Sono tante le cose che colpiscono di un libro la prima volta che si fa il suo incontro in genere in libreria.
Il titolo, l’immagine di copertina, il nome dell’autore.
Dune, Balene e Microchip, recensione
Il mio primo incontro con questo libro è stato tramite una news che ne annunciava la pubblicazione imminente, la mia attenzione è stata subito attirata dal titolo: Dune, Balene e Microchip.
Elementi che messi insieme non possono che colpire! Ho poi letto che l’autore era un giornalista di viaggi, Luigi Alfieri, e che questo libro era il suo resoconto di sette anni di viaggi in giro per il mondo. E’ bastato forse poco, ma per me ed è stato un colpo di fulmine. Dovevo avere questo libro!!!!
Ho dovuto aspettare un po’, perché non era ancora stato pubblicato. Un’attesa ripagata da un prodotto editoriale molto interessante, ben fatto e ricco di splendide foto, frutto dell’occhio esperto di Alessandro Gandolfi.
Finalmente avevo il libro tra le mani, l’ho sfogliato rapidamente e mi sono trovata davanti ad un dilemma
E ora, da dove inizio?
Il dubbio era se iniziare con le pagine dedicate a luoghi da me già visitati o se partire dalle mie mete sognate, insomma quelli al vertice della top ten dei viaggi che voglio fare almeno una volta nella vita (ovvero Patagonia e Yemen, in particolare la misteriosa isola di Socotra). Alla fine ho scelto di iniziare con Portogallo e Marocco, due Paesi che ho visitato negli ultimi anni. Ho pensato che partendo da situazioni conosciute sarei entrata meglio nel modo di scrivere dell’autore.
Quello che ho scoperto sono stati racconti molto sensoriali
Scorrendo le pagine si scopre non solo una descrizione per immagini ricca di informazioni (mai banali e scontate), ma soprattutto ci si immerge in un mondo fatto di colori, suoni, silenzi, profumi e sensazioni. In questi scritti, circa una trentina, scopriamo soprattutto frammenti di sogno.
Per sognare il viaggio già fatto, quello che si vorrebbe fare e soprattutto quelli che, forse, si erano neppure presi in considerazione. Viaggio nei cinque continenti, nelle quattro stagioni dell’anno.
Di tanto in tanto troverete anche consigli su cosa mangiare o dove dormire – ma anche questi sono consigli sensoriali- come dormire nella brughiera argentina, “nel bel mezzo del nulla” per vivere “la vita dei guachos, cavalcando per ore nella prateria” mentre in cielo volteggiano i condor o i sapori di Lisbona, tra baccalà e pateis de Belem (una pasta dolce aromatizzata di cannella).

I colori del mondo
Una delle cose più piacevoli nel leggere questo libro è stato quello di scoprire i colori del mondo.
La Mongolia è ocra come la sabbia del Gobi, a Hegra, in Arabia Saudita, i cieli sono color carta da zucchero, in Patagonia sono così blu da sembrare di carta, mentre quelli di Socotra sono più blu di tutti gli altri.
In Cina i colori dominanti sono il giallo e il blu dei templi e il rosso dei deserti. Ancora rosso, ma anche blu cobalto, ocra e bianco i colori di Cartagena (Colombia), in Canada il cielo diventa arancione, il mare viola e le rocce rosse, la verde Irlanda è costellata da case di pietra grigia e da fiori azzurri, arancio, lilla, blu, giallo e bianco.
Insomma il mondo di Luigi Alfieri è una straordinaria tavolozza di colori. Io vi ho fatto solo qualche esempio, gli altri scopriteli voi. E a voi anche il piacere di scoprire il significato del titolo 🙂
Dimenticavo, alla fine ho deciso che i miei viaggi di sogno li avrei lasciati come ultima lettura: a parte la delusione di scoprire che Calafate è “bruttina”, il sogno è cresciuto.
Il libro lo trovate sia in libreria che on line su Amazon
Luigi Alfieri
foto di Alessandro Gandolfi
Dune, balene e microchip
Sette anni in giro per il mondo
Edizioni MUP
166 pagine
20 euro
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