Il Museo Universale in mostra a Roma

Il sogno di grandezza di Napoleone comprendeva anche un’idea artistica, quella di un grande museo universale. Ecco allora che le varie campagne militari francesi diventarono anche occasione per portare in Francia alcune importanti opere d’arte, da sculture greche e romane ai dipinti di grandi maestri del colore. 

Il loro destino sarebbe stato quello di arricchire le collezioni del nascente museo del Louvre. Le cose però non andarono come Napoleone aveva previsto, il suo astro si spense a Waterloo e tutto quello che era stato fu così destinato ad un inesorabile rewind… Il ruolo di azzerare l’aspetto geo-politico fu affidato alle decisioni del Congresso di Vienna. 


Un enorme passo indietro che incluse anche la restituzione delle opere trafugate, un compito importante che venne affidato allo sculture Antonio Canova.


E guai adesso a chi mi parla della Monna Lisa, quella non c’entra nulla perché fu lo stesso Leonardo a portare la Gioconda in Francia quando lasciò per sempre l’Italia su invito di Francesco I.


Canova fu molto abile e riuscì ad ottenere la restituzione dell’80% dei capolavori sottratti e nella primavera del 1816 per le opere d’arte iniziò così il viaggio a ritroso. Per alcune di queste, a dire il vero, non si trattò di un vero e proprio ritorno a casa perché furono spostate in altre sedi. Comunque si trattò di un gran successo perché permise al nostro Paese di tornare in possesso di capolavori come la Venere italica di Canova, il Ritratto di Leone X di Raffaello, l’Assunta di Tiziano, la Fortuna e la Strage degli innocenti di Guido Reni, la Venere capitolina, dai Musei Capitolini e molte altre ancora. 

 

Un merito questa storia lo ha avuto, è stato quello di far comprendere meglio quali grandi tesori custodisse l’Italia, non solo quella delle grandi città, ma anche quella dei piccoli centri, dai quali molte di queste opere provenivano. Una momento che coincise anche con l’apertura di nuovi musei: della Pinacoteca di Brera, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia o della Pinacoteca di Bologna.

 

Una storia singolare quella di queste opere che fino al 12 marzo è raccontata dalla mostra “Il Museo Universale. Dal Sogno di Napoleone a Canova”, allestita a Roma presso le Scuderie del Quirinale curata da Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, e che io ho avuto occasione di visitare ieri sera in occasione di un evento riservato ad un numero ristretto di invitati. 

Evento speciale anche per l’orario, ieri sera infatti il museo ha aperto solo per noi, per un #emptyscuderie che ha rapidamente scalato la classifica dei top trend Twitter, succede quando il pubblico è composto in gran parte da digital influencer!


Per me non è stato il primo empty, ma questa volta mi sono sentita veramente un’ospite di riguardo. Al nostro arrivo ci hanno accolti con la frase “Benvenuti, il museo è vostro!” 


Ed ecco allora che nelle sale semideserte ho potuto ammirare le opere, circa una settantina, che avevano catturato l’attenzione del celebre corso, alcune di queste opere le avevo già viste in passato, ma ieri sera mi sono apparse in una luce diversa, già perché uno dei valori aggiunti di questa mostra è quello di offrire la lettura delle tappe salienti della storia di questa restituzione, non è poi un caso che la mostra sia stata allestita nel 2016 (inaugurata a dicembre) in occasione del bicentenario della restituzione delle opere.

I miei complimenti all’organizzazione che, per meglio farci apprezzare la mostra, ha organizzato anche una visita guidata tutta per noi. Forse può sembrare banale, ma non sempre succede. Una mostra così con una visita guidata non solo si apprezza di più, ma consente anche di conoscere qualche aneddoto e qualche curiosità. Quella che mi è piaciuta di più è stata la leggenda legata al Monumento funebre a Guidarello Guidarelli di Tullio Lombardo. 


La credenza popolare infatti è quella che il bacio di una fanciulla nubile sul viso marmoreo del giovane condottiero sia ricompensato dal matrimonio sicuro entro l’anno. Ragazze attenzione, alla mostra non vi sarà consentito provare, ma sappiate che è stato calcolato che dalla sua restituzione ad oggi, quindi in due secoli, di baci Guidarello ne abbia ricevuti qualcosa come 5 milioni. E visto che si tratta di baci di donna, sono baci che lasciano il segno, ecco spiegato allora perché i lavori di restauro hanno provveduto anche ad eliminare tracce di rossetto.

La mostra è visitabile, fino al 12 marzo 2017, tutti i giorni dalle 10 alle 20, venerdì e sabato orario prolungato fino alle 22.30
I biglietti per accedere alla mostra hanno un costo di 12 euro e 9,50, rispettivamente per intero e ridotto. Hanno diritto all’ingresso gratuito i ragazzi fino ai 18 anni ed altre categorie. Previsto inoltre un biglietto da 4 euro per gli studenti universitari, ma solo a partire dalle ore 19 delle giornate di venerdì e sabato.
Il servizio del museo prevede anche laboratori, visite guidate (individuali e per gruppi) e un servizio di audioguide.

Per maggiori informazioni consultate il sito www.scuderiequirinale.it

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