

Ci hanno fatto scendere al cancello 2C dove avremmo potuto prendere la navetta per il terminal 1. Ma la navetta non passava, mentre le lancette dell’orologio andavano inesorabilmente avanti. Temevo di perdere l’areo. Poi finalmente ecco la navetta che ci porta al terminal 1.
Mostriamo il biglietto e ci dicono che dovevano andare al satellite 5. Corriamo verso la nostra meta, ma una volta arrivati ci dicono che il nostro aereo partiva dal satellite 4.
A quel punto non ci restava che ricominciare a correre! Nel frattempo un ragazzo che era arrivato da Milano mi ha mandato un messaggio per informarmi che stavano già imbarcando. Finalmente arriviamo e risciamo anche a fare la carta d’imbarco. Era fatta.
A quel punto vedo passare le tre ragazze che avevamo perse, loro non sapendo della nostra odissea erano molto arrabbiate perché pensavano che noi le avessimo abbandonate. Anche loro avevano avuto dei problemi, non sapendo dove andare invece che al gate per la carta d’imbarco erano andate al check in, dove si erano sentite dire che il volo ormai era chiuso. Al gate però le hanno fatto la carta d’imbarco e le hanno fatte salire. Inutile dire che siamo stati gli ultimi passeggeri a salire a bordo di quell’areo.

Dimenticavo, a Parigi mi sono tolta una soddisfazione. Ho finalmente visto dal vero il Concorde. L’aereo ormai è solo un pezzo da museo, fissato a terra da un trespolo simili a quello utilizzato per gli aeromodelli, ma il suo fascino resta immutato. Però devo dire che me lo immaginavo più grande.
Vedendo il Concorde e per di più a Parigi mi ha fatto tornare alla mente la tragedia del 2000 quando uno di questi gioielli si schiantò proprio nei pressi di questo stesso aeroporto. Una tragedia costata la vita a 113 persone.