No dico vi rendete conto ? Io pubblico su Facebook foto così e quando torno che cosa mi chiedete?!? “Li hai visto i barconi degli immigrati?”
Mi dispiace, ma non avete capito proprio niente… o forse vedete troppa televisione.
Se c’è una cosa che proprio a Lampedusa non ho visto sono stati barconi e immigrati. Anzi vi dirò di più, l’impressione che ho avuto, lasciando isola dopo 4 giorni, è stata solo una: questo è un paradiso.
L’isola non è grande se ci fossero stati veramente dei problemi, di qualunque tipo, ce ne saremmo resi conto. Noi ci siamo accorti solo che quest’isola meriterebbe di essere valorizzata di più dal punto di vista turistico. Niente turismo di massa, sarebbe la sua rovina, ma un turismo distribuito in più mesi dell’anno.
Una stagione balneare lunghissima
Siamo a sud di Malta e la stagione balneare inizia a maggio e finisce a dicembre.
Una lunga stagione che consente di vivere l’isola pienamente per molti mesi. Il periodo migliore è quando tornano a casa i turisti di luglio e agosto e le temperature si fanno un po’ meno calde, insomma, Lampedusa è bella tutto l’anno, ma il periodo migliore per venire a godersi il sole e il mare è quello di è settembre/ottobre.

Il mare ha mille sfumature di azzurro
Visto che si tratta di un’isola e che il nostro viaggio era caratterizzato dall’hashtag #enjoytheblue, inizio con il parlare del mare… A dire il vero in questo caso ci sarebbe davvero poco da dire… a parlare bastano le immagini.
Sapete bene che io viaggio molto e di mare belli ne ho visti davvero tanti, quello delle Maldive, il Mar Rosso, la costa Maya in
Messico, e ancora Bali e le isole del Golfo di Thailandia… ma vi assicuro che un mare così bello è la prima volta che lo vedo.
La spiaggia più bella del mondo è qui
Il primo bagno della stagione l’ho fatto, scusate se è poco, in quella che è considerata la spiaggia più bella del mondo: la spiaggia dei Conigli. Famosa anche per essere luogo di nidificazione delle tartarughe marine della specie Caretta Caretta.
A proposito di tartarughe, da non perdere anche una visita al centro recupero tartarughe marine gestite dal WWF. Un’occasione per vedere questo animale dal vivo, ma soprattutto imparare quali sono le minacce e quali possono essere le piccole azioni che possiamo fare noi.
Se quella dei Conigli è la spiaggia più bella, non è detto che le altre siano da meno.
E così per il secondo bagno ero alla Guilta, dove il mare va dall’azzurro al turchese.
Spiagge a parte qui l’acqua ha dei colori che sembrano frutto di un abile fotoritocco, ma non è così: è tutto incredibilmente reale. Un esempio per tutti la Tabaccara, dove siamo giunti a bordo di un catamarano. Questa per Domenico Modugno era semplicemente “la piscina di Dio”.
L’acqua è così limpida e trasparente che dal catamarano ho potuto potuto fotografare, con una semplicissima compatta, una piccola medusa verde che nuotava sotto l’imbarcazione.
Ed è qui che qualcuno del gruppo ha avuto il suo battesimo subacqueo.
Dal mare alla tavola
Davvero dura la per chi non mangia pesce a Lampedusa. A differenza della sorella minore Linosa, Lampedusa è una città di pescatori e quindi la maggior parte dei piatti che trovate sulle tavole sono a base di pesce. Un ingrediente che qui a Lampedusa viene declinato in tante forme differenti il risultato uno solo: cibo ottimo e di qualità.
Durante il nostro soggiorno abbiamo mangiato in diversi ristoranti gli chef sembravano quasi vuole fare a gara per vedere chi riusciva a farci mangiare meglio.
Durante il mio soggiorno a Lampedusa ho imparato anche a preparare uno dei piatti tipici del Mediterraneo, il cous cous, ovviamente di pesce, ed ho scoperto che fino ad oggi lo facevo nel modo sbagliato. Ora però non ha più segreti.
Mangiare pesce a Lampedusa ed ecco che è arrivata la seconda stupida domanda “ma ti sei fidata a mangiare pesce con tutti quei morti in acqua?”
Ora va chiarita una cosa, gente che attraversa il mare dall’Africa verso l’Europa e arriva a Lampedusa c’è sempre stata, fin dai tempi più antichi, sono solo cambiati i numeri, così come ogni tanto avvengono anche dei naufragi.
Non so sto dicendo che questi siano invenzione della stampa, da giornalista però so bene che a volte le notizie vengono date in modo da suscitare maggiore interesse, a rischio che l’informazione venga fraintesa. Allora quando sentite parlare di naufragi al largo di Lampedusa, fate attenzione a qual è la distanza citata e fatevi due calcoli. Molto spesso si parla di episodi avvenuti ad almeno 180 miglia dalla costa di Lampedusa. E lo sapete a quanti chilometri corrisponde? Sono ben 330 km chilometri.
Allora fatevi due calcoli e capirete da soli che il luogo della tragedia non è esattamente vicino alla costa di Lampedusa. E vi dice niente il fatto che le acque italiane siano pattugliate dalle navi delle operazioni di intervento e soccorso a favore dei migranti. Quindi mi dispiace darvi la brutta notizia: niente morti nelle acque di Lampedusa.
Non sto dicendo che non ci siamo le tragedie del mare, ma solo che le vittime, quando ci sono, vanno quasi sempre cercate molto, ma molto più al largo.
Lampedusa e la sua gente
Un’altra delle cose che mi ha colpito particolarmente di quest’isola è l’accoglienza che ci ha riservato la popolazione. Tutti pronti a soddisfare al meglio i nostri desideri, anche quello di un semplice cornetto a colazione ripieno alla crema di pistacchio.
Volete sapere chi sono Lampedusani? Molti sono isolani per nascita, orgogliosi discendenti di famiglie di pescatori, altri lo sono per scelta.
Parlando con la gente è facile scoprire accenti decisamente poco locali.
Si scopre così che sono in molti ad aver scelto, per un motivo o per un altro, di lasciare le città di origine e trasferirsi in questo paradiso per riscoprire ritmi di vita a dimensione d’uomo, un clima che praticamente non conosce l’inverno e un mare che non vi sto a descrivere di nuovo.
La ripeto Lampedusa non è molto grande, ma è tutta da esplorare, al primo posto senza dubbio il mare.
Con le spiagge bianche su cui ti vengo a prendere o ancora le calette tutte da scoprire in barca.
Trekking a Lampedusa
Sulla terraferma anche opportunità di trekking, uscite a cavallo o, per i più pigri, delle divertenti cavalcate a bordo di quad o in auto noleggiando una Meriva Citroen e guidando con il vento tra i capelli.
Questo è solo il mio primo post su Lampedusa, quest’isola mi ha stregato. Non finirirò mai di ringraziare Bluewago per avermi dato questa opportunità.