I mutamenti climatici stanno provocando lo scioglimento dei ghiacciai e l’arretramento della calotta polare.
Un arretramento che nell’Artico ha portato all’apertura del il “mitico” passaggio a nord-ovest, ora diventato, pare, pienamente navigabile.
Lo dimostrono le immagini inviate in questi giorni sulla terra dal satellite Envisat, che mostrano come “l’area coperta da ghiacci si e’ ridotta ad appena tre milioni di metri quadrati, un milione in meno rispetto ai precedenti minimiregistrati nel 2005 e nel 2006” spiega lo scienziato danese Leif Toudal Pedersen, del Danish National Space Center.
Il passaggio a Nord Ovest negli ultimi 30 anni, cioè da quando viene tenuto sotto osservazione tramite le tecnologie satellitari, non era mai stato così ridotto, ma – spiega l’Esa- era sempre stato “ostruito da piattaforme ghiacciate perenni, che non si sciolgono cioè nemmeno durante l’estate”.
Questo evento, oltre a far parlare di nuovo del riscaldamento globale, riporra la questione sulla disputa territoriale che vede contrapposta Canada e Stati Uniti. Questi ultimi infatti considerano il passaggio a nord-ovest come acque internazionali, mentre il Canada le considera come proprie acque territoriali.
Problemi politici che a noi interessanto poco, la notizia preoccupante è quella dell’aumento delle temperature terrestri che riguadano non solo l’artico, ma tutto il pianeta. Lo dimostra anche una notizia lanciata pochi giorni fa dal ministro Pecoraro Scanio che ha lanciato un allarme che riguardo anche il nostro Paese.
In Italia infatti negli ultimi 50 anni la temperatura è aumentata di 1,4 gradi contro una media mondiale di 0,7 gradi nell’intero secolo.
Con conseguenza pesanti sulla penisola, dalla siccità ed un pericolo di crescita della desertificazione alla forte regressione di alcuni ghiacciai che rischiano di scomparire del tutto.