Da Jeffrey’s Bay ha inizio la seconda parte del nostro viaggio in Sudafrica. Dopo il bush ora ci attendevano altri ambienti, spesso caratterizzati dalla vicinanza del mare. Il mare lo avevamo incontrato e lasciato a Durban. Città che per noi ha rappresentato solo una tappa tecnica per raggiungere l’aeroporto di mattina presto.
Sveglia prestissimo, alle 6 eravamo in aeroporto. Così, vista l’alzataccia e lo stomaco vuoto, decidiamo di fare colazione al bar dell’aeroporto. Un servizio lentissimo, ho dovuto aspettare circa 40 minuti per un cappuccino e altri 20 per un pancake, che poi era tutt’altro. Buono, ma tutt’altro.
Nessun problema con il volo e i bagagli, a bordo ci hanno servito una ricchissima colazione che sembrava un pranzo e questo per un ‘ora di volo che ci ha portato a Port Elisabeth. Qui abbiamo ritirato le nuove auto e ci siamo mossi verso Jeffrey’s Bay una delle più popolari località del mondo per il surf!
La cosa che più mi piace del Sudafrica è il fatto che sia un paese molto vario. Non annoia mai e ogni tappa riesce a stupire. Sarei stata ore ad osservare i surfisti con le loro tavole.
Su un dizionario di servizi ho trovato questa definizione:
J-Bay: abbreviazione di Jeffrey’s Bay l’onda destra più famosa del Sud Africa per la sua lunghezza e perfezione
Noi ovviamente non potendo fare surf ci siamo limitati ad una splendida passeggiata su questa spiaggia sabbiosa per ammirare i surfisti in attesa dell’onda migliore, raccogliere qualche conchiglia e mangiare qualcosa visto che la sosta ha coinciso con la pausa pranzo.
Prima di rimetterci in cammino lungo la famosa Garden Route che da Durban, costeggiando la costa, arriva fino a Cape Town, abbiamo fatto una tappa all’outlet della Billabong, nella speranza di fare qualche affare. La sosta in realtà si è rivelata piuttosto deludente, il negozio era praticamente vuoto, avevano venduto tutto, di conseguenza gli acquisti sono stati pochini.
in realtà non è un gran che e non c’è molto da vedere. La città fino a non molto tempo fa era solamente un villaggio di pescatori, poi pian piano con la spinta arrivata dal surf si è trasfrormato in una surf-city con negozi e strutture pensate a rendere il soggiorno perfetto a chi pratica questo sport. L’outlet Billabong è solo uno di questi. Il cambiamento di Jeffrey’s Bay è ancora in atto.
Da qui abbiamo fatto tutta una tirata fino a Tsitsikamma.
Ormai il nostro viaggio sarà contrassegnato dalla presenza dell’Oceano. Anzi degli Oceani.