Oggi torno a proporvi una ricetta di pane, dopo il chapati indiano è la volta dei simit turchi. Si tratta di pane a forma di ciambella, ricoperto da semi di sesamo.

I simit sono familiari anche a chi non è mai stato in Turchia, portati in tutte le case dalla serie TV Daydremer le ali del sogno, dove i tipici carretti rossi degli ambulanti fanno spesso da sfondo alle avventure dei protagonisti, che di simit sono golosi, un po’ come tutti i turchi.
I simit, lo street food più venduto in Turchia

I simit in Turchia sono un’istituzione, un elemento imprescindibile della vita di strada che hanno avuto l’onore di essere protagonisti anche di dipinti che raccontavano al vita quotidiana di Istanbul, con gli immancabili venditori ambulanti. La prima volta che ne ho mangiato uno, è stato proprio nelle strade di Istanbul, resistere alla vista (e al profumo) di queste ciambelle non è facile.

I venditori poi non passano certo inosservati, li potete trovare agli angoli delle strade con i loro carretti oppure camminare in strada con un cesto di simit in equilibrio sulla testa
Storia dei simit
I simit nascono nel XVI secolo ad Istanbul. Sappiamo che erano molto diffuse alla corte di Solimano il Magnifico. Un documento narra dell’abitudine del sultano di donare dei simit ai propri soldati di guardia durante il ramadam, un dono che avveniva ogni sera per far spezzare loro il digiuno. C’è un altro elemento che li lega all’impero ottomano: il colore. Si dice infatti che il giusto punto di cottura sia quando i simit assumano un colore dorato e brillante, lo stesso delle monete in uso in quel periodo.
L’esistenza dei simit come prodotto dalla lunga tradizione è testimoniato da alcuni documenti del 1525, mentre in altri, risalenti al 1593, troviamo il prezzo ufficiale di Simit. Un prezzo, ieri come oggi, molto basso e alla portata di tutti. Questo fa si che si diffonda molto preso l’abitudine di venderli per strada. Dei Simit parla anche lo scrittore turco Evliya Çelebi, il quale nel suo “Libro dei viaggi” racconta che intorno al 1630 Istanbul aveva qualcosa come 70 panetterie di simit e circa 300 venditori in grado di sfornare i simit fino a 5 volte al giorno. Si sfornava fino a tardi, tanto che si finiva con il buio, per poter offrire un prodotto freschissimo a chi rientrava a casa dopo una giornata di lavoro.
Origine del nome

Il nome simit pare derivi dal termine arabo samīd che significa “farina bianca”, anche se non è l’unica spiegazione. C’è chi lo collega alle simithane, che erano i depositi di farina ai tempi dell’Impero Ottomano. Ma non finisce qui, è evidente anche l’assonanza con il termine simsin, ovvero sesamo.
Con qualche variante – e con nomi diversi . li troviamo anche in altri paesi che in passato sono stati dominati dai turchi. Vista la sua origine ai tempi dell’impero ottomano, è facile capire come si siano diffusi un po’ in tutti i Balcani.
Ricetta dei simit
La caratteristica più apprezzata dei simit è quella di essere un pane esternamente croccanti all’esterno e soffice all’interno. Un pane che ben si presta ad accompagnare i cibi, ma anche ad essere mangiato da solo. .
I simit sono una ricetta facile e veloce da preparare e dal risultato vincente.

I simit hanno un bel colore dorato, dovuto al pekmez, una melassa d’uva che potete reperire nei negozi etnici, oppure on line. In alternativa va bene anche spennellare la superficie con del semplice tuorlo d’uovo sbattuto.
Ingredienti
- Farina manitoba 500 g circa;
- 1 cucchiaino di sale;
- 1 cucchiaio di olio;
- Lievito di birra, circa 15 g;
- Acqua tiepida q.b. comunque tra i 100 e 150 ml.
- 1 cucchiaino di zucchero (+ in aggiunta 1 cucchiaio di zucchero);
- Semi di sesamo q.b.;
- 1 tuorlo d’uovo;
- pekmez (oppure tuorlo d’uovo).
Iniziamo ad impastare i simit

La prima cosa da fare è quella di sciogliere il lievito e un cucchiaino di zucchero in un pochino di acqua tiepida, poi fatelo riposare qualche minuto.
Nel frattempo, a parte, mettete la farina in una terrina con un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio d’olio e l’acqua tiepida. Aggiungete ora anche il preparato di lievito e lavorate l’impasto fino ad ottenere un composto non troppo duro e non non appiccicoso.

La quantità di totale di acqua può variare tra i 100 e i 150 ml (a volte anche un pochino di più), tutto dipenda da quanta ne richiede la farina. Quindi fate la vostra valutazione e decidete voi se aggiungere eventualmente altra acqua.

L’impasto deve riposare
A questo punto mettete l’impasto a riposare per circa mezz’ora, ma prima spennellate la superficie con un pochino di olio. Se preferite utilizzare il lievito madre potete farlo, ma ovviamente dovete calcolare i tempi più lunghi per la lievitazione.
Come dare forma alle ciambelle
Vedrete che l’impasto lievitando raddoppierà di volume. Dividetelo in porzioni alle quali darete la forma di ciambelle.
Per fare questo lavorate la pasta per ricavarne dei cordonicini lunghi circa 60 cm che poi andrete ad intrecciare ripiegando l’impasto a metà. Sigillate poi le due estremità formando le ciambelle

Prima di metterle in forno spennellate la superficie con il pekmez (o con il tuorlo d’uovo sbattuto) e passatele nei semi di sesamo. Ecco la ricetta dei simit è finita, ve lo avevo detto che era facile e veloce!
Passate ora alla cottura. Ponete i simit in una una teglia, nella quale avrete disposto un foglio di carta da forno e fate cuocere per una ventina di minuti in forno preriscaldato a 200 gradi.
Attenzione. La lievitazione continuerà nel forno, quindi abbiate cura di sistemare i simit distanziati tra loro per evitare che durante la cottura possano appicciarsi l’un l’altro.

Sfornateli, fateli raffreddare uno poco e mangiateli belli fragranti, magari accompagnate da un buon tè.
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