Gabriele d’Annunzio e il fascino dell’acquedotto

il tramonto sull'acquedotto
foto di Geomangio, da Flickr

“Così talvolta sull’Agro il tramonto d’autunno versava la lava impalpabile delle sue eruzioni: lunghe correnti sulfuree solcavano il piano ineuguale, le bassure s’empivano di tenebra, simili a voragini allora aperte: gli acquedotti s’incendiavano dalle basi ai fastigi; tutta la landa pareva tornata alle sue origini vulcaniche di un tempo” (G. d’Annunzio)

Così Gabriele d’Annunzio, ne La vergine delle rocce, descrive il fascino irripetibile di un tramonto al Parco degli Acquedotti. Da allora è passato oltre un secolo ma il fascino di questo posto, nonostante sia cambiata un po’ la linea dell’orizzonte, è rimasto immutato.

Domenica 21 aprile non sarà autunno e non ci sarà il tramonto, ma sarà una bella giornata di sole ed io vi aspetto per raccontarvi tutti, o quasi, i segreti di questo parco che amo tanto.

Vi aspetto alle 10,30 in Piazza A.C. Sabino (davanti la chiesa), raggiungibile facilmente anche con la Metro A (Giulio Agricola). La partecipazione è libera, se volete potete annunciare la vostra partecipazione sulla pagina dell’evento FB dedicato. La partecipazione è libera, perché questa è una delle #invasionidigitali vi chiediamo solo portare con voi uno smartphone, una macchina fotografia o una videocamera per condividere sul vostro social media preferito questa fantastica esperienza.

Se poi non siete a Roma, niente scuse!

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