Chissà quante volte siete passati davanti alla Torre di Mezzavia di Frascati, forse facendovi domande sulla sua origine o forse ignorandola. Una torre possiamo dire come le tante che segnano il paesaggio della campagna romana, ma comunque ricca di storia.

Intanto non fatevi ingannare dal nome, la torre si trova a Roma e non a Frascati! Deve semplicemente dal fatto trovarsi in quello che un punto che si trova circa a metà strada tra Roma e Frascati. La Torre, per chi non la conosce, sorge alle spalle dell’Ikea, all’altezza dell’incrocio tra via Tuscolana e la via Anagnina. Il fatto di essere a cavallo di due strade faceva della Torre di Mezzavia, una posizione molto strategica.

Da qui la Torre di Mezzavia, che dà anche il nome al vicino quartiere, fu edificata nel XII secolo, per volere della famiglia Mardoni, all’epoca proprietaria del terreno, sui resti di una villa romana. Una pratica molto comune all’epoca che consentiva non solo di riutilizzare materiale già esistente, ma anche di contare su delle buone fondamenta. Di questo antico edificio si possono intravedere alcune tracce incorporate nella struttura muraria che la circonda. La Torre di Mezzavia fu realizzata utilizzando, tra le altre cose, blocchetti di peperino e frammenti marmorei, mentre la base e il materiale misto scaglie di selce.

Sotto la scala in muratura, che porta al piano superiore si apre l’imboccatura di alcune gallerie attraverso le quali si raggiungono antiche strutture murarie appartenenti alla villa.
Qui passava l’antica via Latina
Qui accanto passava l’antica via Latina, questo spiega anche la presenza in zona di tanti resti archeologici, alcuni rinvenuti anche nella zona dove sorge Ikea, che sono stati musealizzati,
Alta circa 15 metri, ha una base quadrata e raggiunge un’altezza di circa 15 metri, nel corso della sua lunga storia ha avuto utilizzazioni diverse, da torre di avvistamento e difesa e ancora come osteria e luogo di sosta e di ristoro per i viaggiatori.
Da torre di difesa a osteria
Molti gli elementi della torre che evocano il suo ruolo di torre difensiva, dalla recensione che circonda il complesso alle piccole finestrelle rettangolari, oggi murate, che si aprivano sulle pareti aggettanti senza possibili appigli. Anche la scala, fu costruita solo in un secondo tempo, infatti per motivi di sicurezza, non era possibile accedere ai piani superiori direttamente dal cortile, così in caso di pericolo bastava alzare il ponte levatoio per sentirsi al sicuro
E ancora la sua sommità, che prima di essere sostituita da un doppio tetto a spiovente, era urlata da merli.

Il poeta dialettale Augusto Jan dolo (1873-1952) ci ricorda che “fabbricata addosso, da tre secoli, a Tor de mezza via” esisteva un’osteria, in cui gli sembrava di avere assistito ad un “riduco Dei briganti che sei sportiva assieme a li sordati la roba sgraffignata er giorno avanti”
Secolo, quando la ritrasse il pittore Enrico ortolani (1920), Torre di Mezzavia di Frascati dominava ancora il paesaggio circostante della campagna romana che si protendeva verso i colli. Oggi invece è letteralmente schiacciata tra gli edifici della Romanina e Grande Raccordo Anulare, e la visuale verso i castelli è stata annullata dal lungo palazzone bianco del Compendio Anagnina, che ospita i principali uffici interforze adibiti alla lotta alla criminalità organizzata.
La cisterna
Vicino alla torre rimane una cisterna quadrata appartenuto alla villa che sorgeva in questo luogo. Costruita in opus reticolatum in tufo, con una fascia di mattoni che rafforzava gli speroni. Ognuno dei quattro lati esterni era segnato da due grandi nicchie. Nel medioevo la cisterna fu adibita ad abitazione, infatti sono aperte le finestre ed una porta, mentre il lato sud orientale presenta tracce di una scala che portava ad un piano superiore, oggi scomparso.
Non ci sono più tracce neppure delle pitture medievali che un tempo di decoravano l’intonaco interno di questa cisterna che professor Quilici ricorda abitata fino agli anni 60. Una bolla pontificia di Onorio II del 1217 parla della fontana del Papa che si trovava in questa zona e che il Tomassetti ritiene sia possibile riconoscere proprio in questa cisterna.
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