
L’Ardita, il grande evento ciclostorico diventa un percorso cicloturistico permanente e offrirà ad Arezzo e al suo territorio una nuova occasione di crescita turistica all’insegna non solo del cicloturismo, ma più in generale di un turismo slow a contatto con l’ambiente e la natura.
Il progetto, ideato dalla Fondazione Arezzo Intour e dall’Associazione A.S.D. “Gli Arditi del ciclismo”, è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa – trasmessa in videoconferenza. In una situazione diversa sarebbe servita per dare tutti i dettagli dall’edizione 2020 dell’Ardita, la numero 5, che si sarebbe dovuta svolgere in questo fine settimana.

Non serve specificare che l’evento ha subito la stessa sorte di molti altri, rimandato al prossimo anno causa Covid.
L’Ardita, una delle più importanti ciclostoriche d’Italia
Le premesse per un’edizione di successo c’erano tutte. Intanto il numero di iscritti che anno dopo anno è andato sempre più crescendo, dagli 80 della prima edizione agli oltre 500 dello scorso anno, con arrivi non solo dalle varie regioni italiane, ma anche dall’estero. Quest’anno doveva esserci anche una coppia di canadesi che avevano scelto di cogliere l’occasione sposarsi. Spero per loro che non abbiamo rimandato le nozze, magari il prossimo anno l’Ardita può rappresentare il miglior modo per celebrare il loro primo anniversario.
Storia di un rapido successo
Sono bastate solo 5 edizioni per far scalare la classifica delle ciclostoriche più importanti d’Italia. Gli eventi di questo tipo nel nostro Paese sono 140 e l’Ardita è al terzo posto, dopo l’Eroica e l’Intreprida. Altro dettaglio non certo di poco conto è che tra le 5 ciclostoriche più importanti, 4 si svolgono nel territorio della provincia di Arezzo.
Nasce il progetto per un itinerario cicloturistico permanente
Tanto l’interesse per questo percorso, lungo 80 Km, che si è deciso di farne un percorso permanente anche per rispondere ad una domanda sempre crescente di un turismo lento, in grado di offrire al visitatore anche qualcosa di culturale.

Quali obiettivi
Il percorso cicloturistico permanente “L’Ardita” nasce infatti per valorizzare un tracciato che si snoda lungo le strade dell’omonima ciclostorica e che consentirà , agli amanti del turismo lento e delle esperienze outdoor di pedalare immersi nella natura e lontani da luoghi affollati, in uno dei territori più belli della Toscana.

Un valore aggiunto del percorso dell’Artita è quello di trovarsi tra altri due importanti itinerari di cicloturismo, quello del percorso della Bonifica e della ciclopista dell’Arno. Quindi chi sceglie di fare una vacanza sportiva da queste parte, lungo uno di questi due itinerari, potrebbe dedicare una giornata al percorso cicloturistico dell’Ardita. Che tocca non solo Arezzo, ma anche piccoli borghi e attraversa paesaggi bellissimi, che diventano così fruibili 365 giorni all’anno.
Anche i lavori per il percorso permanente dell’Ardita hanno dovuto scontrarsi con l’emergenza Covid, quello che era stato programmato non è stato ultimato, ma lo sarà per il prossimo anno.

Ultimato il primo stralcio di 25 Km
Al momento è stato tracciato il primo stralcio dell’itinerario, 25 km della tratta finale, quella dell’Alpe di Poti. Un tratto storico per gli aretini, qui nel 2016 si è svolta anche una tappa del giro d’Italia. Un itinerario suggestivo che dalla località San Polo arriva all’Alpe di Poti, prosegue attraverso la discesa dello Scopetone e ritorna in città fino in Piazza Grande passando da viale Buozzi.
Questo è sicuramente il tratto più rappresentativo del percorso, ma anche il più impegnativo, segnato da una salita importante, non è proprio adatto a tutti, a differenza del resto del percorso, ma per chi è meno allenato il dislivello può essere superato facilmente in sella ad una ebike.
Dato importante per tutti gli appassionati, la cartellonistica consentirà, cosi come avviene in altre località italiane di attirare ciclisti che vorranno cimentarsi con una o più scalate dell’Alpe di Poti in autonomia, conseguendo con possibilità di istituire uno specifico brevetto.

Un progetto a misura di cicloturista
Il progetto è stato finanziato nell’ambito territoriale omogeneo Arezzo, Capolona, Castiglion Fibocchi e prevede non solo la segnalazione attraverso l’apposita cartellonistica adeguata, ma anche pannelli informativi, itinerari cartacei e digitali e un portale che consentirà di mettere in rete il territorio ed offrire al cicloturista tutto ciò di cui ha bisogno, compresi hotel che consentano loro di portare in camera la bici. E ancora la possibilità di acquistare pacchetti turistici che prevedano, ad esempio, anche il noleggio della bici, sia essa tradizionale o elettrica.
Si punta insomma sulla forza del territorio, sulla sinergia tra i comuni interessati al fine da far diventare il territorio aretino un punto di riferimento per tutti gli appassionati di questo sport e più in generale dell’outdoor con l’aggiunta di itinerari di tipo naturalistico connessi al ciclismo, al trekking ed al podismo.
“Grazie a questo progetto – spiega Massimiliano Refi, presidente dell’Associazione sportiva Gli Arditi del Ciclismo- si vanno a valorizzare strade minori e strade bianche, perfette per il ciclismo di tipo slow e adatte a svariate tipologie di biciclette. Quando anche la seconda fase sarà completata i viaggiatori avranno servizi dedicati e potranno muoversi autonomamente in centri urbani diffusi, immersi in un paesaggio sostanzialmente intatto”