Egitto, la Farnesina sconsiglia tutti i viaggi non necessari

Monastero di Santa Caterina
Sentire che la Farnesina abbia deciso di sconsigliare viaggi nella penisola del Sinai, comprese le località balneari mi fa un certo effetto e sapete perché? La prima volta che sono andata in Egitto è stato un mese dopo l’attentato più cruente e feroce che sia mai stato perpetrato nei confronti di turisti, quello al tempio di Hatshepsut.

Anzi, a dire il vero io avevo prenotato proprio quella mattina. Ero al settimo cielo. Cosa fosse accaduto l’ho scoperto dal TG solo una volta tornata a casa. Era il la mattina del 17 novembre 1997. I terroristi si mischiarono ai turisti e fu una strage: in 45 lunghissimi minuti rimasero a terra 62 persone. Nessuna pietà neppure nei confronti di bambini e donne incinte, massacrati a colpi di macete. 26 le persone che rimasero ferite.

 

 

Dopo un breve momento di indecisione, la mia scelta fu quella di partire. Trovai un Egitto surreale. Siti archeologici deserti, si viaggiava solo ed esclusivamente sotto scorta in carovana… anche se a volte eravamo solo noi con più mezzi di scorta. C’è stata una volta che le persone di scorta erano più degli scortati, cioè il mio gruppo. Per arrivare ad Abu Simbel abbiamo dovuto prendere l’aereo, perché la strada era chiusa per motivi di sicurezza. Una situazione costante durante tutta la prima parte del viaggio, quella lungo il corso del Nilo. Le cose cambiarono quando passammo il canale di Suez, nel Sinai niente scorta perché quella parte di Egitto era comunque considerata sicura. Se nei siti archeologici della Valle del Nilo abbiamo incontrato solo qualche scolaresca, nelle zone turistiche del Mar Rosso la situazione era apparentemente normale, non c’era nessuna percezione di pericolo e i turisti erano tanti, come se non fosse accaduto niente.

 

Tante altre situazioni di tensione hanno quasi sempre visto la zona del Sinai come un’oasi a parte. Insomma, Egitto sconsigliato, ma con escursione della località balneari del Sinai.
Questa volta è diverso, ad essere sconsigliate anche le zone più rinomate come Sharm el-Sheik, Dahab, Nuweiba e Taba. E il pericolo è pure in un luogo religioso come il Monastero di Santa Caterina teatro dell’ultimo attentato ai danni di turisti stranieri, con tre vittime.

 

La Farnesina non ha dubbi e nello sconsigliare tutti i viaggi non indispensabili in Egitto, questa volta include anche le località turistiche dell’alto Egitto, della costa continentale del Mar Rosso e di quella del Mar Mediterraneo. La minaccia terroristica è troppo elevata e così si provvede anche al rimpatrio dei turisti ospiti dei resort egiziani di Sharm e del Sinai. Gli italiani presenti in questo momento nella zona del Sinai sono circa 8mila
Uno stop che per ora è stato fissato al 14 marzo a causa del forte clima di instabilità dovuto non solo all’attività di cellule terroristiche jihadiste, ma anche alla presenza di tribù beduine che in passato sono state protagoniste di atti di intimidazione e di violenza, compresi sequestri, anche nei confronti di turisti.
Attaccare il turismo significa anche attaccare una importante fetta dell’economia del Paese, un clima di insicurezza che negli ultimo triennio ha fatto calare le presenze del 70%. Mi ricordo il mio viaggio del ’97con la gente che ci veniva incontro e ci chiedeva di dire a tutti, al nostro rientro in Italia, che l’Egitto era un Paese sicuro e di tornare a visitare l’Egitto. Da allora di anni ne sono passati tanti, durante i quali l’Egitto ha visto molti, troppi momenti di tensione

 

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