Le possibili conseguenze dell’eruzione del Eyjafjallajokull

Dopo 200 anni il vulcano Eyjafjallajokull, si è svegliato dal lungo sonno protetto dalla sua coperta di ghiaccio. Un risveglio tutt’altro che silenzioso, che ha creato uno scompiglio mai visto al traffico aereo.

 

Presto il vulcano si calmerà e le correnti disperderanno le sue ceneri e questo riporterà alla normalità nei cieli.
Ma è questa l’unica conseguenza dell’eruzione?
L’eruzione in Islanda dell’Eyjafjallajkull ha proiettato nell’atmosfera a una quota di 4/5 Km una massa calda di polveri e gas. Una nuvola in grado di influenzare il clima localmente, ma che potrebbe avere effetti piu’ estesi e piu’ duraturi se parte delle polveri dovessero finire nella stratosfera. C’è anche chi teme per possibili ripercussioni sulla salute. Ma è veramente così?
L’ultima eruzione del vulcano islandese, quella del 1821, durò circa un anno, un precedente che non ci aiuta ad ipotizzare quanto durerà quella in atto. In ogni caso la fase più intensa secondo gli studiosi non durerà più di un paio di giorni.

Salute a rischio?

Quello che preoccupa di più in un’eruzione vulcanica è la lava, ma i gas che possono uscire dal vulcano, sostanze che potrebbero essere tossiche. L’Islanda ancora ricorda l’eruzione del vulcano Laki, nel 1783 che provocò una terribile nube tossica che in Gran Bretagna fece circa 23mila vittime. Per questo motivo le autorità islandesi hanno invitato la popolazione a non uscire di casa e ad indossare una maschera antigas. In ogni caso, anche se la nube di gas che sta interessando i cieli d’Europa non è così pericolosa, un possibile pericolo per la salute rimane, a causa delle ceneri che potrebbero essere inalate e accentuare dei problemi respiratori. Né più né meno di quando nelle nostre città i limiti di inquinamento raggiungono livelli elevati.

Per quanto riguarda il nostro Paese, il dipartimento della protezione civile e il ministero della salute assicurano che non c’è pericolo e giudicano ingiustificato l’utilizzo di mascherine. In ogni caso l’OMS sta monitorando la situazione con la dovuta attenzione.

Quali effetti sul clima?

Riguardo al clima, bisogna vedere quanto durerà l’eruzione. Il gas prodotto dall’eruzione del Laki provocò un innalzamento delle temperature per tutta l’estate. Mentre l’eruzione dell’Aprile 1815 dell’indonesiano Monte Tambora provocò l’effetto contrario con un abbassamento di temperatura che fece del 1816 “un anno senza estate”. Nel 1991 l’eruzione del vulcano Pinatubo nelle Filippine fece diminuire di 0,5 gradi la temperatura globale, mentre quella del vulcano messicano El Chichon, del 1982, ha provocato un calo di 0,2 gradi. Possibili anche aumenti di precipitazioni
Per ora niente allarmismi, soprattutto se l’eruzione continua ai livelli attuali. In ogni caso gli esperti hanno già parlato, vulcano o non vulcano, di un’estate 2010 più fresca della norma. Le ceneri del vulcano Eyjafjallajokull sono ad una quota relativamente bassa per raggiungere la stratosfera, per ora dovrebbero rimanere nella troposfera per una ventina di giorni e poi depositarsi al suolo. Senza contare che le ceneri vulcaniche sono un ottimo fertilizzante e porteranno enormi benefici all’agricoltura delle zone dove si depositeranno.

Un effetto positivo però l’eruzione già l’ha avuta: ha regalato a molte zone del Nord Europa dei tramonti spettacolari.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *