Come mi sono persa all’aeroporto di Parigi CDG

Oggi vi racconto come mi sono persa a Parigi, all’aeroporto Charles De Gaulle. Questa è la piantina dell’aeroporto, se non lo conoscete date un’occhiata. Vi aiuterà a capire, in parte, quello che ci è successo al nostro arrivo a Parigi.

Ma partiamo dall’inizio. Per raggiungere Johannesburg abbiamo preso un volo Alitalia da Roma a Parigi. Al nostro arrivo al terminal 3 ci hanno detto che dovevamo andare al terminal 1 con la navetta. Dopo aver seguito le indicazioni navetta terminal 1 terminal 2 siamo arrivati ad una stessa porta. Io ho pensato che ci fosse un’unica navetta che portava ai due terminal, invece non era così. La navetta che abbiamo preso di corsa, lasciando indietro tre ragazze che non sono state fatte passare, portava solo ai vari cancelli del terminal 2, ma questo lo avremmo scoperto solo una volta a bordo. Risultato, non solo mi eravo persa all’aeroporto, ma rischiavamo di restare a Parigi.

Aeroporto CDG Parigi

Ci hanno fatto scendere al cancello 2C dove avremmo potuto prendere la navetta per il terminal 1. Ma la navetta non passava, mentre le lancette dell’orologio andavano inesorabilmente avanti. Temevo di perdere l’areo. Poi finalmente ecco la navetta che ci porta al terminal 1.

Mostriamo il biglietto e ci dicono che dovevano andare al satellite 5. Corriamo verso la nostra meta, ma una volta arrivati ci dicono che il nostro aereo partiva dal satellite 4.

A quel punto non ci restava  che ricominciare a correre! Nel frattempo un ragazzo che era arrivato da Milano mi ha mandato un messaggio per informarmi che stavano già imbarcando. Finalmente arriviamo e riusciamo anche a fare la carta d’imbarco. Era fatta.

A quel punto vedo passare le tre ragazze che avevamo perse, loro non sapendo della nostra odissea erano molto arrabbiate perché pensavano che noi le avessimo abbandonate. Anche loro avevano avuto dei problemi, non sapendo dove andare invece che al gate per la carta d’imbarco erano andate al check in, dove si erano sentite dire che il volo ormai era chiuso. Al gate però le hanno fatto la carta d’imbarco e le hanno fatte salire. Inutile dire che siamo stati gli ultimi passeggeri a salire a bordo di quell’areo.

A Johannesburg non avremmo trovato i bagagli ad aspettaci, ma quello era solo un dettaglio. Tutte queste corse mi hanno fatto venire un po’ di ansia. Eravamo noi a rischiare di rimanere a terra, i bagagli potevano aspettare. Chissà forse sarebbe stato meglio dormire in uno degli hotel dell’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle, magari un’altra volta! Con bagagli o senza eravamo pronti ad iniziare il nostro itinerario di viaggio in Sudafrica di 2 settimane

Dimenticavo, a Parigi mi sono tolta una soddisfazione. Ho finalmente visto dal vero il Concorde. L’aereo ormai è solo un pezzo da museo, fissato a terra da un trespolo simili a quello utilizzato per gli aeromodelli, ma il suo fascino resta immutato. Però devo dire che me lo immaginavo più grande.

Vedendo il Concorde e per di più a Parigi mi ha fatto tornare alla mente la tragedia del 2000 del volo Air France 4590 quando uno di questi gioielli si schiantò proprio nei pressi di questo stesso aeroporto. Una tragedia costata la vita a 113 persone.

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