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Miami |
La prima volta che sono stato negli Stati Uniti fu per caso, ma vivere la west cost on the road fu un’esperienza bellissima, tanto che alcuni anni dopo ho voluto riprovarci. Questa volta non partenza dalla California, ma dalla Florida.
Sono partito da Roma con i miei compagni di viaggio, un gruppo affiatato e collaudato di amici (3 ragazzi e 3 ragazze). Appena arrivati il primo obiettivo è stato lo sportello del noleggio auto all’aeroporto di Miami dove abbiamo ritirato il nostro SUV 8 posti, perfetto per accogliere 6 persone e relativi bagagli.
Una decina di giorni in tutto vissuti in tutta libertà, quella che può offrire un viaggio on the road avendo solo due punti fissi: Miami (aeroporto di arrivo) e Orlando (aeroporto di partenza) tra queste due tappe tanta voglia di scoprire quello che ha da offrire questa penisola stretta e lunga che si protende nel golfo del Messico fino a strizzare l’occhio a Cuba, così vicina e così lontana.
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Vita notturna a South Beach |
La prima cosa che colpisce di Miami è la sua animata vita notturna, forse anche perché il nostro hotel era a South Beach, dove la sua anima giovane esplode tra bar e locali, al punto di averle fatto meritare il soprannome di “Ibiza d’America”.
Il bello di essere arrivati a Miami come prima tappa è stato che questo ha messo un freno alla frenesia da shopping delle ragazze. Non è che non abbiamo comprato nulla, diciamo che essendo ad inizio viaggio si sono limitate.
Per non sembrare troppo superficiali, prima di parlare di spiagge e di mare, vi
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Art Decò South Beach |
dico che abbiamo fatto un bellissimo giro alla scoperta dell’achitettura art deco. Partendo dall‘Art Deco Welcome Center (tra Ocean Drive e 10th Street) ci siamo spostati a piedi lungo lo storico distretto Art Decò.
Prima di salutare Miami, una visita anche a Downtown con i suoi grattacieli e alle atmosfere latine di Little Avana.
Seconda tappa Key West,il punto più meridionale degli Stati Uniti continentali, dove si arrivati percorrendo la più spettacolare delle strade della Florida, la Overseas Highway, lungo un tragitto che scivola sulle acque dell’oceano, superando una quarantina di ponti. Guidare su questa strada vale da solo l’intero viaggio.
Un tempo qui vivevano i pirati e i naufragi erano all’ordine del giorno, be’, non ci crederete, ma molte delle tipiche case di legno sono state costruite proprio con quello recuperato dalle navi naufragate.
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La casa museo di Hemingway |
A proposito di case, Marcella ha voluto a tutti i costi vedere la casa-museo di Hemingway.
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Key West |
Trascorrere qui qualche giorno ha il suo perché. Marco e Anna Maria, esperti subacquei, non hanno perso l’occasione di fare un’immersione alla John Pennekamp Coral Reef State Park. Noi ci siamo limitati ad ammirare le meraviglie sottomarine attraverso il fondale trasparente di una delle barche che porta i turisti in escursione. So che non è la stessa cosa che fare una vera immersione, ma ci siamo dovuti accontentare.
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Che dentini! |
Il nostro viaggio on the road ora puntava di nuovo a Nord.
Era il momento della visita all’Everglades National Park, Patrimonio dell’Umanità Unesco e Palude di interesse nazionale.
Un posto fantastico dove sono possibili incontri ravvicinati con alligatori e uccelli acquatici che vivono nell’area.
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La siesta dell’alligatore |
Per fortuna nessun alligatore fermo davanti l’auto a sbarrarci la strada, come avevamo letto, da qualche parte, prima di partire.
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Fort Mayers |
Ancora on the road e ancora mare e spiagge. Questa volta sono quelle di Fort Mayers, la Città delle Palme sulle sponde del fiume Caloosahatchee.
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Si parte per la pesca… |
Siamo un gruppo ben assortito, oltre ai due sub abbiamo anche un appassionato di pesca, Antonio che ci ha trascinato in una giornata di pesca
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… giornata fortunata |
d’altura, un’esperienza nuova per tutti.
Riprendiamo il viaggio sulle strade della Florida e, dopo una giornata dedicata alla visita del Myakka River State Park, arriviamo a Sarasota.
Letizia ci ha letteralmente trascinato qui per sdraiarsi al sole sulla sabbia bianchissima di Siesta Key’s, considerata la spiaggia più bella del mondo.
La ragazza sarà pure fissata con le spiagge, ma come dargli torto? Chilometri di sabbia candida bagnata dalle azzurre delle acque del Golfo del Messico. Dopo uno spettacolo simile potevamo dire anche basta a mare e spiagge. E invece no, perché Anna Maria voleva la sua isola, Anna Maria Island e l’occasione per la seconda immersione del viaggio.
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Anna Maria Island |
Certo che di chilometri ne abbiamo macinati tanti! Ora ci attendeva l’ultima tappa, quella di Orlando dove siamo tornati un po’ bambini, non tanto con la visita a Disneyworld, quanto con quella alla famosa base aerospaziale di Cape Canaveral, rivivendo le emozioni di un tempo, rigorosamente in bianco e nero, delle primi missioni spaziali.
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Orlando, Ice bar |
… e a proposito di emozioni… avete mai bevuto un cocktail in un ice bar?