
Così, dopo che con l’arrivo della pubertà la Kumari di Kathmandu ha perso lo status di dea bambina, la capitale del Nepal ha la sua nuova Kumari. Ha soli tre anni e si chiama Matina Shakya.
Scelta secondo un rito ben preciso, Matina ha indossato gli abiti rossi tipici della dea bambina vivente e ieri, in processione, ha lasciato la casa paterna per raggiungere il nuovo palazzo nel cuore di Kathmandu, dove vivrà fino al quando diventerà una donna, o fino a quando le leggi lo permetteranno. E’ stata l’ultima volta che i suoi piedi divini hanno calpestato la strada.
Ora potrà camminare solo nella casa dove dalla finestrella in legno intagliato che dà sul cortile si mostrerà ai turisti.
Sarà più fortunata delle Kumari che l’hanno preceduta, la corte suprema del Nepal, la massima autorità giudiziaria del Paese, ha recentemente stabilito che la dea vivente deve avere gli stessi diritti degli altri bambini, come andare a scuola o stare con i suoi genitori, una decisione della quale si discuteva da tempo e che forse sarebbe dovuta arrivare prima.
Ma forse serviva un nuovo Nepal per avere una nuova Kumari