Con la visita a Varanasi, la città sacra per gli induisti, prosegue il diario del viaggio in India e Nepal di Davide
Arrivo a Varanasi
L´arrivo a Varanasi è un po´ deludente poiché piove a catinelle, ma d´altronde è stagione di monsoni! Per oltre 2000 anni, Varanasi, la città eterna, è stata la capitale religiosa dell´India.

Perché Varanasi è sacra
Costruita sulle sponde del sacro Gange, si dice unisca in sé la virtù di tutti gli altri luoghi di pellegrinaggio e che chiunque finisca qui i suoi giorni, qualunque sia il suo credo e per quanto possa aver peccato, andrà direttamente in Paradiso.
Varanasi ha oltre 100 ghat, ossia scalinate sul Gange, dove ci si bagna e si procede alle cremazioni. Città sacra per eccellenza degli Indù, Varanasi è sempre affollata di pellegrini.
Visitarla almeno una volta nella vita è lo scopo di ogni Indù; morirvi significa avere la più forte possibilità di raggiungere il Moksha (salvezza, liberazione).

Lungo il Gange
La prima visita, anche se un po´ stanchi, è dedicata al Gange. Qui, nei numerosi ghat, che raggiungiamo attraverso vicoli angusti e oscuri che sembrano dei labirinti, avvengono appunto le cremazioni.
Il tutto è un po´ macabro, perciò è meglio sorvolare sulle spiegazioni di cosa avviene, ma posso accennare che i cadaveri di santoni, bambini e lebbrosi, a differenza di tutti gli altri, non vengono nemmeno cremati, ma gettati direttamente nel Gange.
A dire il vero, per scoprire e visitare Varanasi, a mio parere, non occorre più di mezza giornata, visto che la città è molto trasandata e perciò abbastanza deludente.
Volendo, dopo aver osservato il rito delle cremazioni sul Gange, si può fare una visita-lampo a Bharatmata Mandir e al Sankat Mochan Temple, o più semplicemente Monkey Temple (il Tempio delle Scimmie).
Qui a Varanasi, ma in generale un po´ in tutta l´India, le persone sono molto tranquille e disponibili, anche se è molto difficile comunicare con loro, e riuscire quindi ad ottenere informazioni, a causa della lingua.
Inoltre qui, tutti, dai bambini agli anziani, si offrono volontari per farsi fotografare in cambio di qualche rupia.
La mia esperienza a Varanasi

Torno a prendere la parola dopo i racconti di Davide. Negli ultimi post non l’ho fatto perché il nostro itinerario indiano coincide solo in alcuni punti.
Forse, come dice Davide, Varanasi non vale più di una giornata, ma noi qui siamo rimaste tre giorni.

Una scelta obbligata: noi da qui volevamo andare a Puri, nel golfo del Bengala e il primo treno c’era solo dopo tre giorni. Benares (altro nome di Varansi) per noi è stato un piccolo incubo. Ci sentivamo prigioniere e ci sembrava che tutti tramassero per imbrogliarci. E un po’ è stato così. Forse due ragazze sole sembrano una preda facile.

Il mio diario, il giorno della partenza, inizia con questa frase: Oggi partiamo!!!! Finalmente non ne posso più di questa Varanasi, Benares o come altro ancora si chiama!
In questa città abbiamo visto le persone più derelitte e deformi di tutta l’India. Vista la caratteristica sacra di questo posto chiunque pensi di avere poco tempo da vivere viene qui ed aspetta di morire.
Per i più poveri la “casa” è la strada o l’atrio della stazione. Mi ricordo che per raggiungere la biglietteria ho dovuto scavalcare non so quante persone.

Gita in barca sul Gange
La gita sul Gange è iniziata la mattina presto, ma ben presto il sole alto in cielo era diventato insopportabile. Lungo il fiume vedevamo alternarsi scene diverse, le cremazioni, gente che si lavava i denti, che lavava i panni, che faceva abluzioni. Tutto lungo lo stesso fiume e spesso a distanza molto ravvicinata.

Abbiamo visto anche il depuratore che prende l’acqua dal Gange e la porta fino ai rubinetti.
Il giro doveva durare un’ora e ne è durate due, ma in compenso alla fine del giro il prezzo pattuito da 50m rupie era diventato 200, cioè 50 rupie a persona ed a ora. Insomma era quadruplicato, ma alla fine ho ceduto solo a metà e gli ho dato 100 rupie (che era comunque tantissimo).
Personalmente non ho conservato un buon ricordo di Varanasi, ma nonostante tutto vale comunque una visita.
Non si può capire fino in fondo l’India senza essere stati a Varanasi. Per chi invece ha qualche giorno in più a disposizione consiglio di visitare l’area archeologica di Sarnath, il luogo dove Buddha fece il suo primo sermone.
Da Sarnath viene anche il Dharma Chakra, la ruota della legge che troviamo sia sullo stemma nazionale che sulla bandiera indiana, raffigurata sul un capitello di una colonna. Sarnath mi è piaciuta molto, un luogo molto tranquillo che contrasta molto con la vicina Benares.
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