Isole Eolie in barca: mare e trekking

Le isole Eolie offrono una combinazione perfetta di mare e montagna, con la possibilità di esplorare in barca le acque cristalline delle sue baie e, al tempo stesso, di fare dei bellissimi trekking lungo sentieri adatti a ogni livello. Questo connubio fa delle Isole Eolie un meta perfetta per una vacanza in barca, anche nella stagione autunnale o primaverile, senza dimenticare le scarpe da trekking.

Isole Eolie barca e trekking

L’avventura inizia in barca

Le Isole Eolie sono un patrimonio Unesco e sono composte da sette isole principali oltre ad una serie di isolotti minori. Il modo migliore per conoscerle è quello di iniziare l’esplorazione via mare per poi proseguire via terra.

Punto di partenza l’isola di Lipari, dove si arriva comodamente in aliscafo o traghetto da Milazzo, da qui a Lipari dove basta noleggiare una barca – con o senza equipaggio, a seconda del livello di esperienza e del budget – e iniziare il viaggio.

A bordo di una barca, avrete l’opportunità di scoprire alcune delle spiagge più affascinanti e nascoste delle Eolie, ma anche spiagge più note come Cala Junco a Panarea o la Spiaggia Bianca di Lipari, per un itinerario che mette insieme non solo soste per il bagno a largo e lo snorkeling ma anche il trekking.

Fare trekking alle Eolie

Non dobbiamo pensare alle isole solo come meta balneare estiva, le Eolie sono anche un vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking.

Ogni isola offre una serie di sentieri escursionistici che conducono l’escursionista attraverso paesaggi vulcanici unici. Le Eolie, infatti, sono sette isole di origine vulcanica, una diversa dall’altra, che offrono la possibilità di praticare ogni tipo di trekking, da quelli semplici adatti a tutti a quelli più impegnativi per i più esperti o allenati.

Lipari

Siamo in autunno, un periodo ottimo per fare questo tipo di viaggio, ma ciò non toglie che i trekking alle Eolie possono essere effettuati anche in estate, basta avere l’accortezza di partire la mattina molto presto per evitare le ore più calde. Anzi questo consente di raddoppiare la vacanza: la mattina presto si fa trekking e il resto della giornata si va in barca e si fanno i bagni in mare.

Quando andare alle Eolie

Alle Eolie si può andare sempre, ovviamente ogni stagione offre qualcosa di diverso.

Una vacanza di questo tipo in bassa stagione significa prezzi più bassi, ma anche niente folla e quindi consente di apprezzare al meglio le bellezze di ciascuna isola. Per quello che mi riguarda alle Eolie ero stata già una prima volta in primavera, poi ci sono tornata una seconda volta in agosto e avere una barca a disposizione si è rivelato fondamentale.

Per prima cosa non dipendevo dai traghetti e soprattutto avevo tanta libertà di movimento e per l’esplorazione delle coste. Da non sottovalutare poi il fatto che la barca significa anche avere un posto dove dormire e quando si viaggia in alta stagione in piccole isole fa la differenza perché spesso può essere a volte difficile trovare hotel o bed and breakfast disponibili. E poi volete mettere il piacere di svegliarsi presto, aprire gli occhi e vedere sorgere il sole dalla barca!

barche al tramonto Isole Eolie

Dove sono le Eolie

Prima di parlare dei trekking meglio specificare dove si trovano le isole Eolie, un arcipelago composto da sette isole principali – ognuna con la sua personalità unica – più alcuni isolotti. Le Eolie sono situate a largo della costa settentrionale della Sicilia, più o meno di fronte a Milazzo. Prima vi ho detto che si tratta di un arcipelago di origine vulcanica, quello che mi sono dimenticata di sottolineare e che ancora oggi sono presenti due vulcani attivi, ovvero Vulcano e Stromboli. Inoltre sono presenti anche alcuni fenomeni di vulcanismo secondario, tutti elementi che ogni anno attraggono tutto l’anno centinaia di migliaia di visitatori.

