Murales abbellisce il Museo di Casal de’ Pazzi

Riflessi

Il Museo di Casal de’ Pazzi si arricchisce con un’opera di street art, opera dal giovane street artist Jerico Cabrera Carandang, che ha dipinto il muro perimetrale esterno del museo che dà via Egidio Galbani.

Titolo dell’opera è “Riflessi”. L’opera è stata pensata utilizzando collettivamente tutti e quattro i muri disponibili come se fossero un’unica tela. I riflessi sono quelli di un fiume. Un fiume che scorreva proprio dove oggi sorge il Museo e che gettava le sue acque nell’Aniene.

Basta guardarsi un attimo intorno per accorgersi che il fiume non c’è più.

Museo casal de pazzi roma

Il fiume che non c’è più

Per secoli quel corso d’acqua ha fatto da culla a tutti quei preziosi resti che oggi costituiscono il cuore del percorso espositivo del Museo di Casal de’ Pazzi. Quello di Casal de Pazzi è un museo speciale, racconta di quando a Roma vivevano gli elefanti. Elefanti a Roma? Si, ma era nel pleistocene. Tanto, davvero tanto tempo fa.

Già prima dell’apertura regolare del museo questo luogo era conosciuto come un luogo preistorico, soprannominato il cimitero degli elefanti. Ora da qualche anno tutto ciò è un vero museo, tra l’altro ad ingresso gratuito, che mostra impressionanti resti fossili di elefante antico.

Murale Rifessi


Il murales “Riflessi” rappresenta non solo un abbellimento estetico, ma anche un arricchimento al Museo di Casal de’ Pazzi.

Grazie a questa opera – che ricostruisce  in maniera visionaria e avvolgente l’ambientazione naturalistica pre-esistente – il visitatore avrà un elemento in più per comprendere questo lontano periodo storico della città.

Casal de Pazzi museo

L’immagine del fiume occupa interamente le pareti esterne e in questo modo riesce  a espandere verso l’esterno l’oasi preistorica e al tempo stesso ne ricostruisce accuratamente le sensazioni di maestosità e stupore con le quali l’uomo preistorico, che abitava queste terre, doveva confrontarsi.

Jerico Cabrera Carandang

La visita potrà quindi iniziare ammirando il fiume ritrovato che, attraverso un gioco di riflessi, racconta la vita degli animali che popolavano questa zona durante la preistoria. L’originalità dell’opera sta proprio nello sfruttare questi riflessi per far viaggiare il visitatore nel passato. Un viaggio che prosegue all’interno della nuseo per ammirare l’esposizione che ci riporta alla vita preistorica.

Un avviso pubblico e tanti validi progetti

La scelta di Jerico Cabrera Carandang è arrivata dopo che la commissione preposta ha esaminato le opere degli artisti che hanno risposto ad un avviso pubblico del Campidosglio.
Una scelta non facile, visto che le opere erano tutti di notevole qualità e in linea con i contenuti del Museo. Jerico Cabrera Carandang  l’ha spuntata su tutti grazie ad un lavoro che con immediatezza evoca della vita che centinaia di migliaia di anni fa si svolgeva proprio dietro le mura del museo.

L’iniziativa è stata promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

Casal de pazzi

Un progetto voluto non solo per arricchire il messaggio di questo museo, ma anche per dare un nuovo abito al muro perimetrale che, fino a questo momento, si presentava in parte intonacato e in parte a mattoni. L’idea era anche quella di rendere maggiormente visibile la presenza del museo, museo attraverso un’opera di street art. Il risultato è anche quello di migliorare l’impatto comunicativo del museo e renderlo più visivo. E ancora una volta la steet art va a valorizzare le periferie e il loro patrimonio culturale.

L’opera è stata possibile grazie alle donazioni spontanee dei visitatori che hanno lasciato le loro libere offerte negli appositi bussolotti sistemati all’interno del museo. La stessa cosa avviene anche negli altri 7 Musei Civici gratuiti e presto partiranno anche nuovi progetti di valorizzazione degli ambienti museali.

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