Una notizia che sono molto felice di condividere: il Mausoleo di Sant’Urbano è da oggi parte del patrimonio dello Stato. Un altro importante pezzetto di una proprietà privata, all’interno del parco dell’Appia Antica, che da diventa pubblico e che potrà presto tornare ad essere fruibile.

Il sepolcro, attribuito a Sant’Urbano Martire, si trova all’altezza del IV miglio della via Appia Antica, su un diverticolo basolato, oggi la chiameremo una traversa, che si stacca direttamente dalla via principale. Un punto strategico dell’antica via e del parco omonimo, ovvero a circa venti minuti a piedi dal Mausoleo di Cecilia Metella e a una quindicina dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili.

Un successo che è il frutto di una lunga trattativa avviato dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini alla fine del 2017. “L’acquisizione del Mausoleo di Sant’Urbano da parte del Parco – ha detto il ministro – è l’inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l’esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo”.

Per arrivare a questa firma è stato – spiega il ministero in una nota – “è stato necessario concordare con la proprietà consistenti lavori di ripristino che hanno portato ad eliminare le manomissioni realizzate nel corso degli anni all’interno dell’area. Si trattava di strutture addossate al monumento o realizzate nei suoi pressi per usi impropri che ne compromettevano il valore”.

La presenza di numerose tombe lungo il suo percorso è una caratteristica della via Appia Antica. Alcune minori e altre più imponenti, come per il Mausoleo di Sant’Urbano. Si tratta di una tomba monumentale tomba risalente al IV secolo d.C. di grande interesse. Ancora oggi conserva le alte mura che superano i dieci metri di altezza, arricchite da abside e nicchie laterali e con resti della scalinata d’accesso.

Ad esprimere la sua soddisfazione anche il direttore del Parco dell’Appia antica, Simone Quilici il quale ha voluto anche ricordare come Il mausoleo negli anni fosse diventato uno dei simboli “della deturpazione e degli abusi che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali” tra tutti ricorda Antonio Cederna, primo presidente del Parco Regionale dell’Appia Antica, ma anche il primo che, con una serie di articoli, agli inizi degli anni ‘50 ha sollevato l’attenzione sullo scempio che “I gangster dell’Appia” stavano compiendo nella zona.

Ora che il Mausoleo è parte del patrimonio pubblico sarà possibile non solo restaurarlo e restituirlo alla cittadinanza, ma anche studiarlo meglio e ascoltare quello che ha ancora da raccontare, perché sono molti i suoi aspetti ancora sconosciuti.
Quello che sappiamo è che, secondo fonti cristiani è qui che la matrona Marmenia portò il corpo di Sant’Urbano e lo depose in un edificio che aveva fatto costruire nella sua proprietà. Per questo motivo il sepolcro è arrivato fino a noi con il nome di Mausoleo di Sant’Urbano e la villa retrostante il sepolcro domus Marmeniae.