Non sto qui a raccontarvi la storia dell’arcipelago, perché l’obiettivo di questo post è un altro, posso però dirvi che il nome Eolie si lega a quello del dio dei venti Eolo e che le isole erano frequentate già in epoca preistorica quando le isole erano al centro di importanti rotte commerciali legate all’ossidiana e poi Greci, Romani, Arabi e Normanni, tutti passarono di qua.

cartello eolie a Lipari no trekking

Le isole principali sono Vulcano, la più vicina alla terraferma, Lipari e Salina, poi Alicudi e Filicudi più ad ovest, rispetto a Milazzo, e infine Panarea e Stromboli verso est.

La posizione geografica delle Eolie è importante per decidere quale itinerario fare in barca e di conseguenza quali trekking programmare.

Lipari

Io sono partita in treno notturno da Roma, poi in aliscafo da Milazzo ho raggiungo Lipari, la principale delle Eolie. Un mix perfetto tra bellezze naturali e cultura.

A Lipari mi attendeva la barca che mi avrebbe portato in crociera di isola in isola. Prima di salire a bordo però è bene prendersi tutto il tempo per esplorare il centro storico con le sue stradine acciottolate.

strada di Lipari

Cosa vedere a Lipari

L’esplorazione inizia con un tour a piedi lungo le vie del borgo fino a raggiungere il Castello e poi Marina Corta, per poi continuare l’esplorazione dell’isola in auto a nolo. Per questo un grazie all’autonoleggio ci mi ha fornito una carta dell’isola con l’itinerario migliore per il periplo di Lipari con le tappe migliori da toccare, spiaggia comprese.

spiaggia bianca a Lipari

Siamo in un’isola, un tour che nelle tappe prevede anche i primi bagni in mare. Attenzione però a risalire in auto sempre con i costumi asciutti per evitare di rovinare i sedili e avere poi problemi al momento della riconsegna. Sarebbe una precisazione superflua, è solo una questione di buona educazione, ma è meglio ricordarlo sempre.

Marina corta barche

Rispetto alle altre isole, Lipari è quella che richiede più tempo per la visita, anche perché è la più grande delle altre ed è il capoluogo dell’arcipelago.

Trekking a Lipari

Lipari offre una varietà di sentieri adatti a tutti i livelli. Dalle tranquille passeggiate costiere a quelle che possiamo definire sfide più impegnative. Facile o difficile che siano, tutti i trekking che consentono di scoprire paesaggi caratterizzati dai tanti colori che Eolie sanno offrire: pensiamo ad esempio al bianco della pietra pomice contrapposto al nero dell’ossidiana o ancora alle diverse sfumature del caolino.

panorama trekking Isole Eolie
  • Trekking alle cave di caolino: forse uno dei più suggestivi è proprio il trekking alle cave di caolino – attive fino agli anni Settanta – che si snoda lungo un percorso che passando tra Canyon e falesie arriva fino alle antiche terme di San Calogero, si tratta di un’escursione di difficoltà media che si può compiere in circa 3-4 quattro. Le terme non sono più attive come tali, ma sono comunque visitabili a scopo turistico.
  • Trekking sulla via della pomice: un altro trekking è quello sulla via della pomice, tra le zone di Acquacalda, Lami e Canneto. Qui i colori che dominano sono il bianco e il nero ovvero quello della pomice e dell’ossidiana le due pietre più famose dell’isola e anche più importante al livello commerciale il trekking in questo caso, sempre di difficoltà media, ha una durata di 4-5 ore

Vulcano

Lasciate a Lipari la mattina prestissimo a piedi ho raggiunto il porto di Marina Corta per imbarcarmi e iniziare finalmente questo viaggio in barca all’insegna di mare e trekking.

