Nantes: la città, i parchi e il fiume
Questa è ecco una prima classificazione di cosa vedere a Nantes.
Tre macro-categorie che racchiudono un’infinità di piccole sfaccettature. Ambienti diversi che si intrecciano per offrire al visitatore una città davvero unica che è stata in grado di reagire brillantemente, con grande intelligenza e fantasia, al crollo di quella che da sempre era stata la sua principale fonte economica: i cantieri navali.
Nantes sembrava destinata a spegnersi e a svuotarsi progressivamente, invece ha reagito, ha puntato sulla cultura e sulla creatività ed è rinata.
Una città estremamente viva
Nantes è caratterizzata da una vita pulsante che trovate lungo le strade del centro, soprattutto sera quando i locali, complice anche la bella stagione, si riempiono con tavolini all’aperto. Ecco se vi chiedete che cosa c’è da fare a Nantes mettete nella lista anche questo: vedere la bella gioventù che anima la città.
Oltre che la sera nei locali la trovate nei numerosi parchi dove spesso vengono sistemate delle originali istallazioni. Un esempio è il Jardin des plantes, qui Claude Ponti, illustratore di libri fiabe per bambini, ha scatenato tutta la sua fantasia per “illustrare” il giardino botanico.
Ecco allora che una passeggiata tra piante, acqua e insetti e uccelli, diventa anche una passeggiata nella fantasia.
Il verde è un colore che si addice molto a questa città, una delle più verdi della Francia, con oltre 50 mq di verde per abitante, una caratteristica che le è valsa nel 2013 il titolo di Capitale verde d’Europa e tutta una serie di altri riconoscimenti.
Verde è anche il colore di una sottile linea che attraversa la città, una linea reale tangibile, disegnata sulle strade e sulle mappe con il compito di guidare il visitatore e fargli raggiungere, senza perdersi, i principali punti di interesse di Nantes: monumenti, tappe culturali e luoghi imperdibili.
Nantes, la città classica, medievale e moderna
Dopo parchi e fiume ecco che parlando della città scopriamo una seconda classificazione di cosa vedere a Nantes. Una passeggiata urbana che rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo.
Nantes medievale
Seguendo questo percorso verde si cammina attraverso la storia di Nantes a cominciare dal cuore più antico della città medievale, dove ogni tanto si incontrano alcune delle poche case a graticcio rimaste. Di simili ne avevo viste anche ad Orleans, purtroppo il tempo non è generoso con questo tipo di costruzioni.
Tra i luoghi imperdibili della Nantes medievale c’è sicuramente il Castello dei duchi di Bretagna (Chateau des Duc de Bretagne), ultimo testimone dei grandi manieri che segnano il percorso della Loira e che fanno della Valle della Loira il luogo con il maggior numero di castelli al mondo.
Il castello, che il Sole 24 ore ha inserito nella classifica dei 10 Castelli più belli della Loira, fu costruito tra il XIII-XVI secolo, non ho sbagliato a scrivere, oltre 400 anni di lavori! Non aspettatevi di trovare al suo interno gli arredi originali, questi furono portati via quando Anna di Bretagna divenne Regina di Francia. L’edificio, dietro alla sua facciata di granito, oggi custodisce un interessante museo sulla storia della città. Da non perdere una passeggiata sulle mura per ammirare il panorama, che non è lo stesso che ammirava Anna.
Già perché a quei tempi la Loira arrivava a lambire il castello, poi dopo un’imponente opera di bonifica avvenuta a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, l’aspetto della città è cambiato. Fu prosciugato un ramo del fiume in un tratto ricco di isolette, una caratteristica che era valso a Nantes l’appellativo di Venezia dell’Ovest.
La cattedrale di Saint Pierre e Saint Paul
La storia dei Duchi di Bretagna la troviamo anche nella vicina cattedrale di Saint Pierre e Sain Paul, al cui interno è conservata la tomba di Francesco II e Margherita di Foix, un vero e proprio monumento funebre ricco di significati e allegorie. Si tratta dell’omaggio di una figlia ai propri genitori.
Diventata regina Anna sapeva che il suo destino regale sarebbe stato quello di essere sepolta a Parigi nella cattedrale di Saint Denis, ma le dispiaceva non poter riposare nella sua città accanto ai suoi genitori. E fu per questo che trovò un modo per essere sia a Nantes e che a Parigi: chiese infatti che il suo cuore fosse portato qui, dove ancora oggi è custodito.
Una curiosità: prima di entrare nella cattedrale si possono osservare i resti di una delle porte che si aprivano nelle fortificazioni della città è la porta di Saint Pierre, la principale utilizzata per accedere in città, che si apriva sulla via romana che collegava Parigi con l’oceano.
