Molto spesso andare a Pompei significa semplicemente una visita agli scavi, ma non è così perché la città merita sicuramente un soggiorno più lungo ed è per questo che oggi voglio dirvi cosa fare e vedere in due o tre giorni.

Quello che vi racconto è anche quello che ho fatto io recentemente in occasione dell’ultimo meet up organizzato l’Associazione Italiana Travel blogger, in collaborazione con PompeiDMC, sta a voi scegliere quali queste cose vi piacerebbe vedere e fare così una scelta sul vostro itinerario. Quello che posso dire è che l’organizzazione di questo weekend è stato davvero impeccabile, nonostante il tempo non sia stato del tutto ovviamente, abbiamo trascorso delle giornate ricche e interessanti e scoperto che oltre agli scavi a Pompei ci sono molte altre cose da fare e vedere.

Nella premessa ho scritto due o tre giorni questo perché dipende quanto tempo volete dedicare agli scavi archeologici di Pompei, per la visita con la guida possono bastare anche un paio d’ore ma per una visita approfondita del sito archeologico ci può volere anche un’intera giornata.
Dove dormire a Pompei: Hotel Amitrano
Ma procediamo per gradi a Pompei io sono arrivata il venerdì sera, giusto in tempo per la cena, il resto della giornata l’avevo dedicato ad altre due visite: quella di Ercolano e del museo di ferroviario di Pietrarsa. A Pompei ho soggiornato presso l’Hotel Amitrano che si trova in via Lepanto 97, un hotel storico di Pompei che occupa una posizione centrale che consente di raggiungere a piedi tutti i punti di interesse. Inoltre è comodo anche per chi arriva in macchina, perché ha un comodo parcheggio coperto (10 euro al giorno) dove poter lasciare l’auto e non pensarci più fino alla partenza. Ottima la colazione, sulla tavola del buffet trovate anche delle sfogliatelle mignon, riccia o frolla? A voi la scelta, volendo anche entrambe.
Dove mangiare a Pompei: Pizzeria Mercato Pompeiano

Dopo aver sistemato i bagagli, ho raggiunto la Pizzeria Mercato Pompeiano per la cena, dove mi attendeva una ricca degustazione di prodotti tipici, soprattutto fritti, e poi l’immancabile pizza napoletana. Anche se c’è da dire che avevo mangiato così tanto prima quando è arrivata la pizza ne ho assaggiato giusto un paio di spicchi.
Santuario della Madonna di Pompei
La mattina del secondo giorno ci siamo svegliati con la pioggia, però avevamo in programma una breve riunione istituzionale nella sala consiliare, con tanto di saluto del sindaco. Ma questo a voi non interessa. Al termine della riunione abbiamo visitato il Santuario della Madonna di Pompei (per fortuna un altro luogo al coperto).

Del Santuario ne avevo già sentito parlare, ma non immaginavo tanta grandezza e tanta magnificenza. C’è da perdersi al suo interno, cosa che non è accaduta a noi perché avevamo in programma una interessantissima visita guidata che ci ha fatto scoprire non solo la storia del Santuario, ma anche della città. Forse non lo sapete, ma è nato prima il santuario della città che è stata costruita nell’800 proprio attorno al santuario.
La costruzione del santuario la dobbiamo al Beato Bartolo Longo, partendo dalla ristrutturazione di una antica chiesetta. Quello che ha realizzato è un santuario che con il tempo è diventato un’importante meta di pellegrinaggio per pregare davanti all’immagine del quadro della Vergine del Rosario con il bambino, affiancata da San Domenico e Santa Caterina da Siena. Sono tanti anche i fedeli che si rivolgono alla Madonna per chiedere una grazia e, a giudicare dagli ex voto sulle pareti, possiamo dire che sono in molti ad ottenerne una.