Partenza in barca da Lipari

La barca lascia così il porto di Lipari con destinazione Vulcano, isola che prende il nome dal dio romano del fuoco, e non è difficile capirne il motivo.

Partendo presto, anzi prestissimo, da Lipari non ho potuto fare colazione in albergo, ho quandi aspettato di arrivare a Vulcano. Una bella colazione al porto, anche se un po’ cara. Prima di partire per il primo trekking ho fatto scorta d’acqua. Una precauzione da fare sempre prima di iniziare un trekking e non solo alle Eolie. Da qui, a piedi si raggiunge l’inizio del sentiero che porta sul vulcano fino al cratere. Per andata e ritorno calcolate poco meno di tre ore.

Isole Eolie trekking a Vulcano

Il panorama che si ammira dalla cima a quota 390 metri ripaga sicuramente la salita, anche se di tutti i trekking che si possono fare nel corso di questo viaggio questo è sicuramente uno dei più facili.

panorama da Vulcano

La salita non è impegnativa, l’importante è affrontarla con la temperatura giusta: ecco perché in estate è obbligatorio partire presto. Nella stagione più fresca si può partire anche un po’ più tardi (questo vale per tutti i trekking ovviamente), ma in questo caso bisogna fare i conti con le minori ore di luce. Quindi, di volta in volta, sta a voi decidere qual è la scelta migliore.

fumarole vulcano

Regola questa che, come già vi ho detto, vale per tutti i trekking estivi. Partire presto offre anche un altro vantaggio, quello di avere a disposizione tutto il resto della giornata da sfruttare in barca, sia per la navigazione, sia per i bagni.

cratere vulcano eolie

Dopo la salita da non perdere occasione per rilassarsi sfruttando le sorgenti termali dell’isola. Potete scegliere di fare un bel bagno nella Baia delle Acque Calde, caratterizzata dai getti di acqua calda sprigionate nel mare, oppure fare i fanghi che pare abbiano ottime proprietà terapeutiche, peccato solo che la pozza dei fanghi sia temporaneamente chiusa, uno stop che purtroppo va ormai avanti dal 2020.

Vulcano isola
Foto mizio.gem

Prima di ripartire che non ce le facciamo un giretto presso questo il centro abitato del porto di Levante? Qui trovate ristoranti locali e negozietti vari, quindi potete scegliere di fermarvi a magiare prima di salire nuovamente a bordo con destinazione Alicudi.

Ecco allora che per non farci mancare niente prima di giungere invece all’isola successiva, Alicudi, abbiamo fatto due tappe per il bagno la prima, immancabilmente a Vulcano e la seconda a Filicudi.

Alicudi

Alicudi, insieme alla vicina Filicudi, sono le isole più remote dell’arcipelago, lontane dal turismo di massa e perfette per chi cerca la solitudine e l’avventura. Qui il tempo sembra essersi fermato. Tutti da esplorate i sentieri – che attraversano un ambiente naturale incontaminato – e le loro coste selvagge.

Alicudi è l’isola più occidentale delle Eolie. Un piccolo vulcano spento che oggi si mostra come una montagna in mezzo al mare alta 675 metri. Un’isola più o meno circolare, ampia appena 5 km quadrati dalle coste, inevitabilmente, alte e rocciose.

Alicudi al tramonto

Ad Alicudi sono arrivati nell’ora migliore, quella del tramonto che ho ammirato sorseggiando un aperitivo al Bar Airone. Visto che il trekking della mattina successiva era in programma – ancora una volta – di buon’ora abbiamo prenotato i cornetti per la colazione da consumare in barca prima di partire. Il bar non era così mattiniero come noi, quindi i cornetti li abbiamo ritirati la sera stessa. Prima di andare a dormire.

