Per una romana come me il Colosseo è uno e non si discute, ma durante il mio viaggio in Tunisia mi sono dovuta ricredere perché ho scoperto El Jem.

Arrivata a El Jem mi sono trovata davanti ad un anfiteatro che ricorda in modo impressionante il Colosseo, dromedari a parte.
Quello di El Jem è il terzo anfiteatro romano al mondo per dimensioni, più grandi ci sono solo il l’Anfiteatro Flavio di Roma (cioè il Colosseo) e quello di Santa Maria Capua Vetere, del quale mi parla spesso il mio amico Nicola di Viaggiatori Low Cost
Un vero e proprio capolavoro dell’antichità che dal 1979 è stato inserito nella lista Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Perché a El Jem fu costruito un anfiteatro così grande?
Per rispondere a questa domanda bisogna andare indietro nel tempo e arrivare al III secolo quando El Jem, in tutto nel mondo antico, era conosciuta con il nome romano di Thysdrus ed era famosa soprattutto per la produzione e l’esportazione dell’olio d’oliva.
In quel periodo Thysdrus era una delle città più prospere dell’Africa romana e si contendeva con Hadrumente, l’odierna Sousse, il primato di seconda città più importante dopo Cartagine. E pensare che solo pochi secoli prima, ai tempi di Giulio Cesare era solo una borgata!
Un vero e proprio oro verde
Tanta fortuna e tanta prosperità le arrivava dall’olio d’oliva e dalla sua posizione strategica che la poneva al centro di un importante rete stradale
Fu così che Thysdrus decise di costruire un edificio con il quale urlare al mondo la sua grandezza e dire: siamo all’altezza di Roma.
Chi fu che decise la costruzione di El Jem?
Non sappiamo con certezza chi ne sia stato l’artefice, non è arrivato a noi nulla di scritto, ma l’ipotesi più accreditata è che sia stato il proconsole d’Africa Marco Antonio Gordiano, lo stesso che, alla morte dell’Imperatore Settimo Severo, guidò l’impero per poche settimane con il nome di Gordiano I.
Anche se più piccolo del Colosseo, l’anfiteatro di El Jem ha dimensioni di tutto rispetto: 148 m di lunghezza, 122 m di larghezza, un perimetro di 427 m. Al suo interno potevano stare seduti 35mila spettatori che assistevano agli spettacoli dei gladiatori. Un esempio ci è dato dai mosaici conservati al Museo del Bardo di Tunisi.
A rendere il tutto più grandioso il fatto che la pietra con cui è stato costruito si trova ad oltre trenta di Km di distanza.
Forse fu proprio questa grandiosità la causa della fine di Thysdrus
Anche oggi a guardare questo edificio quello che viene in mente è un’idea di grandezza. Forse troppa ricchezza e prosperità agli occhi dei contemporanei. Fu così nel 238 l’Imperatore Massimino di Tracia, per riempire le casse dello stato, colpi fiscalmente e in modo molto pesante l’intera provincia. Come è accaduto più volte nella storia, le troppe tasse hanno provocato una rivolta. A guidarla fu la città di Thysdrus: la reazione dell’Imperatore fu implacabile, inviò le sue truppe e la distrusse.
L’anfiteatro resistette a lungo alla rovina del tempo. Anzi per secoli rimase pressoché intatto, ma ad ogni ribellione contro i musulmani, che nel frattempo stavano conquistando l’area, questo veniva utilizzato come fortezza. La soluzione a quel punto fu una sola: smantellarne almeno una parte a colpi di cannone. Molte delle pietre furono poi utilizzate come materiale da costruzione.
Venendo qui non vi limitate ad una passeggiata nell’arena. L’anfiteatro consente anche di visitare gli ambienti sotterranei – dove un tempo c’erano i gladiatori e le belve – e di salire ai livelli più alti per avere una visuale d’insieme dell’edificio e una vista panoramica sulla città.
Come arrivare a El Jem
El Jem si trova a circa 200 km dalla capitale Tunisi, il modo migliore per arrivare, che per chi non ha un mezzo proprio, è quello di appoggiarsi ad un’escursione organizzata, che, viste le distanze, comprende anche altri luoghi di interesse, come la città santa di Kairouan o Hammamet.