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San Sava, la grande incompiuta |
Sono queste le cose che mi hanno sempre detto: “Hai una sorella che vive in Serbia, chissà quante volte ci sei stata!” la risposta però era tutt’altro che scontata “Beh veramente mai!”
Per la serie non è mai troppo tardi per partire, ad aprile ho fatto un bel giro balcanico, non a caso l’hashtag che ci ha accompagnato è stato #ExploreBalkans quindi non solo Serbia, ma anche Bosnia e Croazia passando per la Slovenia.
Un viaggio tutto on the road come quelli che piacciono a me, anzi del tutto via terra. In genere almeno un aereo per arrivare al punto di partenza lo prendo.
Questa volta niente voli. Partenza da Roma con un pullman notturno Megabus destinazione Venezia.
Ad aspettarmi c’era quella Gambetta di Roberta Zennaro e da qui, abbiamo iniziato insieme un viaggio di 6 giorni, da Venezia a Sarajevo e ritorno.
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Il nostro itinerario di viaggio elaborato con Google Maps
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Al termine del viaggio il contachilometri segnava + 2050 Km.
Un viaggio molto vario, tra i parchi naturali di Croazia e Bosnia (prima Plitvice poi Una), 3 capitali europee, per la precisione: Belgrado, Sarajevo e Zagabria. Tre “bandierine” in più verso uno degli obiettivi delle mie 100 cose da fare prima di morire, cioè visitare tutte le capitali europee.
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on the road |
Una delle cose affascinanti di questo viaggio è stato proprio quello di attraversare cinque frontiere via terra e scoprire come in questo caso le differenze saltino subito all’occhio. Insomma, anche se generalmente concordo con quello che dice Eddy Cattaneo nel suo libro Mondo via Terra e cioè che passando da uno stato all’altro senza prendere aerei le differenze non sono nette, ma arrivano in modo graduale. Beh in questo viaggio le cose sono state un pochino diverse… Il passaggio di frontiera più brusco è stato sicuramente quello con la Bosnia.
Qui il paesaggio cambia di netto. Le chiese lasciano il posto alle moschee e subito i segni della guerra che negli anni ’90 ha profondamente toccato la ex Yugoslavia. Ad accoglierci a pochi km dal confine un murales per ricordare, o meglio per non dimenticare, il massacro di Srebrenica.
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I muri raccontano la memoria storica |
A Sarajevo abbiamo fatto un tuffo nella storia europea, non solo con l’immancabile tappa alla targa che ricorda l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, ma abbiamo anche dormito nell’Ostello che porta il suo nome e, tanto per non farci mancare niente, nella stanza Franz and Sofia, con tanto di gigantografie che campeggiavano sul soffitto e sopra il letto. Davvero un’esperienza particolare. Mi sembrava davvero di dormire in un libro di storia!
In Bosnia, a Martin Brod, nel parco di Una, abbiamo anche partecipato ad un evento di rafting/kayak per richiamare l’attenzione su questo delicato ecosistema che rischia di essere fortemente compromesso dalla creazione di una diga.
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Novi Sad |
Dalla Bosnia la nostra strada ci ha poi portato finalmente verso la Serbia. Solo un attimo di panico quando i cartelli stradali improvvisamente sono diventati tutti in cirillico… poi però hanno fatto la loro comparsa quelli in doppia lingua e ci siamo rassicurate. Prima tappa Novi Sad dove ho incontrato mia sorella e la sua famiglia. Lo so che non vi interessa, perché è una cosa personale… ma ai miei nipoti ho portato una bustona piena di uova di Pasqua! 6 uova per due nipoti, non male come sorpresa e soprattutto in perfetta tempistica, visto che in Serbia si festeggia la Pasqua ortodossa ritardata rispetto alla nostra… comunque delle sei uova credo ne sia arrivata solo una al 1 maggio! Ed ora visto che sono caduta nel personale, vi dico anche il messaggio che mi hanno mandato i nipoti: “Zia Simonetta ha lasciato un carico di dolcezza”, peccato solo che la dolcezza non erano i miei abbracci, ma la cioccolata! Ah! Ah! Ah!
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A Belgrado piove, mi servirebbe un ombrello |
Da Novi Sad a Belgrado ci vuole circa un ora, quindi giusto il tempo per cenare in famiglia e poi destinazione aeroporto, dove ci ha raggiunte Cristina. Finalmente il trio delle blogger amiche era al completo. Peccato solo che l’arrivo in Serbia abbia coinciso anche con l’arrivo della pioggia, che non ci ha lasciato un attimo per tutto il giorno seguente. Io che detesto gli ombrelli e che non mi ero premunita con qualcosa di impermeabile, che naturalmente non manca nel mio guardaroba, mi sono bagnata come un pulcino (tanto per restare in tema pasquale)!
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Blogger amiche a Zagabria |
Sarajevo, Belgrado… manca la terza capitale! Eccola! Zagabria ha rappresentato la nostra ultima tappa prima di fare rientro in Italia. Già perché i tempi tiranni del traghetto non ci hanno consentito di rientrare, come avevamo ipotizzato all’inizio, via mare verso Ancona. Quindi di nuovo su strada con destinazione Venezia, dove mi attendeva di nuovo un viaggio notturno in pullman, ormai ci sto facendo l’abitudine! Mi servirebbe una tessera fedeltà per accumulare punti. Da ottobre ad oggi ho fatto 9 viaggi in pullman, 4 A/R e uno solo andata, decisamente un bel record!
Un grazie di cuore a chi ha reso possibile questo viaggio! Intanto a Roberta Zennaro, instancabile guidatrice, che l’ha organizzato e ovviamente a MySerbia e Parco Nazionale Laghi di Plitvice e a Hostelsclub per il prezioso supporto logistico.