Il mattino seguente partiamo alle 6,00 con un fuoristrada per una delle meraviglie naturali del Sinai: il maestoso Canyon colorato. Per arrivarci occorrono 3 ore di viaggio, di cui, l’ultimo tratto di mezz’ora, di fuoristrada nel deserto.
Tra l’altro, si tratta di una strada con un percorso segnalato da seguire perché pare ci possano essere mine inesplose. Arrivati, il panorama è spettacolare e il sentiero è stretto tra pareti di arenaria, striate di delicati gialli, viola, rossi, magenta e oro… ci si sente avviluppati dai colori, è spettacolare!!!
Queste pareti, formatesi nel corso del tempo grazie all’azione degli elementi naturali, scendono con cascate di colori generati dall’ossido ferroso e dal manganese. Vi consiglio di fermarvi ad ascoltare il silenzio misterioso e ad ammirare la delicata tavolozza di tinte desertiche di una delle più famose formazioni rocciose… è l’ideale per scattare foto davvero indimenticabili!!!
Dimenticavo di dire che questa esplorazione si effettua a 200 metri sotto al livello del mare e in alcuni tratti il percorso è difficoltoso ed è necessaria una minima preparazione fisica per non correre rischi. In queste insenature di pietre si possono vedere, con un po’ di immaginazione, tante forme di animali: dal coccodrillo, al delfino, al cammello… e perfino due occhi che ti fissano.
Questa è un’escursione che consiglio veramente, la reputo la più bella e interessante, anche perché mi ricorda il Red Center Australiano.
Lasciamo questo fantastico mondo per andare a mangiare in una cittadina poco distante: Nuwayba. Essa è anzitutto un porto: traghetti e navi da carico lo collegano ogni giorno con Aqaba, in Giordania, a soltanto un’ora di mare.
L’Arabia Saudita non è poi molto lontana, visto che se ne contemplano le coste frastagliate a solo una ventina di chilometri. Nuwayba, 80 km a nord rispetto a Dahab, le assomiglia molto, boom turistico compreso.
Pranziamo in un ristorantino sul mare, caratterizzato da due squali imbalsamati appesi al soffitto. Mangiamo un po’ di ful, tomieya o cibo alla griglia.
Molte guide menzionano il delfino Holeen con cui, nel pomeriggio, si può fare una bella nuotata in mare.
In realtà, è stato possibile fino a qualche anno fa, quando il suo “padrone”, un anziano beduino, lo richiamava all’arrivo dei turisti. Ora l’anziano è deceduto e il delfino non risponde al richiamo di nessun altro essere umano. Per questo, fare il bagno in compagnia di Holeen non è più possibile.
Lasciando questi luoghi spettacolari, facciamo purtroppo ritorno al villaggio.
Dopo cena, prendiamo un taxi e in dieci minuti raggiungiamo Na’ama Bay: località molto turistica dove ci sono molti ristorantini tipici, locali in cui rilassarsi e fumare il narghilè e negozietti e bazar in cui fare acquisti, ma non vi aspettate prezzi contenuti, anzi… certe cose sono più care qui che da noi.
Beh, la nostra settimana di vacanza termina qui. Un saluto grande da Sharm
La danzatrice del ventre, ecco un personaggio che si può incontrare nei locali di Na’ama Bay.
La prima volta che sono venuta a Sharm ho alloggiato nella baia di Shark Bay, ad una decina di Km da Na’ama Bay. Per questo motivo la volta successiva non volevo stare in una zona decentrata, ma a Na’ama Bay.
Dal mio albergo potevo arrivare a piedi al centro o in spiaggia, ma non è stata una scelta saggia.
In questi anni Na’ama Bay era cambiata, troppa confusione. Venirci

Pensate che per andare in camera dovevamo fare il giro largo della piscina, per non passare davanti al bar e al barista! Facevano fatica a credere che noi eravamo a Sharm SOLO per il mare!
Quanto al Canyon Colorato è il mio rimpianto. Avrei tanto voluto andarci, ma durante il mio primo viaggio non era contemplato nel tour, nel secondo vi ho rinunciato a malincuore, ma in pieno luglio non era certo la meta migliore per un’escursione. Ecco un altro buon motivo per tornare nella Penisola del Sinai.

Abbiamo però scelto un’alternativa più “avventurosa”, un giro in moto, al tramonto, nel deserto. Polveroso, ma divertente!
Per ora è tutto, ma Davide tornerà presto con un nuovo viaggio.
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