alba alicudi


Questa è stata la mia prima notte in barca. La mattina aprire gli occhi circondata dai colori dell’alba che illuminava debolmente le barche alla fonda è stato il risveglio più bello di tutto il viaggio. Reso omaggio ai cornetti del bar Airone alle 7 avevamo già il primo piede sul sentiero. Il trekking ad Alicudi non è molto difficile, ma mette a dura prova le ginocchia perché è un continuo saliscendi su gradini di pietra. Il sentiero porta fino alla vetta di filo D’Arpa, a quota 650 metri, volendo è possibile fermarsi circa a metà percorso, all’altezza della chiesa di San Bartolo – dedicata al patrono di Alicudi che si festeggia a Ferragosto – considerata l’unico monumento storico dell’isola. Siamo a quota 340 m slm, ma anche circa mille gradini dal mare!

mulo

La difficoltà degli spostamenti ad Alicudi è riassunta nell’unico mezzo di trasporto dell’isola: i muli. A loro è affidato anche il compito di trasportare turisti e bagagli fino all’alloggio prenotato abbarbicato lungo le pendici dell’isola. Non è il nostro caso visto che dormiamo in barca, ma passeggiando nell’isola, alla scoperta delle varie contrade, vi dovrete spesso spostare per dar loro la precedenza. Ma i muli hanno la precedenza? No, ma la pretendono e non si possono contraddire.

mulo sulla spiaggia di ALicudi

Una delle cose migliori da fare ad Alicudi è quella di vivere i ritmi lenti dell’isola, soffermarsi a bere una birra con vista mare al tramonto. Chi ne vuole approfittare per fare anche un bagno, segnalo che la spiaggia del porto, con i suoi ciottoli neri, che vanta un’acqua è pulitissima e cristallina e può essere raggiunta facilmente a piedi dal centro del paese.

verso Filicudi

Arriva poi il momento di ripartire. Di nuovo in barca, rotta verso Filicudi che dista solo una decina di miglia nautiche. Nessuna fretta di arrivare, c’è tutto il tempo per interrompere la navigazione e fare un bel bagno.

Filicudi

Anche questa volta, così come per Alicudi, siamo arrivati verso sera e trascorso la notte in barca ancorati davanti Filicudi.

barche a Filicudi

L’isola è la quinta isola in ordine di grandezza delle Eolie, quindi se consideriamo il dato al contrario è la terza tra le più piccole, dopo Panarea e Alicudi.

Il suo territorio è suddiviso in diversi piccoli borghi come quelli di Pecorini, Valdichiesa e Filicudi porto. L’isola è scarsamente abitata ed è dominata dalla macchia mediterranea. Qui la natura regna sovrana e si è andata a riappropriare anche quegli spazi che un tempo erano coltivati. Vi dico questo per farvi caprie come non sia possibile fare un viaggio alle isole Eolie senza contemplare un trekking a Filicudi. L’unico problema è che l’itinerario più bello, quello che arriva fino al villaggio abbandonato Zucco Grande, abbia una difficolta medio alta. L’escursione prende il via dall’abitato del porto per poi snodarli lungo piccole strade e antiche mulattiere e richiede circa 3-4 ore. L’alternativa, ma non è la stessa cosa, è quella di scegliere un altro sentiero, quello che conduce fino a  Capo Graziano dove si trova un villaggio preistorico dove – circa tremila anni prima della nascita di Cristo – vivevano i primi abitanti dell’isola. Il villaggio testimonia anche quella che probabilmente era un’importante attività legata all’ossidiana.

Per questa facile escursione basta un’oretta e si raggiunge attraverso un’antica scalinata in pietra lavica.

Tra le cose da vedere a Filicudi c’è l’ufficio postale che ha la particolarità di occupare la sede di un antico mulino e al suo interno ancora è visibile una macina in pietra. Le macine, tra ‘800 e ‘900, sono venivano ricavate da artigiani che le intagliavano dalla roccia lavica. All’altezza di Capo Graziano c’è una zona, interdetta al pubblico per motivi di sicurezza, che è una sorta di deposito di queste macine, alcune delle quali ancora da completare.

mare eolie

Lasciata Filicudi l’esplorazione prosegue in barca, vista dal mare l’isola rivela una prospettiva diversa e di grande bellezza. La navigazione intorno a Filicudi offre altri due spettacoli naturali che sono l’Arco Perciato e la Canna.