Nantes classica
Lasciata la Nantes medievale, sempre seguendo la linea verde, arriviamo nella città classica. Siamo nel quartiere Graslin, dal nome del suo promotore, un quartiere in buona parte pedonale, dove si apre uno dei gioielli di Nantes: il Passage Pommeray, uno dei passaggi coperti più belli d’Europa, un vero gioiello del XIX secolo articolato su tre diversi livelli, un accorgimento architettonico necessario per affrontare il problema delle forti pendenze del terreno. Complessivamente ha un dislivello di circa nove metri.
A Graslin è dedicata anche la piazza su cui sorge il teatro dell’Opera, facilmente riconoscibile dalle muse che sormontano un colonnato. Questa piazza merita una pausa golosa al ristorante “La Cigale”, un locale che è annoverato tra i monumenti storici di Nantes per la decorazione Art Noveau. Qui noi abbiamo cenato, però il pomeriggio funziona come sala da tè.
Nantes moderna
Nel nostro itinerario a dire il vero la linea verde ad un certo punto l’abbiamo lasciata per un attimo. La torre di Bretagna l’abbiamo vista solo da lontano perché avevamo programmato di lasciarla come ultima tappa. Da qui abbiamo iniziato il nostro percorso storico avvicinando alla Nantes moderna e contemporanea.
Un passaggio che è stato anche un momento di riflessione sulla storia della Francia e più in generale dell’Europa che dai porti atlantici vedeva partire verso l’Africa navi cariche di oggetti di scarso valore destinati ad essere scambiati con gli schiavi, quegli stessi che poi con il loro lavoro garantivano alla capricciosa Europa prodotti di pregio: dal cacao al tabacco, dal cotone allo zucchero di canna. Una storia che per fortuna appartiene ad un lontano passato, ma non per questo può essere dimenticata, ecco perché qui a Nantes hanno voluto dedicare un memoriale all’abolizione della schiavitù.
Il memoriale è stato fatto vicino alla Loira perché era da qui che le navi partivano per quello che la storia ricorda come “commercio triangolare”, ma che alla base aveva il più aberrante dei traffici: quello di esseri umani.
Il nostro percorso prosegue oltre il ponte dedicato ad Anna di Bretagna e ci porta all’île de Nantes, il luogo della creatività e della fantasia. Il quartiere che un tempo era dedicato ai cantieri navali e da qualche anno è al centro di un progetto per creare qui un mondo fantastico, ispirato a Jules Verne e a Leonardo da Vinci. Artefici di questo progetto di riqualificazione degli ex cantieri navali sono François Delarozière e Pierre Orefice.
Il simbolo di questo mondo fantastico è forse il grande elefante di Nantes meccanico che cammina portando con sé gruppi di turisti, ma si lavora anche ad altre macchine, come il misterioso minotauro o i grandi insetti meccanici semoventi della galleria delle macchine che al tempo stesso spaventano e affascinano i bambini, come il grande ragno novità del 2016. Gli insetti sono destinati a popolare i 22 rami de, l’Arbre aux Hérons, un progetto ancora agli esordi.
Per ora ci si deve accontentare di camminare sul primo realizzato, un prototipo che serve anche a testare la reazione delle piante che vi vengono impiantate. Sarà pure un prototipo, ma vi porterà ad una ventina di metri altezza e provare ad immaginare l’effetto che avrà una volta che sarà ultimato.
Decisamente questo angolo di Nantes fa diventare tutti un po’ bambini, una sensazione che poi si concretizza a bordo del Carrousel des Mondes Marines, una grande giostra su tre livelli ispirata a 20 mila leghe sotto i mari che va dalla superficie del mare agli abissi popolati da mostri marini.
Parlando di creatività a Nantes troviamo anche la collezione permanente di opere legate al progetto “Estuaire”, un grande museo a cielo aperto che caratterizza l’estuario della Loira da Nantes fino all’oceano. Delle 30 opere alcune si trovano proprio in città, ce ne sono di imponenti come Les Anneaux (gli anelli), o tutte da scoprire come Air l’edificio a forma di mammut dal quale risuonano i suoni della città.
E ancora Nantes è la città della street art e della land art tutte da scoprire riprendo a seguire la linea verde fino alla Torre di Bretagna. Da non perdere una pausa sulla sua terrazza panoramica per prendere un drink al bar chiamato “Le Nid”, dove tavolini e poltrone hanno la forma di uova e dove a dominare è un enorme uccello bianco disteso, un po’ cicogna e un po’ airone, che pare semi addormentato, ma seguendo il lungo collo si arriva al corpo che poi altro non è che il bancone del bar.
La nostra prima giornata a Nantes si concludeva quassù, anzi con una cena a base di pesce al Poisson Parè, un bistrot molto amato dai nantesi.
…e non finisce qui
Per ora chiudo qui, ma vi anticipo che la seconda giornata la abbiamo dedicato a scoprire alcune delle opere più importanti del progetto Estuaire e che ovviamente ci siamo spinti fino all’estuario. Non solo, abbiamo scoperto anche due paesini molto carini: Trentemoult e Pornic. Ma di tutto ciò vi parlerò un’altra volta
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