punto sarebbe stato come dire Sì è vero, siamo degli imbucati!
Eravamo troppo stanchi per provare ad entrare anche al Mina A’Salam. Quindi dietro front, lasciato il Jumeirah Beach ci siamo diretti a piedi fuori dal complesso per tornare in albergo, dove ci aspettavano gli altri. Non serve dire che gli abbiamo fatto uno scherzo: gli abbiamo mostrato le foto del Burj al Arab dicendo che eravamo entrati. Ma hanno capito (quasi) subito che non era vero Un pomeriggio gironzolando tra hotel lussuosi, un pomeriggio diverso, senza dubbio, ma anche questa è Dubai. Volete sapere come è finita la serata? Abbiamo cenato in uno dei ristoranti del Medinat Jumeirah souq, un ottimo ristorante iraniano con vista sul Burji al Arab. Abbiamo mangiato bene e speso tanto. Però un po’ di lusso ogni tanto ci vuole, soprattutto a Dubai. Le nostre incursioni negli hotel però non erano finite.
Missione numero 4, entrare all’Atlantis e salire sulle torri

Entrare all’Atlantis non è un’impresa difficile, anche perché l’hotel, che sorge sull’ultima delle isolette che compongono la Palma, è una meta turistica con tutta una serie di attrazioni, acquario compreso. Noi però non potevamo fermarci al pianterreno, volevamo salire sulle torri più alte per vedere il panorama. L’accesso sarebbe consentito solo agli ospiti, ma noi con assoluta nonchalance abbiamo fatto quello che avrebbe fatto qualunque ospite dell’hotel, abbiamo preso l’ascensore e siamo saliti. Troppo facile! Unica differenza è che nelle prime tre missioni eravamo in due, ora in quindici e passare inosservati era decisamente meno facile, ma anche in questo caso: missione compiuta!
Missione numero 5, si va in trasferta ad Abu Dhabi per entrare nello Yas Hotel

Quinta e ultima missione da imbucati è stata quella che ci ha visti entrare allo Yas Hotel Viceroy di Abu Dhabi. Non so se avete presente, è l’hotel che si affaccia sul circuito di Formula 1. Anche qui per entrare c’era un filtro, arrivati all’ingresso in macchina abbiamo giocato la carta della prenotazione. Questa volta però ha funzionato, anche se non c’era nessun nome in lista. La prima macchina è entrata senza problema, poi la seconda e la terza.
Ci siamo imbucati è vero, ma non per scroccare, siamo andati al bar ed abbiamo preso (e pagato) un aperitivo. Nel frattempo era scesa la sera, lasciato l’hotel e i suoi lussuosi locali, ci siamo rimessi in viaggio per rientrare a Dubai. Non prima però di aver dato una sbirciatina in giro.
Giuro che è stata la prima e l’ultima volta che mi sono imbucata negli alberghi di lusso, non si fa.
Ripetete con me: non si fa. Non ci si imbuca negli hotel lussuosi, mai, neppure a Dubai.
Però è stato divertente, questo lo devo ammettere
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