Per passare attraverso servono barchette e gommoncini, per una barca grande non è possibile. L’alternativa è quella di farlo a nuoto, facendo però molta attenzione alle imbarcazioni. In ogni caso, anche senza passarci attraverso è comunque bello da vedere.

arco naturale

Da non perdere una nuotata nei pressi della vicina Grotta del Bue Marino. Nella grotta le barche non possono entrare, ma possono gettare l’ancora poco lontano e chi vuole può arrivare a nuoto alla grotta con maschera e pinna per ammirare quello che è stato il fondale che mi piaciuto di più di tutto il viaggio. A nuoto ci può addentare nella grotta e avvicinarsi alla spiaggetta interna dove, un tempo, trovavano rifugio la foca monaca e i suoi cuccioli.

La Canna Eolie

La Canna è invece un grande faraglione solitario che si innalza dal mare per 74 metri, frutto di un’antica eruzione lavica sottomarina. Una curiosità, l’isolamento di questa roccia ha permesso lo sviluppo di una specie endemica, che è la lucertola nera. Un po’ come accaduto per la lucertola azzurra dei Faraglioni di Capri.

Barca a vela eolie trekking

Ancora una curiosità (lo sapete mi piacciono tanto), circumnavigando Filicudi si incontra anche lo scoglio del Giafante, guardatelo con attenzione perché riuscirete facilmente a vedere delle caprette inselvatichite arrampicate sullo scoglio, a volte anche in posizioni alquanto bizzarre.

Salina

Seconda per grandezza l’isola di Salina offre al visitatore davvero tanto da fare e da vedere. Questa volta sono scesa a terra e per due giorni, ho salutato la barca (che in questi due giorni di stop ha approfittato per fare dei lavori di manutenzione) e usato i mezzi pubblici.

Lago di Salina

A dire il vero ho provato a noleggiare un’auto o un motorino, ma la disponibilità sull’isola è limitata e in alta stagione vengono prenotati con larghissimo anticipo e per più giorni, quindi mi sono dovuta accontentare dei mezzi pubblici, che – anche se offrono meno libertà – sono comunque molto efficienti.

Trekking a Salina

A Salina non solo ho salutato la barca, ma anche i trekking.

Pollara Salina

Non che a Salina questo tipo di attività non sia possibile, anzi è proprio l’isola migliore per chi ama fare trekking di difficoltà medio-alta. Il più classico dei trekking a Salina è quello di Monte Fossa delle Felci, il tetto delle Eolie, sentiero che parte dalla cittadina di Lingua. Inoltre gran parte del territorio di Salina è riserva naturale e offre suggestivi itinerari naturalistici che si aprono su incantevoli panorami sulle Isole vicine.

Salina è anche famosa per i suoi vigneti e la produzione di malvasia, un vino dolce locale. Chi arrivato qui e non ha voglia di fare trekking impegnativi può semplicemente visitare la Riserva Naturale di Salina.

Casa film il Postino

Pollara

Salina, con le sue belle spiagge, attrae molto turismo balneare. Ma questa non è l’unica attrattiva dell’isola. Una delle mete più amate è quella di Pollara, questo è il luogo dove nel 1994 Massimo Troisi ha girato alcune scene del film Il Postino, il suo ultimo indimenticabile lavoro.

sagoma Troisi il Postino

Un legame forte quello tra Troisi e Salina, dove dal 2011 si anche tiene il  il MareFestival nel corso del quale viene assegnato il premio Troisi.

