La ricetta indiana che preferisco è quella del pollo al curry. C’è stato un periodo in cui me lo preparavo molto spesso, tanto che era diventato una piacevole abitudine. Poi, non so perché, ho smesso di farlo. Avevo dimenticato il suo sapore al tempo stesso forte e delicato, morbido e cremoso.

Buono, così tanto che l’ho mangiato tutto, anche la parte che avevo in programma di congelare. Questo volta preparare il pollo al curry è stata anche occasione per sperimentare la ricetta del chapati, del quale vi ho già parlato.
Ricetta del pollo al curry
Gli ingredienti
- 600 gr di pollo tagliato a pezzetti da ridurre in bocconcini
- 20 gr di curry ottima qualità
- 100 gr di latte
- 3 o 4 cucchiai di farina di cocco
- un cucchiaio di amido di mais
- una noce di burro
- 1 cipolla bianca piccola
- 3 cucchiai di olio extravergine
- un pezzetto di zenzero fresco grattuggiato
- un peperoncino fresco
- sale q.b.

Come fare il pollo al curry
Iniziata con il preparare la salsa di curry. In un pentolino sciogliete il curry con il burro. Quando il burro sarà sciolto amalgamate bene il tutto. Aggiungete il latte e il cocco e scaldate fino ad ottenere una salsina cremosa.
Fate freddare.

Nel frattempo tagliare il pollo in piccoli bocconcini. Mettete il pollo in una ciotola e aggiungete prima l’amido di mais, poi la salsa di curry.

Mescolate bene il tutto in modo che la salsa possa insaporire tutto il pollo. Mette in frigo e lasciate marinare per almeno un quarto d’ora. Volendo si può preparare anche la sera prima.

Appena siete pronti iniziate la cottura. Per prima cosa tagliate finemente la cipolla, unite lo zenzero e il peperoncino. Fate soffriggere con un po’ di olio per circa un minuto.

Aggiungete ora il pollo con tutta la marinatura. Anzi con un po’ di acqua o di latte “pulite” la ciotola dove era il pollo e versate nella padella il fondo della marinatura.

Cuocere il pollo a fiamma media per circa un quarto d’ora. Controllate la cottura e l’umidità del pollo. Se vedete che tende a seccarsi aggiungete un po’ di latte. Fate attenzione che la parte umida non deve essere liquida, ma cremosa. Quindi ok aggiungere il latte, ma giusto quel poco che serve se si asciuga troppo, quindi uno o due cucchiai, non di più.

Come servire il pollo al curry
Il pollo al curry va servito caldo accompagnato da riso basmati bianco, preparato in anticipo, perché deve essere freddo e chapati caldi.

Il mio consiglio è quello di abbondare, perché il pollo al curry si può conservare tranquillamente in frigo per 3-4 giorni. Io lo volevo surgelare, ma come vi ho detto non ho fatto in tempo, l’ho mangiato tutto. Il pollo al curry va servito caldo. Se lo mangiate il giorno dopo riscaldatelo con l’aggiunta di un pochino di latte per ottenere di nuovo l’effetto cremoso
Quale curry scegliere
Se volete un buon risultato scegliete un curry di ottima qualità. Io personalmente non lo compro mai al supermercato, ma lo prendo direttamente nei negozi etnici di Roma. Quando poi vado in oriente torno sempre con una piccola scorta di spezie, primo fra tutti il curry.

Anzi i curry, perché non ne esiste un solo tipo. Il curry è una miscela di spezie dal profumo molto aromatico. Non esiste un solo curry, ma ne esistono di vari tipi, ognuno è più adatto ad un tipo o un altro di ricetta.
Potete trovare curry o meno piccanti, poi ci sono quelli più adatti al pollo, alla carne o al pesce. Tra gli ingredienti più comuni ci sono: cumino; curcuma; cannella; chiodi di garofano; coriandolo; fieno greco; noce moscata; zafferano; pepe nero; peperoncino e zenzero. Ovviamente non basta l’elenco degli ingredienti, anche le singole dosi hanno la loro importanza. Se non amate il piccante fate attenzione al curry sweet, che a dispetto del nome è tutt’altro che dolce.

Una differenza di ingredienti che influisce anche sul colore della miscela.
Troviamo ad esempio il curry verde thailandese, che deve il suo colore alla presenza del basilico orientale, il curry giallo, che poi è quello più diffuso, che contiene curcuma e ancora il curry rosso con peperoncino. Per la ricetta del pollo al curry va usato quello giallo indiano. Già perché oltre al colore abbiamo anche un curry thailandese, uno pakistano, uno cinese e anche uno giapponese.
In Europa il curry è arrivato a tempi del colonialismo inglese in India, così come è di origine inglese anche il nome

Mangiare curry fa bene alla salute
Mangiare curry è un po’ come mangiare la famosa mela, quella che toglie in medico di torno. Il curry, grazie anche alla presenza di curcuma, ha effetto positivo sulla prevenzione di malattie legate alla degenerazione nervosa e dell’artrite reumatoide. Inoltre ha un effetto antinfiammatorio e anticancerogeno.

Il curry poi è anche un concentrato di vitamine ed ha effetto positivo anche sull’apparato digerente e sul metabolismo. Esistono però delle situazioni nella quali è controindicato, queste sono il reflusso gastroesofageo, ulcere gastriche, gastriti e disturbi all’apparato genito-urinario