Unica pecca della mattina il fatto che ol maltempo ci abbia (temporaneamente) fatto saltare la visita al campanile, recuperata per fortuna l’ultimo giorno prima di ripartire.
Dove mangiare a Pompei: Varnelli Pizza & Restaurant
La mattinata si era così ormai conclusa ed era di nuovo il momento di andare a tavola. Il ristorante che ci ha ospitato, Varnelli Pizza & Restaurant (Via Plinio, 15 – accanto all’Hotel del Sole), è stato davvero super ed ha superato ogni nostra più rosea aspettativa.

Intanto l’accoglienza che è iniziata con un Pompei spritz, leggermente speziato che nell’intento vuole ricordare quello che bevevano i pompeiani, e più In generale gli antichi romani. All’aperitivo è seguito un pranzo ottimo e abbondante, ma su questo non avevamo dubbi. Anche qui abbiamo iniziato con i fritti seguito poi dal piccantello, un piatto di cui da Vernarelli vanno particolarmente orgogliosi. Si tratta di una sorta di focaccia, con un ripieno a base di provola, scarola, olive taggiasche e pomodorini del Vesuvio. Un volta farcito il piccantello si fa un altro giro in forno. Altro piatto che consiglio vivamente sono i quadrilateri, una primo che prende il nome dalla originale forma della pasta, conditi con funghi porcini e zafferano.
Bosco de’ Medici Winery & Resort
Il Vesuvio se da un lato ha distrutto la città di Pompei, dall’altro ha regalato a tutta la zona circostante un terreno particolarmente fertile. Questo spiega perché le pendici del vulcano siano così popolate e coltivate.

Vi dico questo perché dopo pranzo abbiamo raggiunto il Bosco de’ Medici Winery & Resort (via Antonio Segni, 41). Questo è il posto migliore per gustare del buon vino coltivato sul Vesuvio, assaporare alcuni prodotti tipici del territorio e conoscere una bella realtà e la sua storia. Il nome dell’azienda vuole ricordare che i terreni su cui sorge un tempo erano proprietà di un ramo della famiglia de’ Medici, proprio loro, i signori di Firenze, che durante il sedicesimo secolo si trasferirono nel regno di Napoli. La visita guidata all’azienda è molto interessante e riserva anche una sorpresa: alcuni resti appartenenti all’antica Pompei.

Prima vi ho detto che una volta parcheggiato ci si può dimenticare la macchina, non è del tutto vero, perché per arrivare qui abbiamo usufruito di un servizio navetta offerto dalla Prestige Car di Pompei. In ogni caso è abbastanza vicino al centro e dista circa un chilometro, volendo di può anche fare a piedi.
Street art a Pompei
Terminata la visita all’azienda agricola ci attendeva un tour decisamente insolito e al tempo stesso interessante, un giro della città seguendo un itinerario di Street Art.

Perché un tour della stree art a Pompei? La risposta è semplice perché sono ormai tre anni che la città ospita il Pompei Street Art Festival che ogni estate porta a Pompei street artisti provenienti da tutto il mondo.
Ogni anno vengono individuate gli spazi adatti e poi ad ogni artista viene assegnato un muro sul potersi esprimere al meglio. Un Festival che ha dato un tocco di colore a diversi punti della città. Anno dopo anno l’itinerario cresce e ad oggi conta una cinquantina di murales.

Sulla piazza principale, sul lato dove si affaccia il Comune di Pompei, c’è una grande mappa che mostra le tappe di questo itinerario. Tra le tante opere quella che colpisce di più è un gigantesco Maradona, dipinto da un artista argentino, che indossa la maglia della Nazionale di Calcio, sulla quale però, a fuor di popolo, è stato inserito anche il simbolo del Napoli.

Un murale d’effetto, molto realistico anche perché tratto da una fotografia, così d’effetto che ha fatto cambiare nome alla via che ora si chiama via Diego Armando Maradona.
Panificio Esposito
Il tour della street arta si è concluso non lontano dal Panificio Esposito ( via Lepanto 144), Questa volto non è (stranamente) una tappa mangereccia. Si viene qui per scoprire (e anche assaggiare) il Panis Pompeii e scoprire la singolare storia. Qui infatti da qualche tempo si produce un pane speciale, molto profumato e speziato, che, in seguito a delle ricerche, riproduce il pane che si mangiava a Pompei nel 79 d. C.

