Le cose che preferisco durante i miei viaggi al freddo è quella di spezzare il freddo per un buon bicchiere di vino caldo speziato, tra questi il glogg svedese del quale oggi vi do la ricetta.

Vi dico subito che non sono mai stata in Svezia in inverno, però ho avuto occasione di berlo più volte a Roma in occasione dei festeggiamenti per Santa Lucia, che l’ambasciata svedese organizza annualmente a Roma e in altre città italiane.
Storia e origine del glogg

Ho bevuto il glogg sia in Piazza di Pietra che durante un ricevimento all’ambasciata svedese, una ricetta abbastanza semplice che può essere preparata in casa, basta avere gli ingredienti giusti. Che dire, semplicemente lo adoro, soprattutto sorseggiato davanti ad un bel camino acceso. Il vino speziato, per scaldare le serate invernali, è diffuso in vari paesi ognuno con la sua piccola variante.
Vino speziato in età antica
Quando pensiamo al vino caldo speziato ci vengono subito in mente i Paesi nordici eppure, se vogliamo cercare le origini di questa bevanda, dobbiamo andare molto indietro nel tempo, un vino cotto speziato Infatti veniva consumato già nell’antichità sia dei Greci che dai Romani. Era il contidum paradoxum di cui parla il famoso gastronomo e scrittore romano Marco Gavio Apicio nel suo De re coquinaria. Ovviamente le spezie erano molto diverse da quelle utilizzate oggi, ad esempio si usava molto il pepe e il miele.

A qualcuno piace freddo, nel Medioevo
Nel Medioevo troviamo ancora il vino speziato, ma questa volta servito freddo. Piano piano però l’uso di preparare e servire questa bevanda se c’è molta strada. Già perché lungo le strade non camminava solo la gente, ma anche la moda, la cultura e i pensieri. Tanto per farvi un esempio che lungo la via Francigena abbiano camminato anche la conoscenza della Spada nella roccia di San Galgano e il brigante gentiluomo Ghino di Tacco Radicofani, le storie di Re Artù e Robin Hood, ma questa è tutta altra storia.
Da un vino, tanti vini e tanti nomi
Fu così che l’uso di bere vino speziato fece il giro d’Europa, cambiano in parte gli ingredienti e cambia il nome, ma il concetto rimane lo stesso. Ecco così che abbiamo il “vin brulè” in Italia , il “mulled wine” nei paesi anglosassoni, il “gluhwein” in Germania, il “vin chaud” in Francia e il “glogg” in Svezia e più in generale nei Paesi Scandinavi.
La preparazione è molto simile, quello che cambia e soprattutto l’uso del miele al posto dello zucchero e il tipo di spezie utilizzate.
Glogg e biscotti per Santa Lucia
Ho sempre darvi la ricetta del glogg perché si sta avvicinando Santa Lucia, la festa svedese per eccellenza, e questa è la bevanda che meglio si accompagna ai lussekatter, i biscottini allo zafferano tipici di questa giornata è più in generale del periodo natalizio, così come i deliziosi pepparkakor.
Ricetta del Glogg

Ingredienti
- Vino rosso 750 ml
- Rum 1-2 tazze
- Zucchero 1 tazza
- Anice stellato, 1 stella
- Cardamomo in polvere 2 cucchiaini
- Cannella 3-4 bastoncini (o 1 cucchiaio di cannella in polvere)
- Chiodi di garofano 5/6 (o 1 cucchiaino in polvere)
- zenzero 1 pezzo fatto a pezzettini
- Arancia 1/2
- Noce moscata 1/2 cucchiaino
- Uva passa un cucchiaio
- Mandorle pelate un cucchiaio
Come preparare il glogg svedese
Per prima cosa versate in una pentola il vino, lo zucchero e tutte le spezie. Fate cuocere il tutto fuoco medio-basso, mescolando per i primi 6/7 minuti, quello che basta per far sciogliere lo zucchero.
Per i primi 5-7 minuti mescolate il tutto fino a far sciogliere completamente lo zucchero. A questo punto portate la fiamma al minimo e fate cuocere ancora il vino per una mezz’ora. Ricordatevi ogni tanto di mescolare, sia per evitare di far attaccare il composto, sia per non far arrivare il tutto al punto di bollitura. Questo è molto importante perché la bollitura farebbe evaporare l’alcool.

A questo punto è il momento di aggiungere il rum e di aumentare un poco la fiamma. Continuate a mescolare sempre facendo attenzione a non far bollire il composto. Trascorsa una decina di minuti spegnete la fiamma e iniziate a filtrare il glogg. Servitelo ancora caldo, anzi caldissimo, aggiungendo in ogni in tazzina un po’ di uva passa e qualche mandorla
A questo punto il freddo può anche arrivare, io sono pronta ad affrontarlo!
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