Gli incontri più belli che mi ha regalato il mare

 

Whale Watching

Per festeggiare la notizia che la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha ordinato al Giappone di interrompere immediatamente la caccia alle balene perché non crede ai cosiddetti motivi scientifici, oggi vi parlo di mare e dei meravigliosi incontri che mi ha regalato.

E allora visto che questo post è in onore delle balene, inizio proprio parlando di questo mammifero marino.

Incontrare una balena non è certo cosa da tutti i giorni, la mia prima volta (che

The Hoop Nature Reserve (Sudafrica)

poi è stata la più bella) è stato in Canada. Qui l’avvistamento dei cetacei è una cosa sicura. Basta andare nel golfo del San Lorenzo dove le acque salate si  si mescolano con quelle dolci del fiume Saguenay, che sfocia all’altezza di Tadoussac: un cocktail perfetto per favorire la proliferazione del krill, minuscoli
gamberetti di cui le balene sono ghiotte, è per questo che ogni giorno si addentrano nel golfo. E se le balene arrivano per mangiare in una zona piuttosto ristretta, allora il whale whatching è spettacolare. Le balene ci sono e sono tante e le imbarcazioni turistiche si riescono ad avvicinare tantissimo.

Balene ne ho viste anche in Sudafrica, ma questa volta senza bisogna di una

Whale Whatching in Islanda

barca. Questi giganti del mare qui si osservano anche da terra. Tanti le balene vista a De Hoop Nature Reserve, anche se per farlo bene serviva il binocolo.  

Non siamo stati altrettanto fortunati ad Hermanus, che doveva rappresentare la nostra ultima occasione per avvistare i grandi cetacei, ecco allora che la sorpresa che abbiamo avuto a Boulders è stata grande. Noi eravamo andati per i pinguini ed ha abbiamo trovato anche le balene ed ha pochi metri dalla riva.   

Ancora whale watching in Islanda, ma senza balzi spettacolari o code che salutano prima dell’immersione. Le balene sono dei giganti, ma mostrano di sé una parte minima del proprio corpo, ma questo non diminuisce l’emozione di un avvistamento.

Tra i cetacei il più facile da incontrare è il delfino, ne ho visti più volte, ma il ricordo più bello è quello del delfino che a Favignana ha seguito a lungo la barca che ci portava sul luogo di immersione.

La tartarughina smarrita

Tra gli incontri sott’acqua ricordo quello in Messico, a largo di Cozumel, con una tartaruga marina. Nuotare insieme ad una caretta caretta è stata una grande emozione. Ma stata ancora più grande l’incontro, in una notte di luna piena,  con una tartaruga marina che aveva appena finito la deposizione delle uova e si apprestava a tornare in acqua. E’ accaduto sulla spiaggia di Tulum. 

E ancora in Oman dove abbiamo portato in mare un tartarughino disorientato trovato vicino al nostro albergo. Poverino, tutte quelle luci gli avevano fatto prendere la direzione sbagliata!

Uno degli squali che abbiamo pescato e liberato

E non posso chiudere questo post sui miei incontri marini senza parlare di squali

Alle Maldive si ostinavano a rimanere impigliati nelle nostre lenze, li abbiamo sempre liberati, sia chiaro, ma qualcuno lo abbiamo tirato prima in barca e vi assicuro che vedere la sua bocca piena di denti aguzzi vicino al mio piede mi ha fatto un certo effetto!  Succede quando si sceglie di fare un viaggio in barca alle Maldive.

Ancora squali e ancora Messico per il mio ultimo grande incontro… e quando dico grande non scherzo! A largo di Isla Mujeres ho nuotato con gli squali balena, vale a dire con i pesci più grandi del pianeta. Un’esperienza che difficilmente dimenticherò. Avete idea di quanto possa essere grande un esemplare? Hanno una lunghezza media di 14 m, ma possono raggiungere anche i 18-20, e un peso di 34 t. Decisamente ingombranti e in questa zona, ricchissima di plancton, nel periodo estivo ne arrivano davvero tantissimi. 

Nuotando con gli squali balena

Ecco allora che diventa un business e i diving fanno a gara per organizzare escursioni per nuotare con questi giganti.

Uno squalo balena è innocuo, mangia solo plancton, ma trovarsi a pochi centimetri dalle sue fauci spalancate, piene di migliaia di dentini aguzzi, fa comunque un po’ paura. 

Anche se avevo il corpo protetto dalla muta volevo evitare ogni contatto con il suo corpo e così quando li vedevo avvicinare davo un colpo di pinne per spostarmi, ma a pensarci bene forse erano anche loro a volermi evitare, magari mi consideravano  un po’ come un capello nella minestra.

Il prossimo incontro che mi aspetto in mare è quello con le mante, mancato per un pelo alle Maldive.

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