La Fontana di Trevi è, insieme al Colosseo, uno dei monumenti più rappresentativi di Roma. Non si può venire a Roma senza passare di qua e lanciare la fatidica monetina con l’auspicio di un ritorno. Una scena che si vede anche in molti film. Ma come è nata la tradizione del lancio della monetina e che fine fanno le monetine lanciate nella fontana di Trevi? Vi spiego tutto qui parlando dei tanti film, italiani e stranieri, che hanno la come protagonista la Fontana di Trevi.
La Fontana di Trevi è una delle tante fontane famose di Roma che da sole, insieme alle rispettive piazze, rappresentano un argomento tematico per una visita di Roma
Fontana di Trevi e cinema
Quali film vi vengono in mente? Il primo non può che essere La Dolce Vita (1960), con il celeberrimo bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi. La fontana più nota di Roma non poteva che essere protagonista di tanti film girati nella capitale. La Dolce Vita non è stato il primo e non sarà l’ultimo

“La Dolce Vita” – Federico Fellini (1960)
Il bagno di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni fa parte della storia del cinema. Chi non ricorda l’immagine dell’attrice svedese in abito da sera nero che si muove morbida, danzando, nella Fontana di Trevi. E poi quel richiamo
Marcello, come here! Hurry up!
E la risposta – poco convinta – di Mastroianni
Sì Sylvia, vengo anch’io! Vengo anch’io
Un bagno che non è stata “solo” una scena di un film, ma piuttosto la scena simbolo del cinema del XX secolo.
“Lost in Translation” – Sofia Coppola (2003)
Pensate che ci sono film che sono strettamente legati a quella singola scena. In Lost in Translation ad esempio, i protagonisti ad un certo punto guardano la TV e indovinate che cosa stava trasmettendo in quel momento? Risposta esatta! La Dolce Vita con tanto di bagno nella Fontana di Trevi.
“L’Intervista” – Federico Fellini (1987)
Fellini nel film “L’Intervista” ripropone la celebre scena. Questa volta proiettata nel salotto della casa di Anita Ekberg e introdotta dallo stesso Mastroianni.
“C’eravamo tanto amati” – Ettore Scola (1974)
Ed è sempre la stessa scena che ritroviamo nel film C’eravamo Tanto Amati di Ettore Scola.
Scola fa incontrare a Manfredi il backstage della scena nel bagno nella fontana di Trevi, alla quale partecipano lo stesso Fellini e Marcello Mastroianni nel ruolo di loro stessi.
Nella finzione cinematografia il set di Fellini blocca un’autoambulanza sulla quale viaggia Nino Manfredi, che di fronte alla scena chiede:
– “E quella bionda mezza ignuda nella fontana, chi è?”
– “E’ ‘a controfigura della Eccebberg” gli risponde un attrezzista.
In realtà in quel momento con lei c’era anche la controfigura di Mastroianni. Lui era seduto e assisteva alla scena.

Probabilmente in quel momento Mastroianni stava ripensando al gran freddo che aveva patito nel girare la scena originale.
Era marzo e, come succede nel cinema, ci vollero diverse ore per girare la scena. Certamente non era la stagione adatta per fare un bagno.
I due attori affrontarono diversamente la prova.
Con la sua tempra scandinava la Ekberg seppe resistere alla grande al freddo.
Diverso fu per il bel e mediterraneo Mastroianni. A lui servì una muta da sub – nascosta sotto i vestiti – e un’intera bottiglia di vodka da bere prima delle riprese
La Dolce Vita, ancora qualche curiosità

Il fotografo si chiamava Paparazzo e da lui la parola è diventata un nome comune per indicare tutti i fotografi dei vip.
E che dire poi del maglioncino alla “dolce vita” che indossa Marcello Mastroianni nel film? Ebbene si, il suo nome attuale deriva proprio da quello della pellicola.
“Totò Peppino e la dolce vita” – Sergio Corbucci (1961)
Un film parodia “Totò Peppino e la dolce vita” dove non poteva mancare anche la caricatura del bagno nella fontana di Trevi.
“Risate di gioia” – Mario Monicelli (1960)
In Risate di Gioia ad essere in abito da sera alla Fontana di Trevi è Anna Magnani. È la notte di Capodanno, lei non ha nessuna intenzione però di fare il bagno nella fontana, ma deve tenere a bada un americano ubriaco convinto che questo sia di buon auspicio.