Chiosco Pollara Salina

Non appena scendete dal pullman vi consiglio di fare tappa all’unico chioschetto per mangiare un’ottima granite e soprattutto pausa bagno, nel senso proprio di WC. Chiedete le chiavi al chiosco (anche se non vi scappa), perché il bagno è dentro la chiesetta: da vedere.

Pollara bagnanti

Sotto la scogliera la spiaggia di Pollara, una delle spiagge più affascinanti di Salina. Consiglio di arrivare presto perché, man mano, diventa sempre più affollata e a volte non c’è neppure il posto per sedersi. Portate anche le scarpette da scoglio perché si scivola. Unico lato negativo della giornata sono state le troppe meduse presenti che hanno reso fare il bagno una vera impresa. Però mi sono rifatta sulla spiaggia di Santa Maria.

Scendendo verso la spiaggia di Pollara da non perdere il colpo d’occhio della bella insenatura puntellata dalla presenza di tante barche a vela e il sentiero segnato da un percorso che rievoca il film il Postino

insenatura pollara

Da Pollara si gode quello che è considerato il tramonto più bello delle Eolie e uno dei più spettacolari al mondo.  

Per chi ama il turismo culturale segnalo anche la presenza di un villaggio dell’età del Bronzo Medio (XV-XIII sec. a.C.) è il “sito archeologico di Portella” che può essere raggiunto a piedi seguendo i gradini di una lunga scalinata che si apre su un bel panorama. Quello che si può ammirare sono i resti di capanne a pianta ovale o circolare interamente scavate nella roccia vulcanica.

Marina di Salina

Museo del vino

Tra i luoghi da visitare c’è Santa Maria di Salina con le sue casette colorate, dove c’è anche un interessante Museo del vino. A proposito di vino da assaggiare assolutamente un bicchiere di Malvasia, il tipico vino dolce prodotto a Malfa con uve malvasia e corinto nero con l’uva raccolta nella prima quindicina di settembre quando, grazie al sole, raggiunge la giusta gradazione zuccherina.

Malfa

Malfa è un’altra delle cittadine da vedere a Salina, caratterizzata abitazioni bianche, distribuite lungo un ripido pendio che degrada verso il mare. Nella piazza principale si trova la settecentesca chiesa di Sant’Anna.

Chiesa Sant'anna

Il museo del calcio

Se poi siete degli appassionati di calcio vi segnalo il singolare museo del calcio che si trova presso l’hotel ristorante “A Cannata” di Santino Ruggera che raccoglie una serie di cimeli, soprattutto tante maglie, messi insieme dallo stesso titolare. Io l’ho scoperto per caso, perché soggiornavo proprio da Santino. A proposito, la cucina è ottima e abbondante.

Salina è forse la più bella delle Eolie, almeno a mio parere, e meriterebbe sicuramente una permanenza più lunga. Con qualche giorno in più c’è anche il tempo per fare anche il trekking a Monte Fossa delle Felci e farsi anche qualche giornata in più di mare.

Stromboli

Dopo la tappa terrestre a Salina la barca è pronta a portarvi nelle ultime due isole dell’arcipelago (Stromboli e Panarea).

Cartello stromboli

L’isola vulcanica di Stromboli è famosa per il suo vulcano sempre attivo. Una salita notturna al cratere vi regalerà uno spettacolo di eruzioni che non dimenticherete mai. Visto che la salita è notturna, questa volta si tira su l’ancora di mattina presto, pronti per fare vela Stromboli che da Salina dista una ventina di miglia nautiche.

Il viaggio verso Stromboli non è breve e allora è d’obbligo un fare un tuffo in mare, d’altra parte questo è anche il bello di viaggiare in barca.

Strombolicchio

strombolicchio

Durante la navigazione, avvicinandovi all’isola si incontra quello che forse è l’isolotto più famoso delle isole Eolie: Strombolicchio, che poi altro non è che è un antico vulcano.

