La Collegiata e i suoi misteri |
Per me che insegno storia, il weekend a San Ginesio (MC) è stato uno straordinario tuffo nel Medioevo e non solo perché in occasione della giornata dedicata ai paesi Bandiera Arancione il paese era pieno di sbandieratori, danzatrici, suonatori di tamburi e figuranti, ma perché qui il Medioevo è di casa.
Quello che proprio non mi aspettavo era trovarmi a tu per tu con i misteri medioevali racchiusi all’interno de la Collegiata (1098), la chiesa principale del paese.
Anche l’occhio meno esperto nota subito che la facciata ha due stili diversi. La parte più bassa è romanica, quella superiore in gotico fiorito (1421). Per fare la foto più bella aspettate il tramonto, quando si tinge di rosso.
Anche l’occhio meno esperto nota subito che la facciata ha due stili diversi. La parte più bassa è romanica, quella superiore in gotico fiorito (1421). Per fare la foto più bella aspettate il tramonto, quando si tinge di rosso.
Della chiesa ci sarebbe molto da dire, perché il suo interno, pare, nasconda dei segreti. Misteri che sono stati, e sono ancora, oggetto di studi e ricerche.
La formella che ritrarrebbe Pipino il Breve |
La prima cosa che va detta è fu edificata sui resti di un edifico precedendente che, per qualcuno, avrebbe ospitato la tomba di un personaggio illustre: Pipino il Breve, il padre di Carlo Magno. Scusate se è poco!
Ad avvalorare questa ipotesi la formella, risalente al IX secolo, murata a destra dell’entrata: si tratta di un uomo, con il tipo abbigliamento dei Franchi, con in testa una corona. Accanto a lui l’immagine di un volto femminile, con tanto di diadema.
Che siano veramente Pipino e la regina Berta? A seguire questa ipotesi Giovanni Carnevale che non si ferma alle ipotesi e vuole saperne di più. Anche se ancora nulla è stato provato, c’è da dire che un’indagine condotta con il georadar ha evidenziato una fossa, proprio nel punto in cui le fonti ipotizzerebbero la sepoltura “antenlimina basilicae sanctorum martyrum“.
Un mistero così sarebbe già tanto per la chiesa di San Ginesio, ma c’è dell’altro.
Simbolo templare su un capitello |
Osservando con attenzione i capitelli delle navate si scorgono dei simboli che richiamano ai templari, eppure la chiesa risale a dopo lo scioglimento dell’ordine.
Come si spiega tutto ciò? Una storia affascinante che a San Ginesio è la passione del professor Giovanni Cardarelli, è lui che ci ha accompagnato in una appassionante visita guidata alla scoperta di questi simboli nascosti: dalla la mandorla al fiore esapetalo, dalle tipiche croci ai gigli e molto altro ancora.
Non vi resta che cercarli. A San Ginesio il professore è l’esperto in materia e oltre ad aver scritto un libro sull’argomento, ama condividere i misteri dei templari con i visitatori che partecipano alle sue visite guidate. Se capitate in paese, fate un salto all’ufficio informazioni turistiche per vedere se ce ne sono in programma, vi assicuro che non ve ne pentirete!
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