Vi avevo già parlato del grande impegno che la Regione Toscana sta mettendo sulla via Francigena con l’ambizioso obiettivo, in accordo con le altre regioni attraversate, di farle ottenere il meritato riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nel frattempo si lavora alla messa in sicurezza dell’intero tratto toscano (circa 400 Km), prevista per la prossima prima primavera, un obiettivo a piccoli passi, come quelli che servono a percorrere la storica via. Ogni passo è un piccolo grande traguardo. Ieri ad Altopascio, provincia di Lucca sono state inaugurare tre nuove tappe:
- Altopascio-San Miniato
- San Miniato-Gambassi
- Gambassi-San Gimignano
Un progetto che riveste un alto valore turistico, religioso, paesaggistico e sportivo, per il quale la Regione ha investito 16 milioni euro e al quale ha dedicato un apposito spazio sul proprio sito.
In un’epoca nella quale si pensa solo a correre, dove le patrone delle strade sembrano essere le macchine, si scopre invece che esiste un turismo slow, che ama riscoprire i territori con il passo lento del camminatore, come dimostra anche il successo di celebri cammini come quello di Santiago di Compostela in Spagna, ma la nostra Francigena non è certo da meno. La sua valorizzazione può rappresentare un elemento di unione tra città e paesi della Toscana, consentendo di scoprire paesaggi, beni storici, artistici e culturali, che meritano di essere conosciuti e apprezzati.
Questo l’ho imparato proprio sul campo, percorrendo la Francigena e scoprendo quanta bellezza e ricchezza culturale rischiano di essere dimenticate. Ogni paese, anche il più piccolo, ha molto da offrire perché questa, per dirla con le parole del presidente della Regione Enrico Rossi “è la Toscana più vera, quella meno da cartolina, ma più inscritta nel cuore di tutti noi”.