Qui vivevano i vescovi di Orelans
Appena varcato il cancello abbiamo posato le nostre biciclette. Davanti a noi i due castelli, il primo, quello più vecchio e più piccolo del XII secolo e poco più avanti il secondo realizzato un secolo dopo.
Il castello di Meung sur Loire ha una doppia facciata.
Da un lato quella medioevale, dove è ancora visibile il segno del vecchio ponte levatoio, dall’altro la facciata del XVIII secolo, testimone dei numerosi rifacimenti che il castello ha visto nel corso dei secoli. E’ incredibile, basta girare l’angolo e sembra di aver di fronte un altro castello!
Qual è il dettaglio che, per questo castello, fa la differenza?
Uno in particolare, cioè che si visita dai sotterranei al sottotetto. Particolare non indifferente se pensate che dei 150 castelli della Loira aperti al pubblico, solo cinque portano i visitatori a scoprire il sottotetto. Qui si conservava il grano e veniva steso il bucato.
Poi con il tempo ha iniziato a raccogliere oggetti vari, come accade per le moderne cantine.
Il castello di Meung sur Loire sembra vissuto
Durante la visita a questo castello la cosa che mi ha colpito particolarmente è stato il finto disordine: dal piumino sul puff, al vestito adagiato sul letto e ancora l’odore di legna bruciata in cucina. Insomma piccoli tocchi che gli danno un’aria vissuta.
Una collezione di vasche da bagno
Certo che non doveva essere facile scaldare l’acqua e riempire le vasche, secchio dopo secchio.
Pur comprendendo questa difficoltà, fa un po’ sorridere scoprire che nella stessa vasca, cioè con la stessa acqua, si lavavano più persone.
A raccogliere le impurità, tra un bagno e l’altro, era un lenzuolo adagiato sul fondo.
La visita si conclude nei sotterranei, tra sala di tortura e carcere. Qui troverete anche un video show, purtroppo solo in lingua francese, ma dalle immagini suggestive. Un consiglio, nei sotterranei fa freddo, quindi portate con voi qualcosa per coprirvi.