Nel suo viaggio in Terra Santa papa Francesco ieri è stato in uno dei luoghi di Israele dall’alto valore religioso: La Chiesa del Santo Sepolcro
Un luogo simbolico che rappresenta, tanto per la Chiese cattoliche che per quella ortodosse, il luogo della crocifissione e della resurrezione di Gesù.
La demolizione degli edifici romani portò alla scoperta di una serie di tombe scavate nella roccia, una delle quale sarebbe quella di Giuseppe di Arimatea.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito saccheggi e danni, fino alla distruzione
- 614 da parte dei persiani
- 808 da un terremoto
- 1009 distrutta per ordine del Califfo Fatamid al Hakim.
Poi la ricostruzione, prima da parte dell’imperatore bizantino Costantino Monomachus (1048), poi durante la crociata del XII secolo, per concludere con una serie di ristrutturazioni successive.
L’attuale chiesa racchiude la metà della superficie del santuario bizantino originale e la basilica e solo la Rotonda conserva la forma approssimativa e la struttura vicina all’originale.
Da qui una rampa di scale condcue al luogo della crocifissione, il punto esatto è segnato da due altari uno greco-ortodosso e uno Cattolico.
Un luogo molto importante per tutti i cristiani del mondo che qui, in fila, aspettano pazientemente il loro turno per poter toccare la roccia sacra.
La chiesa del Santo sepolcro è anche il luogo terminale della Via Dolorosa, un percorso devozionale, in 14 stazione con altrettante cappelle, che commemora gli eventi di Gesù che portava la croce dal luogo di condanna da parte di Ponzio Pilato al suo luogo di esecuzione sul Golgota o Calvario.
Ha inizio nel quartiere musulmano, nei pressi dell’arco dell’ Ecce Homo, per concludersi in quello cristiano in corrispondenza della Chiesa del Santo Sepolcro.
I visitatori trovano le stazioni della Via Crucis, modestamente segnate, a circa 6 metri sotto la sede stradale.