L’eruzione del Vesuvio ha come congelato la città che quando è stata scoperta ha consentito di far scoprire anche molti degli alimenti dell’epoca, tra questi anche diverse forme di pane. Lo studio degli ingredienti e l’esperienza nella panificazione ha permesso di riprodurre questo pane alla farina di farro arricchito dal mosto di vino rosso e dall’aroma di anice di sfornare di nuovo, in epoca moderna, quello che è stato il pane pompeiano dalla caratteristica forma ad otto spicchi. Si tratta di un’esclusiva del Panificio Esposito, dove comunque trovate anche altri ottimi prodotti da forno dai biscotti alla pastiera napoletana, dalla pizza ai taralli.
Mangiare a Pompei: Caupona
La giornata, tra una vista e l’altra, ci aveva visto mangiare praticamente a tutte le ore. Per questo motivo avevo deciso di non cenare. A farmi cambiare idea è stato il luogo scelto per la cena Caupona (Via Masseria Curato, 2). Dove ci attendeva una location davvero singolare che riproduce un’antica villa pompeiana, arredamento compreso.

Questo già mi piaceva, se poi aggiungiamo che servono piatti dell’antica Roma e che per mangiare ci si veste da antichi romani, allora il mio proposito di saltare la cena è sfumato in pochi minuti. A questo punto, lo so, siete curiosi di sapere che cosa abbiamo mangiato

Per iniziare lampascioni al Falerno e tonno scottato, io però ho chiesto del tonno ben cotto e per essere chiara ho detto che volevo un ben cotto pompeiano. A seguire una zuppa di cereali arricchita con vari ingredienti, compresi dei crostini al garum.

Io mai avrei pensato nella vita di mangiare del garum, sono sempre stata un po’ scettica su questa antica salsa di pesce, ma devo dire che mi è piaciuta. Come secondo un’ottima spigola marinata, anche questa ottima e leggermente speziata e per finire un dolce a base di ricotta di pecora, miele e marmellata di fichi e frutti rossi.
Visitare gli scavi di Pompei
Pompei è un posto che ho sempre amato e dove sono tornata spesso più volte, l’ultima però avevo trovato un sito in pessimo stato, che non rendeva giustizia ad un Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Era il 2012 e la mia delusione fu così alta dopo nove anni di assenza sono tornata a Pompei, non era mai successo che facessi trascorrere così tanto tempo. Questa premessa era importante per dirvi la mia gioia nel trovare una situazione completamente diversa con molti edifici restaurati, tra questi anche la Casa dei Vetti, recentemente riaperta al pubblico.

Pompei ora è più viva che mai con nuovi scavi per spesso rivelano nuovi ritrovamenti di grande interesse. Come ho detto all’inizio la visita è durata un paio d’ore, non è tantissimo, ma farlo con una guida fa la differenza anche grazie all’utilizzo delle radioline di AudioTours, che ci ha consentito di allontanarci un minimo per fare le fotografie o per osservare meglio alcuni particolari per poi ricongiungerci rapidamente con il gruppo, senza il rischio di perdersi.
Brunch a Pompei: Kimiya Taste Hub
In questo soggiorno a Pompei abbiamo mangiato davvero tanto, bene, ma tanto. Ecco allora che abbiamo salutato con piacere l’idea di un pranzo leggero, un brunch, al Kimiya Taste Hub (Via Carlo Alberto, 65). Seduti sui tavoli all’aperto abbiamo mangiato una serie di assaggini accompagnati da cocktail o birre. E poi che potevamo rinunciare al caffè? Certo che no, seduti ai tavolini del Bar del Santuario, abbiamo atteso l’apertura del campanile per salire a vedere il panorama.
Il Campanile
Un timido sole oggi ha accompagnato la nostra salita sul campanile a ottanta metri metri di altezza. Per la salita abbiamo utilizzato l’ascensore, poi dopo aver ammirato un panorama che spazia fino al Vesuvio abbiamo deciso di scendere utilizzando le scale
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