E il suo urlo “Mannaggia al cinematografo” è una chiara allusione al film La dolce vita. La sua idea sarebbe quella di fare il bagno nudo, un’avventura nella quale prova a coinvolgere un ritrosissimo Totò, arrivato nel frattempo. Fin quando a far cambiare idea all’americano è l’intervento della polizia.
“Totò Truffa ’62” – Camillo Mastrocinque (1961)
Ed è sempre Totò che – in un altro film – ci sottolinea il forte rapporto tra fontana di Trevi e cinema. Il film in questione è Totò Truffa ’62.
Si proprio quello in cui Totò cercava di vendere la fontana di Trevi ad un ingenuo Decio Cavallo (poi storpiato da Totò in Caciocavallo”).

Nello spiegare i vantaggi Totò afferma che l’affare sta soprattutto nelle monete che tutti gettano nella fontana, e poi aggiunge che ogni tanto la affitta alle case cinematografiche.
Decio Cavallo: Di’ in po’ paisà, è un buon bisinis?
Totò: Ottimo! Ottimo! I soldi nella fontana ce li buttano tutti, e poi ogni tanto la fitto alle case cinematografiche, ci girano le pellicole qua.
E quando interviene Nino Taranto, che in questo film faceva da spalla a Totò, per far salire il prezzo, dice di essere interessato all’acquisto per conto di una casa cinematografica americana.
La mi stia a sentire. Io sono incaricato da una grande ‘asa cinematografica americana, di ‘ui non posso fare il nome per ovvie ragioni, la quale dovendo girare un film storico con la fontana dentro, sa come son fatti gli americani, so’ spendaccioni, la vorrebbero comprare. Oh, se lei è d’accordo, io c’ho il mandato in borsa. E che ne dice?
Alla fine Totò la fontana riesce a venderla, ma il povero acquirente, invece di arricchirsi con i proventi delle foto scattate al monumento e dalla raccolta delle monetine lanciate finisce in manicomio!
A proposito, lo sapete che fine fanno le monetine che i turisti lanciano nella fontana di Trevi?
Fino ad oggi sono destinate alla Caritas diocesana di Roma che le utilizza per finanziare i propri progetti sociali. Ho scritto “fino ad oggi” perché le cose stanno per cambiare. A partire dal 1 aprile 2019 il lauto bottino di monetine – stiamo parlando di qualcosa come un milione e mezzo di euro all’anno – andranno ad alimentare le casse dell’Acea.
All’azienda che gestisce acqua ed energia a Roma il compito di recuperare le monetine, contarle e occuparsi della pulizia.
I proventi serviranno a coprire l’ampliamento del contratto di Acea per le nuove mansioni. La parte restante verrà utilizzata per progetti sociali e per la manutenzione ordinaria del patrimonio culturale della città

Come è nata la tradizione di lanciare le monete nella fontana di Trevi?
Gettare monete nell’acqua delle fontane è un rito antico per assicurarsi la fortuna. L’acqua era la sede di tante divinità e assicurarsi in questo modo la fortuna era considerato facile.
Da qui alla leggenda del gesto legato al ritorno a Roma il passo è breve.
Il primo pare fu un archeologo tedesco, Wolfgang Helbig il quale lanciò tra i suoi colleghi questo rito per assicurare il buon presagio il un ritorno a Roma.
Come lanciare correttamente le monete nella Fontana di Trevi
Il rito in realtà prevedeva anche l’uso di una moneta fuori corso e una bella bevuta di acqua della fontana, che poi altro non è che l’acqua dell’acquedotto Vergine, ovvero unico degli 11 acquedotti della Roma antica ancora in funzione. Anzi la Fontana di Trevi è proprio costruita sul punto terminale dell’acquedotto.