Oggi appare come uno scoglio alto appena 56 metri sulla cui cima c’è un faro. Una scala di circa 200 gradini collega la sommità al mare.

Due curiosità: Strombolicchio, che dista circa un miglio da Stromboli, rappresenta il punto più a nord della Sicilia. Su questo isolotto esiste anche una leggenda secondo la quale sarebbe stato il tappo dello Stromboli, scaraventato in mare durante una violenta eruzione.

Ginostra

Ginostra

Prima di sbarcare a Stromboli Porto è d’obbligo una tappa a Ginostra, un piccolo borgo che ha la particolarità di essere isolato, nessun collegamento via terra con il resto dell’isola di Stromboli, ma solo via mare. Un isolamento che fa parte del fascino di questo borgo e che attrae turisti anche se non ha vere e proprie spiagge. La sua bellezza e i motivo per fermarsi qui sono altri.

L’isolamento di Ginostra fino al 2004 rendeva la vita ancora più dura perché fino a quella data non c’era neppure il pontile e mancavano anche elettricità e acqua corrente.

porticciolo ginostra

Oggi la corrente è garantita da pannelli fotovoltaici e l’acqua arriva con le navi cisterna.

E non è tutto, prima della costruzione del pontile il porticciolo di Ginostra era in grado di ospitare una sola barca per volta, il Pirtuso per questo motivo era considerato il porto più piccolo del mondo.

Scale a Ginostra

Il borgo di Ginostra è molto piccolo e caratterizzato da viottoli stretti – sui quali si affacciano case bianche e azzurre – del tutto inadatti alla circolazione di automobili o motorini, per i trasporti sono utilizzati gli asini e una sorta di carriole a motore.

asino Ginostra

La salita sullo Stromboli

La visita a Ginostra dura fino a dopo pranzo, quando sono salita di nuovo a bordo e, finalmente, ho raggiunto Stromboli paese.

Paesaggio trekking eolie stromboli

Per me era la seconda volta a Stromboli, la prima volta ero arrivata in traghetto da Napoli per una breve soggiorno nel periodo di Pasqua. In occasione di quel viaggio alle Eolie però non ero riuscita a salire sul vulcano, questa volta non potevo perdere l’occasione di fare questo trekking che regala l’emozione di vedere il respiro dello Stromboli, un respiro di fuoco, quello delle esplosioni regolari che ne caratterizzano l’attività.

Stromboli

Si tratta necessariamente di un’escursione serale perché è solo con il buio che si può ammirare al meglio questo spettacolo naturale. Io parlo di escursione serale perché l’ho fatta in estate, ma la partenza, a seconda della stagione, inizia tra le 15 e le 18. Si sale con la luce, poi una volta arrivati a quota 400 m si attende il tramonto e si aspetta che il vulcano mostri la sua attività.

Eolie trekking a Stromboli

Il trekking è un po’ impegnativo, non tanto per la durata (complessivamente sono circa 5 ore) o per il dislivello, quanto per il fatto che la discesa si fa tutta al buio (obbligatorie le torce).

Importante sapere che per salire sullo Stromboli ci sono delle regole importanti da rispettare perché il vulcano è sempre in attività ed è proprio questa a determinare se e quando è possibile arrivare a quota 750 metri. Escursione che, ve lo dico subito, in questo momento non è autorizzata, la salita attualmente è consentita, ma solo fino a 400 metri accompagnati da una guida vulcanologica autorizzata.

trekking stromboli isole eolie cartina

La salita fino a 290 metri invece è libera. Proibita invece da anni – per motivi di sicurezza – la salita fino alla vetta a quota 926 m. Sull’isola trovate diverse agenzie che organizzano questo tipo di escursione. io sono andata con Magmatrek, ho fatto la prenotazione on line per assicurarmi il posto, ma poi ho pagato direttamente in agenzia. Anche perché l’ultima parola, in base alle condizioni meteo e all’attrezzatura dei partecipanti, spetta solo alle guide. Per chi ne fosse sprovvisto sull’isola è anche possibile noleggiare torcia e scarponcini da trekking, obbligatori per la salita. 

