Egizi Etruschi in mostra alla Centrale Montemartini

scarabeo oro

ll Museo Centrale Montemartini, per celebrare i suoi primi vent’anni di attività, si è regalato un nuovo spazioespositivo: 250 mq dedicato alle mostre temporanee. 

Qui dove archeologia classica e industriale si incontrano, è di nuovo incontro, quello tra due grandi civiltà: gli Egizi e gli Etruschi. La mostra Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato che apre oggi al pubblico, non è solo un momento di incontro, ma anche di confronto tra civiltà.
Un confronto che rappresenta anche un’occasione di riflessione sul valore del dialogo tra le culture e dell’importanza che questo ha da sempre rappresentato per il progresso dei popoli.

Ma che c’entrano gli Egizi con gli Etruschi? 

figura femminile
Maschera funeraria
Collezione Berman

Bella domanda, la risposta però è meno scontata di quanto possa sembrare. C’entrano eccome, più di quanto possiate immaginare. La scuola ci ha abituato a studiare le varie civiltà singolarmente trascurando spesso quelli che furono i contatti e i legami con le altre popolazioni coeve. 

Etruschi ed Egizi hanno rappresentato due mondi lontani solo in apparenza, uniti da quel Mediterraneo sul quale entrambi si affacciavano che per secoli ha rappresentato un luogo di incontro e di scambi commerciali e culturali.

La mostra arriva a Roma per offrire ai visitatori una chiave di lettura nuova, offrendo l’opportunità di fare un confronto tra queste due importanti culture. In mostra 250 oggetti per ”raccontare”, spiega Alfonsina Russo, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Lazio “di quando quel mare univa”.

Punto di partenza sono alcuni oggetti egizi, risalenti ad un periodo compreso tra l’VIII e il III secolo a.C.che sono stati recentemente , rinvenuti a Vulci nel corso di una campagna di scavo. Tutti reperti di eccezionale valore, così come i preziosi reperti egizi della Collezione di Eugene Bermanpittore, illustratore, scenografo e collezionista d’arte russo, oltre ad una serie di opere provenienti da Firenze, frutto di un prestito da parte della Sezione Egizia del Museo Archeologico Nazionale.

Scarabeo
Scarabeo in faïence con castone girevole in argento

Lo scarabeo dorato

Questi documenti raccontano degli scambi commerciali ma, soprattutto, del dialogo culturale tra queste civiltà che condivisero ideali di regalità, simboli di potere e pratiche religiose; come testimoniano lo scarabeo egizio con il prenome del faraone Bocchoris, già noto per la menzione su un vaso da Tarquinia e gli amuleti con divinità egizie rinvenute in alcune sepolture etrusche, “riconducibili a un concetto comune di positività che scaturisce dalle forze vitali della natura”.

fibula
Fibula in oro da Polledrara 


La mostra è organizza secondo un percorso espositivo di cinque sezioni:

  • Il metallo degli dei: l’oro simbolo di regalità; 
  • Faraoni e Principi;
  • Il sogno di immortalità;
  • Dee e dei dall’Antico Egitto all’Etruria;
  • L’oro di Nefertum: profumi d’Oriente.

La mostra rende anche onore al prezioso lavoro del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, a cui si deve il ritrovamento del prezioso corredo funerario della Tomba dello Scarabeo dorato, qui esposto, trovata a Vulci nel 2016 nell’ambito della attività di contrasto agli scavi clandestini.


Ad arricchire la mostra anche una sezione introduttiva che – attraverso immagini fotografiche, volumi antichi e una selezione di opere – vuole puntare l’attenzione sul gusto del collezionismo ottocentesco, in particolare quello di due grandi collezionisti, Augusto Castellani e Giovanni Barracco, tra i maggiori esperti di arte antica della loro epoca. 

tre foto


Accumunati dal periodo in cui vissero, dalla passione per l’arte antica e dal fatto di aver donato le risepttive collezioni al Comune di Roma. Gli oggetti appartenuti a Castellani sono andati ad arricchire i Musei Capitolini e quelli di Barracco a dar vita ad un “Museo di scultura antica” a lui dedicato e ospitato in un piccolo edificio neoclassico costruito appositamente.

statue


A questa sezione segue l’esposizione di preziose opere egizie della collezione di Eugene Berman, pittore, illustratore, scenografo e collezionista d’arte russo, donate nel 1952 alla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale.

Orario: 

la mostra è visitabile fino al 30 giugno 2018 tutti i giorni, tranne il lunedì dalle 9 alle 19. Orario ridotto alle 14 nelle giornate del 24 e 31 dicembre. Chiuso invece il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre.

Biglietti: 

intero 11 euro, ridotto 10 euro per i non residenti; intero 10 euro, ridotto 9 euro per i residenti

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