Ora monete antiche non le lancia più nessuno e l’acqua della fontana non può essere bevuta, ma il rito rimane.
Anzi è quasi un obbligo per ogni straniero in visita a Roma. Il lancio però va fatto di spalle, con gli occhi chiusi e poggiando la mano destra sulla spalla sinistra.
Il rito per Helbig funzionò. A Roma non solo tornò, ma non se ne andò più. Helbig morì nella capitale il 6 ottobre 1915 e fu sepolto al cimitero acattolico della Piramide Cestia a Ostiense.
Fontana in musica “Arrivederci Roma” – Renato Rascel 1954
Della tradizione del lancio della monetina parla anche Renato Rascel in “Arrivederci Roma”
“….te trovi Fontana de Trevi tutta pe’ te! Ce sta ‘na leggenda romana legata a ‘sta vecchia fontana per cui se ce butti un sordino costringi il destino a fatte torna’. E mentre er . sordo bacia er fontanone la tua canzone in fondo è questa qua! Arrivederci, Roma, good bye, au revoir…”
“Three Coins in the Fountain” – Jean Negulesco 1954
A veicolare nel mondo la moda del lancio della monetina è un film. La commedia americana “Three Coins in the Fountain” (Tre soldi nella fontana ) del 1954.
Le protagoniste sono 3 ragazze americane che lanciano tre monete nella fontana: una per tornare a Roma, due per trovare l’amore e tre per il matrimonio.
Il film, nel quale recita anche l’attore italiano Rossano Brazzi, ha vinto due oscar: uno per la fotografia e uno per la canzone Three Coins in the Fountain”.
“Fontana di Trevi” – Carlo Campogalliani (1964)
Alla Fontana di Trevi è dedicato anche un intero film italo-spagnolo del 1964, diretto da Carlo Campogalliani – l’ultimo di una lunga carriera iniziata con il cinema muto – e interpretata da Claudio Villa.
Claudio è un ragazzetto impiegato di un’agenzia turistica che affacciava proprio sulla Fontana di Trevi. Ed proprio di fronte alla fontana di Trevi che lui e il suo amico Roberto rimorchiano due ragazze spagnole

“Roman Holiday” – William Wyler (1953)
La Fontana di Trevi fa la sua comparsa anche nel film Roman Holiday (Vacanze Romane). Il parrucchiere dove la principessa Audrey Hepburn si va a tagliare i capelli si trova proprio di fronte alla Fontana di Trevi.
“To Rome with love” – Woody Allen (2012)
La Fontana di Trevi la troviamo anche in un film molto più recente, “To Rome with Love” di Woody Allen.
Il film è anche un grande omaggio a Roma e certo non poteva mancare di inserire nel film anche la sua fontana più celebre. Così in uno degli episodi in cui è strutturato il film una turista americana chiede informazioni proprio per raggiungere Fontana di Trevi

Fontana di Trevi, qualche numero
La fontana di Trevi deve la sua spettacolarità a delle dimensioni notevoli: è larga 20 metri e alta 26 metri.
Tra cinema, sorrisi e realtà
Il Cavalier Trevi, attuale proprietario della fontana omonima – di cui parla Totò – non è mai esistito.
La fontana infatti deve il suo nome per essere collocata in un trivium, nel punto in cui si incrociano tre strade
La fontana, fu realizzata tra il 1732 e il 1736 ed è opera dell’architetto Nicola Salvi. Non del Bernini (il piccoletto che viene da Berna, come spiega Totò a Decio Cavallo) altro non è che la monumentalizzazione di un lato di Palazzo Poli.

Ancora leggende e curiosità
Oltre a quella della moneta ci sono anche altre leggende e curiosità legate alla fontana
Quel dispettoso di Nicola Salvi
Si racconta che Nicola Salvi era spesso infastidito da un barbiere che aveva la bottega dove oggi c’è via della Stamperia. Stanco di commenti e critiche decise di sistemare una grande scultura a forma di vaso sul muro di per impedirgli la vista per sempre.

La fontana amica degli innamorati.
Sono due le storie legate a coppie di innamorati. La prima riguarda la fontatella che si trova sul lato destro della fontana. Si dice che se due innamorati bevono insieme la sua acqua poi resteranno uniti per sempre.
Quando invece un fidanzato deve partire e allontanarsi dalla sua amata. Per assicurarsi di non essere dimenticata durante il periodo di lontananza lei deve far bere a lui l’acqua della fontana e poi rompere il bicchiere