trekking alle eolie guide

Il trekking, che comunque rimane il top in un viaggio alle Eolie, non è l’unico modo per ammirare l’attività dello Stromboli. Il vulcano regala la vista della sciara fuoco anche dal mare e avendo a disposizione una barca è uno spettacolo che non potevo lasciarmi scappare. Anche questa è un’esperienza che va fatta in sicurezza, c’è un limite di distanza alla costa da rispettare. E allora che lo spettacolo abbia inizio, magari da ammirare mentre si mangia a bordo una belle cena a base di pesce.

Panarea

Questa piccola isola è una delle destinazioni più esclusive dell’arcipelago, perfetta per chi cerca tranquillità (ma non certo in alta stagione) e lusso.

bagno in mare

Per me Panarea ha rappresentato la tappa conclusiva del mio viaggio alle Isole Eolie. Qui ho salutato la barca (non prima di aver fatto un ultimo bagno a largo) e l’equipaggio. Poi nel tardo pomeriggio ho preso il traghetto per raggiungere Milazzo dove mi attendeva il treno notturno per Roma.

Panarea a ferragosto

Non appena sbarcata ero pronta per scoprire la modaiola Panarea. Ma ero davvero pronta? Forse non del tutto. Era il giorno di Ferragosto, sicuramente il meno adatto per visitare Panarea, soprattutto dopo aver vissuto la tranquillità delle altre sei isole. Decisamente troppa folla nelle stradine, si faceva quasi fatica a camminare. Lasciando le vie principali e addentrandosi un po’ nell’interno la situazione era decisamente migliore,

panorama Panarea

L’isola è piccola e si può girare completamente a piedi, quindi in questo caso, anche perché avevo un traghetto da prendere (che era anche l’ultimo della giornata), ho optato per un trekking urbano. Avendo avuto più tempo a disposizione si poteva salire lungo il sentiero che porta verso Pizzo del Corvo per ammirare il panorama dalla cima a quota 400 metri. Si tratta di un sentiero di media difficoltà da percorrere, andata e ritorno, in poco più di tre ore. Dalla vetta poi si ridiscende sull’altro versate verso dell’antico villaggio preistorico di Capo Milazzese e baia di Calajunco.

Un consiglio. Non fate come me che ho prenotato l’ultimo traghetto. Se avete un treno da prendere che vi riporta a casa è molto meglio optare per il penultimo per non correre il rischio di incappare in qualche inconveniente (cioè guasto all’aliscafo) sarei rimasta a Panarea. Per fortuna tutto è andato bene. L’aliscafo è stato puntualissimo, ma non si sa mai.

Cosa portare a bordo

barche isole eolie

In barca avete bisogno davvero di poche cose, ricordate soprattutto un bagaglio leggero perché gli spazi sono limitati:

  • Protezione solare e shampoo doccia da barca biodegradabili, in rispetto dell’ambiente in cui vi trovate
  • Abbigliamento leggero: l’abbigliamento leggero è essenziale durante l’estate: costumi da bagno, abiti leggeri e cappelli.
  • Scarpe comode e da trekking: entrambe necessarie per chi vuole visitare le isole Eolie a piedi e fare trekking.
  • Scarpette da scoglio: perché non sempre troverete spiagge di sabbia
  • Maschera e pinne: le acque delle Eolie sono cristalline e perfette per lo snorkeling, quindi portate con voi una maschera con boccaglio e le pinne. Talvolta potete trovare l’attrezzatura necessaria anche in barca, ma sempre meglio utilizzare la propria.
  • Macchina fotografica: Non dimenticate la vostra macchina fotografica per catturare i momenti indimenticabili di questo viaggio e una action camera per le foto e riprese in acqua.


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